La violenza sulle donne si combatte con un’app Presentata a Lamezia S.H.A.W. l'app gratuita di Soroptimist contro la violenza sulle donne
Lamezia Terme – E’ stata presentata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’app gratuita realizzata dal Soroptimist International d’Italia contro la violenza sulle donne. L’applicazione, denominata S.H.A.W., acronimo di Soroptimist Help Application Women, è il primo passo tecnologico creato appositamente per la tutela delle donne, che consente una chiamata diretta al 112, o al numero 1522 che smista la linea ai centri antiviolenza, attivi nel territorio da cui parte la richiesta d’aiuto. Il nuovo dispositivo è stato presentato nel Chiostro di San Domenico di Lamezia Terme dalle socie del Soroptimist cittadino, guidate dalla presidente Giuseppina Mazzocca. Ad illustrare nel dettaglio la nuova app, che è già stata presentata alla Camera dei deputati e che il primo dicembre prossimo sarà illustrata al Parlamento europeo di Bruxelles, è stata la giornalista Luigina Pileggi. L’applicazione è già attiva, scaricabile in pochi secondi e racchiude tutte le informazioni utili per le donne in difficoltà, non solo con l’indicazione dei centri antiviolenza, ma anche fornendo le indicazioni su cosa prevedere la legge e quindi quali sono i diritti a tutela delle donne.
“Siamo qui per dire in modo forte e deciso no al femminicidio, no ad ogni forma di violenza fisica e psicologica perpetrata ogni giorno nei confronti delle donne, no alla solitudine a cui sono costrette le donne che subiscono violenza – ha detto Mazzocca – il 25 novembre non deve essere solo di commemorazione, deve rappresentare un momento di sensibilizzazione e di riflessione per capire tutti insieme cosa si può fare per eliminare la violenza contro le donne, cosa si può fare in termini di prevenzione e di intervento immediato. In questa direzione, il Soroptimist ha dato il proprio contributo attraverso la creazione dell’applicazione S.H.A.W. E’ uno strumento rivolto a tutte le donne, non c’è una fascia di età più adatta; certamente bisogna possedere uno smartphone, ma questo è un mezzo trasversale anche per fasce sociali. L’invito è quello di diffondere questa applicazione il più possibile, di parlarne, di convincere le donne a fare veramente rete. Un uomo violento va emarginato, allontanato, ma va soprattutto spezzato l’isolamento delle donne che sono costrette a subire la presenza della violenza. Bisogna aiutare le donne a chiedere aiuto, a fidarsi le une delle altre”.
Nel chiostro sono state inoltre esposte le installazioni dell’architetto Carlo Pontoriero, realizzate in mattinata con gli studenti delle scuole lametine ed aventi come filo conduttore le scarpe rosse, emblema internazionale del femminicidio. Il 25 novembre 1960 è il giorno in cui le sorelle Mirabal furono violentate e uccise da uomini dell’esercito dominicano e la data della loro morte è stata proclamata, nel 1999, dalle Nazioni Unite giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le scarpette rosse, oramai diventate il simbolo di questa giornata, rappresentano le donne assenti perché cancellate dalla violenza. Donne di cui rimangono solo le scarpe.
Sono state realizzate anche delle scarpette rosse di cartone, appese ad un albero bianco, dove gli studenti lametini hanno scritto frasi contro la violenza sulle donne. Durante la presentazione dell’app è stato anche proiettato il video realizzato dalla polizia di Stato dal titolo “Fiori recisi”, alla presenza del dirigente del locale commissariato Antonio Borelli e di diversi altri agenti della polizia Scientifica. Il lavoro filmato, dedicato ad Adele Bruno la ragazza lametina che tre anni fa fu uccisa dal suo fidanzato, contiene anche dei consigli pratici per far fronte alle tante forme di violenze che qualunque donna può incontrare quotidianamente.
E’ stata poi presentata la video installazione realizzata dall’architetto Carlo Pontoriero, sempre contro la violenza sulle donne. Nel chiostro è stata inoltre posizionata una sedia con su il cartello “POSTO OCCUPATO” che ci ricorda la donna che poteva essere presente all’evento e invece non c’è più perché un marito, un compagno, un fidanzato, un ex ha deciso di porre termine alla sua vita in modo violento. Anche questa iniziativa, quella del Posto Occupato, è portata avanti dal Soroptimist d’Italia in ogni manifestazione, per riflettere sul fenomeno della violenza sulle donne non solo in occasione del 25 novembre ma tutti i giorni.