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“La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”

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Prefazione: “L’evo moderno è finito. Comincia il medio-evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato”.
Per come ci aveva avvisato Ennio Flaiano, oggi la politica è formata da “cretini specializzati”, e nessuno mi fraintenda, non amo gli allarmismi né il tiro al piccione con la “fionda faidate” biblica. Assodato che oggi Matteo Salvini sarà in Calabria (chi se ne frega, e considerando che “l’ombra” Elisa Isoardi non sarà con lui, ce ne può fregare ancor di più). Considerato che Di Maio sta andando alla scuola serale, così come Renzi si è dato al tennis e non all’ippica, visto che ancora una volta, Berlusconi per l’ennesima volta, dopo il dispositivo di Dell’Utri, ora dal pentito Gaspare Spatuzza è per la mafia un “uomo perbene”, e che alla società italiana (in questo quella “sotto-acculturata), di queste cose non gliene frega un beato ciufolo, andiamo avanti!
Chi conosce un po’ di storia sa, che molti anni fa, ci fu una delle pagine più orrende della vita italiana, oggi come allora, definito “il ventennio”, dove un folle (e altri cercarono di imitarlo ma senza successo), di nome Benito Mussolini, procurò all’Italia una delle peggiori dittature oltre a sposare le idee ancora più folli di una delle pericolose piaghe mondiali qual’era il Nazismo del Terzo Reich. All’epoca, nel nostro paese, la politica era formata da menti eccelse, c’erano le sezioni di partito e i giovani (a differenza di quelli attuali che al massimo conoscono una buona crema depilatoria), ognuno con una posizione diversa, erano sapienti di storia, filosofia e soprattutto leggevano le poesie. Garcia Lorca, Jimenez, Neruda (oltre il Postino di Troisi) erano rivoluzionari così come le loro idee, grandi poeti che volevano cambiare il mondo. Si partecipava attivamente alla vita politica italiana. C’erano i Labriola, Giolitti, Matteotti, Gentile, Gramsci, Nenni, Pertini e altri. Si scelse di ricorrere tramite postumi di una “Marcia” per un voto d’opinione e di protesta creando così l’avvento del Fascismo. Con a capo un uomo dal fascino ammaliatore, un venditore di materassi di inizio secolo, no non sto parlando dell’ex Cav, ma di un altro che aveva meno soldi ma più attributi, però avevano una cosa in comune, essere dei grandi puttanieri. Ci furono pure i tempi dei “qualunquisti” di Giannini, beh non ci siamo persi nulla, però la rivolta popolare contro quella partitocrazia considerata affarista e vetusta (termini attualissimi), ebbe successo.
Oggi, dopo il 4 marzo, non siamo a quei livelli, un voto d’opinione premia il M5S come primo partito italiano (anche se loro continuano a chiamarlo Movimento), insieme a loro c’è una coalizione diversa in tutto, pure sul burro e la marmellata donne comprese, come quella del Centrodestra, dove militano leader (?) che in un altro Paese non avrebbero nemmeno voce nelle riunioni di condominio o peggio ancora, sarebbero incompatibili con la politica. Ascoltando le parole del “camaleonte” di idee italiano come Di Maio, così come chi milita in quel movimento, con degli attivisti (a mio avviso non proprio “delicati” e con un flambé di rozzeria), dove difficilmente potresti affrontare un dialogo sereno se non vieni aggredito perché, nella loro mente, “sei vecchio”, “Non esisti”, “Hai rovinato l’Italia” oppure rappresenti un “ciarpame politico”. Nonostante abbia dato questa volta, il mio voto a quella parte “movimentata”, non sono un ipocrita del voto con penzolante demagogia, e l’ho fatto solo per “dare una lezione” al centrosinistra affinché cambiasse rotta e si rinnovasse nei suoi modi di fare politica così come nei suoi uomini. Mi ritrovo a osservare tanti “unti del Signore”, che in barba alla Costituzione, alle prerogative del Capo dello Stato e alla sovranità di una repubblica parlamentare, vogliono, anzi pretendono l’incarico di premier pur consapevoli che i voti non ce l’hanno e che tutti (compreso il PD e il Centrodestra), dovrebbero essere responsabili a dargli l’appoggio con la loro squadra senza nulla in cambio perché hanno scambiato le elezioni come la folgorazione divina di Dio e loro ne sono i beneficiati per intercessione dello Spirito Santo. Non funziona così nelle democrazie, né in quelle parlamentari dove i numeri hanno un senso e i numeri a loro volta sono delle persone, uomini con idee e storie. Tali numeri se ci sono si governa e se non ci sono si torna a votare. Perché nulla è dovuto, nessuno è indispensabile, ma chi è fondamentale dovrebbe avere i numeri.