“La Sanità calabrese è al collasso e questo avvantaggia le strutture private” Lo dichiara Francesco Molinari
Gli esiti di numerose indagini riguardanti il sistema sanitario italiano dimostrano ancora una volta che il servizio pubblico calabrese continua a perdere pezzi per strada in favore di quello privato. I dati di uno studio condotto dalla Università Bocconi, infatti, confermano la Calabria è al secondo posto (37%) per numeri di posti letto nel settore sanitario privato. Un secondo posto confermato anche per quanto riguarda i ricoveri nelle cliniche privata (22%). Una piazza d’onore che, dato il collasso al quale è ridotto il settore pubblico, avremmo voluto evitare. Soprattutto considerando che quel primato si fonda anche su una copiosa parte di risorse pubbliche trasferite alle strutture sanitarie accreditate dalla Regione Calabria e autorizzate a fornire servizi con quelle sovvenzionati.
Secondo le cifre diffuse dal Governo, la Regione Calabria, nel solo 2014 ha speso più di 17 milioni di euro per trasferimenti correnti ad enti privati produttori di servizi sanitari e assistenziali; una cifra alla quale si aggiungono altri 6 milioni e mezzo per l’acquisto di ulteriori beni e servizi sanitari. Ed è solo la punta dell’iceberg: le voci relative ai finanziamenti sono tanti e continuano a crescere, dimostrando così un’oggettiva destrutturazione dell’assetto pubblico, sempre più in balia degli interessi privati. Sorge il sospetto che tale mutamento trovi origine in un’eterogenesi dei fini, in cui il conflitto di interessi nelle istituzioni regionali possa avere un ruolo preponderante: sono le inevitabili conseguenze, apparentemente non intenzionali, dell’introduzione pseudo efficientista del mercato nella cosa – naturalmente – pubblica. Non si può ricoprire contemporaneamente una duplice veste, istituzionale ed imprenditoriale, nello stesso settore: l’uno deve essere governato dal bene comune, l’altro è governato senz’altro dal profitto.
Quale che sia l’opinione in merito, la risultante è che la sanità pubblica non è più in grado di assicurare ai cittadini il diritto alla salute e quest’emergenza – fatta di disservizi, sprechi e carenze – spinge i cittadini, o almeno coloro i quali se lo possono permettere, a rivolgersi alle strutture private : forse per questo, sempre più fiorenti e redditizie ?
Ma è questa la Calabria che vogliamo ? Una terra dove il diritto alla salute non è appannaggio di tutti ?
La centralità del servizio pubblico non può essere messa in discussione, a garanzia della superiore azione regolatrice dei pubblici poteri e contro la conquista delle istituzioni da parte dei poteri economici privati.
Invito, pertanto e nuovamente, il commissario Scura a occuparsi del tema più pregnante di quello che – a parer mio – dovrebbe essere il suo ruolo, che non è quello di “far di conto” ma di far sì che il pubblico controllo sul diritto alla salute renda quest’ultimo effettivo e non un bene in concessione a soggetti privati che ne fanno un bene di lusso.
Avv. Francesco Molinari-AL
Cittadino eletto al Senato