La scoperta di una relazione extraconiugale della moglie con un 54enne del Reggino, poi una serie di atti persecutori nei suoi confronti da parte del marito, disposto il divieto di avvicinamento L’uomo, esasperato dalla situazione e dal clima di costante tensione, ha deciso, verso la fine dell’estate, di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Scilla per denunciare i fatti
redazione | Il 20, Nov 2024
I Carabinieri della Stazione di Scilla hanno eseguito un’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, con l’obbligo per l’indagato di mantenere una distanza minima di 500 metri. Il provvedimento cautelare riguarda un uomo residente a Scilla, accusato di atti persecutori nei confronti di un 54enne originario di Reggio Calabria.
L’intera storia ha preso avvio nella scorsa estate, quando l’uomo avrebbe scoperto che la moglie intratteneva una relazione extraconiugale con il 54enne. Da quel momento, secondo quanto denunciato, l’indagato avrebbe avviato una serie di comportamenti ossessivi nei confronti della vittima, tra cui minacce, aggressioni fisiche e atti vessatori.
L’intensità e la frequenza degli episodi denunciati hanno portato il 54enne a modificare radicalmente le sue abitudini di vita, fino al punto di avere paura persino di recarsi presso il proprio luogo di lavoro. L’uomo, esasperato dalla situazione e dal clima di costante tensione, ha deciso, verso la fine dell’estate, di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Scilla per denunciare i fatti.
I Carabinieri, dopo aver ascoltato con attenzione la vittima e diversi testimoni oculari degli episodi denunciati, hanno raccolto tutti gli elementi necessari per circostanziare i fatti. Le informazioni e le prove acquisite sono state trasmesse alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che ha valutato il grave quadro indiziario a carico dell’uomo e richiesto l’emissione di una misura cautelare al Tribunale di Reggio Calabria.
Il Tribunale ha quindi disposto il divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati, prevedendo una distanza minima di 500 metri, al fine di tutelare la vittima e prevenire il rischio di ulteriori episodi persecutori.
Va sottolineato che il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. In conformità con la normativa vigente, l’indagato è da considerarsi innocente fino all’eventuale emissione di una sentenza definitiva di colpevolezza.