La Regione rafforzi il dipartimento Lavoro per liquidare velocemente le misure “Covid-19” a imprese e lavoratori Il Consigliere regionale di ‘Io resto in Calabria’ Marcello Anastasi, in una nota, si dice “preoccupato della mancanza di informazione a favore di chi necessita con urgenza di liquidità
Il Consigliere regionale di ‘Io resto in Calabria’ Marcello Anastasi, in una nota, si dice “preoccupato della mancanza di informazione a favore di chi necessita con urgenza di liquidità, pur in presenza del fatto positivo che la Regione Calabria sia stata seconda solamente all’Emilia Romagna, nel sottoscrivere un accordo, in data 24 marzo 2020, sulla Cassa integrazione in deroga con le parti sociali nel Patto per il Lavoro”.
Anastasi, chiede “se non sia utile per raggiungere l’obiettivo previsto in quell’ accordo, rafforzare la Task Force del competente ufficio della Regione, il Dipartimento “Lavoro, Formazione, Politiche Sociali” Settore n. 4 e “Politiche Attive, Superamento del Precariato e Vigilanza Enti”, per efficientare maggiormente la tutela delle aziende e la garanzia della continuità di reddito a lavoratrici e lavoratori. Infatti, vista la mole di richieste pervenute di circa trentaseimila domande – sottolinea Anastasi – è inevitabile commentare che il numero così elevatissimo di domande pervenute possa comportare fisiologiche difficoltà nel riuscire a velocizzare le procedure, e che le stesse possano effettivamente essere valutate entro i quindici giorni lavorativi previsti dalla data della loro presentazione ed autorizzate nel caso di istruttoria positiva”.
“Inoltre – prosegue il consigliere di ‘Io resto in Calabria’ – è assolutamente necessario accelerare la tempistica delle procedure riguardanti le domande ritenute incomplete o inesatte, per le quali va richiesta l’ulteriore celerità del datore di lavoro, opportunamente informato, sia per far pervenire in tempo utile tutte le informazioni o le documentazioni necessarie, sia per prevenire il rischio, che per impedimenti vari sopraggiunti da parte del datore di lavoro in tempi successivi, si possa compromettere la posizione dei lavoratori”.
Anastasi, con l’obiettivo di tranquillizzare i lavoratori sospesi dalla propria azienda a seguito dell’emergenza Covid-19, ricorda che “grazie all’importante accordo sottoscritto tra l’Associazione Bancaria Italiana e le organizzazioni sindacali CISL, CGIL ,UIL e UGL, con l’assistenza del Ministero del Lavoro e dell’Inps, a favore dei lavoratori, si è resa possibile l’anticipazione dei trattamenti di integrazione al reddito previsti dal Decreto Legge Cura Italia. Ciò dimostra – sottolinea il consigliere regionale – l’importanza del confronto democratico con le organizzazioni sindacali e come esse costituiscano da sempre un vero valore politico-culturale. Le parti sociali, infatti, svolgono una funzione democraticamente indispensabile, costruttiva e determinante al fine di pervenire a migliore soluzione di annose vertenze a tutela di tutti”.
“La convenzione – sottolinea Marcello Anastasi – che prevede la possibilità per il lavoratore di chiedere, in attesa del pagamento da parte dell’Inps, l’anticipo di tutti i trattamenti previsti con Causale Covid-19: Cassa Integrazione Ordinaria, Cassa Integrazione in deroga, assegno ordinario a carico del Fis e degli altri fondi di solidarietà. Resta in vigore la possibilità di anticipazioni a fronte di Cassa Integrazione Straordinaria già prevista dalla convenzione stipulata il 15 aprile 2009. L’anticipo concesso, anche se il trattamento non è stato ancora autorizzato dall’Inps, viene disposto a favore del lavoratore in un conto corrente apposito, con un credito pari a 1.400 euro a fronte di nove settimane di sospensione a zero ore. L’importo del credito viene riproporzionato in caso di durata inferiore della sospensione e di sospensione parziale dell’orario di lavoro. La possibilità i anticipazione potrà essere reiterata in caso di intervento legislativo di proroga del periodo massimo del trattamento – conclude il consigliere di ‘Io resto in Calabria’ – entro al durata massima di sette mesi. Le banche si impegnano a tal proposito a non applicare alcun costo a carico del lavoratore, per l’apertura dell’apposito conto corrente e per la correlata apertura di credito”.