“La vera dignità? Articolo 18 e stabilizzazione per tutti” E' quanto afferma il Partito Comunista esprimendo solidarietà ai lavoratori della Abramo Customer Care di Crotone,
Il Partito Comunista esprime la propria solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici di Abramo Customer Care di Crotone, i quali, dopo 24 mesi di precariato e dunque pronti all’assunzione a tempo indeterminato, non hanno visto riconfermato il proprio contratto.
L’azienda si è giustificata dichiarando di essere completamente nella legalità, in quanto il “Decreto Dignità”, che secondo Luigi Di Maio e compagnia avrebbe abolito precariato e povertà, impone di stabilizzare i lavoratori che hanno prestato servizio per 24 mesi con contratti a termine, ma il padrone anziché assumerli definitivamente ha preferito rimpiazzarli con altri precari. CISL e UIL stanno portando avanti la vertenza e, dimostrandosi per l’ennesima volta sindacati filopadronali, si limitano a chiedere al Governo di inserire nel decreto incentivi per i padroni che assumono a tempo indeterminato.
La soluzione per questi sindacalisti di carta, dunque, non può che essere la solita: trasferire soldi della collettività nelle tasche degli sfruttatori per implorarli di fare qualche contratto “stabile”, ricordiamoci che senza Art. 18 la precarietà si è estesa anche a chi ha il contratto a tempo indeterminato.
In quanto Partito composto principalmente da lavoratori e disoccupati non possiamo che pensarla in maniera completamente opposta. La vera colpa del Governo non è quella di non avere previsto incentivi o di aver ridotto da 36 a 24 mesi di contratti precari il limite oltre al quale è prevista la stabilizzazione, la vera colpa del Governo è quella di aver preso in giro i lavoratori e i giovani di tutta Italia affiancando la “dignità” a un decreto che attacca la classe lavoratrice e fa, come sempre, gli interessi del padronato.
L’unico modo per ridare DIGNITÀ al mondo del lavoro è l’abolizione della precarietà in quanto tale tramite l’abolizione dei contratti a termine e la stabilizzazione per tutti, la riduzione dell’orario di lavoro come vero incentivo alla piena occupazione, forti aumenti salariali fino ad agganciare gli stipendi al costo della vita.