L’allarme degli iscritti del PD a Cosenza, “Si mobiliti, altrimenti si rischia una debacle” I socialisti europei sono impegnati come non mai per fronteggiare la destra populista e nazionalista, che di fatto punta al depotenziamento delle istituzioni europee e all'affermazione delle istanze reazionarie di controllo dei cittadini e limitazione delle loro libertà
Gli iscritti del PD cosentino Mancini, De Simone, Grandinetti e Greco intervengono a Cosenza per rinnovare i loro appelli al PD a correggere la rotta, alla vigilia delle prossime scadenze elettorali.
Il passaggio elettorale del rinnovo del parlamento di Bruxelles rappresenta un appuntamento fondamentale per la democrazia di questo paese e dell’intero continente europeo, in un quadro internazionale di grave instabilità e crescente conflittualità.
I socialisti europei sono impegnati come non mai per fronteggiare la destra populista e nazionalista, che di fatto punta al depotenziamento delle istituzioni europee e all’affermazione delle istanze reazionarie di controllo dei cittadini e limitazione delle loro libertà.
Per questo Mancini, De Simone, Grandinetti e Greco fanno appello ai socialisti, ai democratici e ai riformisti cosentini di sostenere il Partito Democratico alle prossime elezioni dell’ 8 e 9 giugno. A Cosenza, in particolare, si gioca una partita politica difficile, in un campo reso quasi impraticabile dalla situazione amministrativa locale.
I loro ripetuti appelli dei mesi scorsi non sono stati purtroppo colti da un gruppo dirigente locale che si presenta adesso al giudizio degli elettori, con il rischio concreto che ancora una volta gli interessi della comunità democratica cosentina vengano sacrificati a quelli egoistici e particolari che si impongono ormai da anni nella città bruzia.
Mancini, De Simone, Grandinetti e Greco temono che il ruolo ancillare a cui il PD é stato relegato nell’amministrazione bruzia si rivelerà pregiudizievole per il consenso del partito che, almeno sulla carta, dovrebbe rappresentare la guida della coalizione politica amministrativa.
La pervicace volontà del sindaco di minimizzare il ruolo del PD, revocandone il vice sindaco e rifiutandosi da ormai un anno di consentirne la sostituzione con altro esponente democratico, si rivela oggi strumentale agli interessi politici del suo d’appartenenza, che ancora una volta si trova posizionato fuori dalle liste del PD e quindi in funzione competitiva con gli interessi del nostro partito.
La competizione interna al centrosinistra tra il PD e il sindaco, che sostiene la lista di Renzi, sarebbe il male minore se avessimo un largo consenso sull’azione amministrativa della città. Purtroppo, però, il continuo confronti con i nostri concittadini – sostengono Mancini, De Simone, Grandinetti e Greco – ci rappresenta una condizione affatto diversa. Alla città era stata promessa una discontinuità che purtroppo non si è manifestata e alcuni infortuni amministrativi rischiano di compromettere definitivamente il sostegno dei cittadini a questa esperienza di governo.
La vicenda Amaco è emblematica dei limiti di quest’esperienza di governo e del ruolo che in essa esercita il PD.
Dopo avere passivamente assistito alla perdita definitiva dell’Amaco, in maniera prepolitica e infantile si rivendicano oggi, con una dubbia operazione di ventriloquismo che fa parlare il sindaco con le parole di un ex assessore, si vorrebbe che fosse riconosciuto un impegno privo di alcun risultato. L’estrema inerzia con cui si è provveduto a sostituire la gestione della società, lasciando per 331 giorni al suo posto l’amministratore della stagione Occhiuto fino all’intervento esterno del pubblico ministero, ha proiettato sui cittadini l’ombra dell’atavico vizio consociativo di un certo moderatismo bruzio che pensavamo d’avere sconfitto con le amministrazioni Mancini.
La passività con cui si assiste ai tentativi della regione di trasferire la TPL cosentina senza procedere alla gara pubblica prevista dalla legge sembra l’ennesima prova di tale deriva consociativa.
Per non parlare della macelleria sociale cui si è già dato avvio con l’esecrabile esercizio del salvataggio selettivo dei posti di lavoro rivenienti dall’Amaco, in perfetto stile reazionario pre-elettorale.
Dunque, se il Pd resta quello di oggi, un gruppo ristretto di comando e di potere asserragliato e chiuso nelle stanze del Municipio è facile prevedere che alle prossime elezioni europee pagherà un forte prezzo elettorale e politico.
Bisogna quindi con la massima urgenza provare a creare le condizioni per recuperare il rapporto con la città e gli elettori, Tutto questo è possibile se si inviano chiari e concreti segnali di una diversa volontà di rompere ogni forma di ambiguità con il Centro Destra ed i suoi uomini.
Da parte nostra – concludono Mancini, De Simone, Grandinetti e Greco – proveremo a mobilitare il consenso marcando la netta separazione con la destra del governo nazionale e regionale e offrendo una prospettiva di speranza per il riscatto di questa città, all’insegna dei principi di eccellenza amministrativa e coraggio politico che sono stati i pilastri dell’esperienza amministrativa del grande sindaco Mancini e che nessuno, dopo di lui, è riusciti ad offrire alla città.
Mancini, De Simone, Greco, Grandinetti