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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

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La Strada: “Cammino Urbano ad Arangea: l’impianto sportivo polifunzionale promesso dal Comune nel 2006 è di fatto un’incompiuta e un luogo di degrado” In questo primo incontro, abbiamo visitato l’area destinata a quello che avrebbe dovuto essere il Centro polisportivo della Parrocchia di Arangea, ad oggi in stato di impressionante degrado e desolante abbandono – uno dei tanti casi di “non finito” reggino

La Strada: “Cammino Urbano ad Arangea: l’impianto sportivo polifunzionale promesso dal Comune nel 2006 è di fatto un’incompiuta e un luogo di degrado” In questo primo incontro, abbiamo visitato l’area destinata a quello che avrebbe dovuto essere il Centro polisportivo della Parrocchia di Arangea, ad oggi in stato di impressionante degrado e desolante abbandono – uno dei tanti casi di “non finito” reggino

Sono ripresi ieri, 3 novembre 2021, i Cammini Urbani della Strada.
In questo primo incontro, abbiamo visitato l’area destinata a quello che avrebbe dovuto essere il Centro polisportivo della Parrocchia di Arangea, ad oggi in stato di impressionante degrado e desolante abbandono – uno dei tanti casi di “non finito” reggino.
Arangea è un quartiere esteso e popoloso (conta circa 8.000 abitanti), ma è totalmente carente di spazi aperti di aggregazione e socializzazione – una mancanza che si fa sentire in verità in tutto il territorio che va da Gallina a Ravagnese.
Neanche a parlarne, poi, di strutture al chiuso atte ad ospitare le tante associazioni che, meritoriamente e con mezzi propri, animano la zona, in attesa, magari, dell’assegnazione di spazi adeguati per portare avanti al meglio le proprie attività.
Nel 2005, la Parrocchia di Arangea aveva provato a sopperire a tali mancanze, in particolare di quella, molto sentita da parte dei giovani del territorio, di un centro di aggregazione sportiva, mettendo a disposizione della comunità un vasto terreno di sua proprietà (si parla di 3.700 mq). Nel 2006, con delibera di giunta n. 61 dell’amministrazione Scopelliti datata 1° febbraio, veniva quindi stipulata una convenzione sessantennale tra Parrocchia di Arangea e Città di Reggio Calabria per la costituzione del diritto di superficie sull’immobile a fronte della realizzazione da parte del Comune di un impianto sportivo polifunzionale. A seguito della convenzione, il Comune è da considerarsi a tutt’oggi responsabile e custode dei beni affidatigli dall’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.
Con delibera n. 243 del 31 marzo 2006, vengono stanziati 758.000 euro (finanziamento concesso tramite la legge 29598 all’interno di un progetto relativo al verde urbano nell’area di Ravagnese, per un totale di 1.400.000 euro destinati all’area compresa tra Santa Venere e Arangea).
I lavori, aggiudicati alla ditta Iaria, vanno avanti fino al 2011. A fine 2014, l’iter si ferma per la necessità di una variante in corso d’opera, approvata l’anno successivo.
Nonostante i lavori risultino apparentemente conclusi, il Centro da allora non è stato mai consegnato né inaugurato.
Tra l’altro, recentemente è stata evidenziata, in sede di Commissione comunale, la mancanza delle necessarie autorizzazioni ambientali per la costruzione dell’opera.
L’abbandono dell’area ha inevitabilmente condotto a significativi atti vandalici, nonché a processi di decadimento strutturale, dovuti alla mancata manutenzione ma anche a evidenti difetti progettuali ed esecutivi.
Il luogo, già teatro di diversi interventi da parte delle forze dell’ordine, non garantisce sicurezza sotto diversi punti di vista, restando tuttavia aperto alla frequentazione anche di minorenni.
Inoltre, il vicinato lamenta ulteriori disagi, dovuti alla invasione di piante infestanti e alle infiltrazioni di acque meteoriche provenienti dal sito.
Chiediamo, dunque, al sindaco Giuseppe Falcomatà – intervenuto sul posto in occasione della scorsa campagna elettorale –, nonché all’assessore ai lavori pubblici Giovanni Muraca, quale possa essere l’esito di questa travagliata vicenda amministrativa, se l’impianto sportivo polifunzionale sarà mai sottratto all’incuria e all’abbandono, e se infine i cittadini e le cittadine del quartiere di Arangea meritino tutto questo.
Siamo di fronte a un esempio di incapacità amministrativa nonché di spreco di risorse pubbliche e private che va a incidere sulla qualità della vita di un quartiere e sulle possibilità per i giovani della nostra città di vivere esperienze ludiche e aggregative in spazi attrezzati decorosi. Vengono in mente le indagini pasoliniane sulla mutazione antropologica delle nostre città e dei nostri borghi, sulla cementificazione e la devastazione dei luoghi. La cittadinanza attiva e consapevole si nutre, fin dall’infanzia e l’adolescenza, del senso del bello, della possibilità di provare una connessione sentimentale coi luoghi.
Abbandonare gli spazi e far prosperare il brutto è il modo più sicuro per seminare sfiducia e disperazione in chi rappresenta il futuro di questa città, salvo che anche i ragazzi e le ragazze di Arangea non decidano di andarsene da quello che sempre più assomiglia a un nonluogo. Noi non ci arrendiamo a questo destino, che non ha nulla di ineluttabile. L’antidoto è uno solo, e parte dal basso: riabitare i luoghi per ricostruire le comunità.