Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 23 SETTEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“La realizzazione della Metro parte col piede sbagliato” Lo dichiara il consigliere comunale di Rende, Domenico Miceli

“La realizzazione della Metro parte col piede sbagliato” Lo dichiara il consigliere comunale di Rende, Domenico Miceli
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Rende (Cs) – La realizzazione della Metro parte col piede sbagliato. E come sempre si inciampa sulla comunicazione. L’impresa cooperativa CMC di Ravenna ha fatto richiesta alla Regione Calabria, in qualità di autorità espropriante, di autorizzare l’accesso al proprio personale e/o di ditte specialistiche incaricate nelle aree private, interessate dalle indagini per la BOB, Bonifica Ordigni Bellici, Sondaggi Geognostici e rilievi topografici, necessarie alla redazione del progetto esecutivo della Metro Cosenza-Rende-Unical. La suddetta società ha inoltrato ai proprietari delle aree private comunicazione di richiesta per il rilascio dell’autorizzazione all’introduzione nelle aree private interessate dalle indagini, ai sensi dell’Art. 15 del Dpr n. 327/2001 e S.m.i..

Purtroppo tale missiva risulta veramente poco chiara agli occhi dei cittadini che si son visti cadere addosso questa comunicazione senza alcuna informazione preventiva. Dall’esame della richiesta della CMC, che riguarda prove da effettuare al di fuori dell’area di impronta dell’opera, alcune cose balzano subito agli occhi: ai cittadini son concessi tempi strettissimi e perentori per inoltrare osservazioni (7 gg); La missiva non contiene riferimenti alla Pec del Rup; La comunicazione è “nebulosa”: solo dalla leggenda della planimetria è possibile stabilire che la succitata ditta deve fare una trivellazione di 7 metri; È assente l’indicazione dei tempi e dei modi di accesso alla proprietà privata; È assente l’indicazione degli obblighi di minimizzazione dei danni e dell’impegno al ripristino dei luoghi, oltre ad eventuali indennizzi; È assente la garanzia di tutela dell’area circostante in merito ad agenti inquinanti (polvere, rumore, vibrazioni, ecc.); È assente la garanzia di tutela strutturale e
ornamentale del palazzo; È assente l’indicazione dei materiali e delle sostanze chimiche eventualmente utilizzate nel corso delle prove; È assente l’indicazione dei sottoservizi interferenti; È assente l’indicazione della soluzione per l’accesso ai locali commerciali situati al piano terra del palazzo.

Per questo motivo, come Movimento 5 Stelle abbiamo inoltrato una interrogazione al sindaco, alla Giunta e al presidente del Consiglio per chiedere un incontro pubblico con la popolazione rendese al fine di renderla edotta rispetto al crono programma dell’opera e ai lavori propedeutici alla realizzazione della stessa. Un’opera datata che, ribadiamo, non condividiamo per numerose ragioni, tra le quali spicca l’insostenibilità economica della futura gestione, senza per questo tralasciare la distruzione del tessuto urbano. Un’opera decisa e approvata nelle segrete stanze da un sindaco, quello di Rende, che ha portato avanti una campagna elettorale con lo slogan “No Metro” ma che alla prima occasione – per lui politicamente utile – ha tradito il voto degli elettori.