Lamezia, bruciati 5 container destinati alla Caritas Trovata una bottiglia con liquido infiammabile. La condanna della politica
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Cinque container di proprietà della Diocesi di Lamezia Terme destinati alla Caritas per ospitare strutture di accoglienza e depositi di generi alimentari ed altro materiale sono stati incendiati stasera ad opera di persone non identificate. I container, in particolare, avrebbero dovuto essere utilizzati nel costruendo «Villaggio della carità» che la Diocesi ha programmato di realizzare per affidarlo in gestione alla Caritas.
Sul posto si sono recati i vigili del fuoco ed i carabinieri che hanno avviato le indagini per identificare i responsabili ed accertare il movente dell’intimidazione, in ordine al quale, al momento, non si esclude alcuna ipotesi.
La dolosità dell’ incendio è dimostrata dal fatto che all’interno di uno dei container è stata trovata una bottiglia con tracce di liquido infiammabile.
ANTONIO SCALZO
“Esprimo ferma condanna per il grave atto intimidatorio indirizzato contro alcuni container collocati nell’area destinata al costruendo Villaggio della Carità. Si tratta di un gesto estremamente grave che colpisce il volto più nobile e pulito della comunità lametina”.
E’ quanto afferma il consigliere regionale Antonio Scalzo (Pd) che aggiunge: “Il progetto in corso di realizzazione intitolato a mons. Francesco Maiolo rappresenta la testimonianza più autentica e profonda dello straordinario slancio solidale che il nostro territorio è in grado di esprimere nei confronti dei più deboli e sono convinto – continua il consigliere regionale – che questa brutta pagina non fermerà l’edificazione della struttura casa-famiglia destinata alle persone bisognose e alle famiglie in difficoltà. Al direttore della Caritas diocesana di Lamezia, padre Valerio Di Trapani, agli operatori, ai giovani e a tutti i volontari impegnati in questa meritoria e virtuosa opera, rinnovo la mia più totale solidarietà e vicinanza e un invito, forte, a proseguire con rinnovato vigore in questo progetto che dà lustro riempie di orgoglio la comunità lametina. Siamo tutti al loro fianco – conclude Scalzo – in questo cammino di riscatto civile e sociale che non potrà essere ostacolato da chi pensa di tenere in scacco, con la prevaricazione e la violenza, questo territorio”.
Rosario Piccioni (Lamezia Insieme) e Aquila Villella (Città Reattiva)
L’incendio di questa notte ad alcuni container destinati al Villaggio della Carità è un segnale allarmante, una ferita per tutta la nostra comunità. Sembrerebbe addirittura che sia stata ritrovata una bottiglietta con liquido infiammabile in uno dei container. La città reagisca a un atto ignobile contro un progetto della Chiesa Lametina e della Caritas Diocesana che nasce per dare risposte agli ultimi, ai giovani che vivono situazioni di disagio, per attivare percorsi di solidarietà e condivisione. Si tratta dell’Opera segno voluta dal Papa in ogni Diocesi in occasione del Giubileo della Misericordia. Un’opera alla quale da mesi stanno lavorando tanti volontari e al quale tutti noi abbiamo mostrato il nostro sostegno concreto, partecipando alla serata di solidarietà che si è svolta a giugno scorso su Corso Numistrano. A Padre Valerio Di Trapani e Don Claudio Piccolo Longo, ai volontari e a tutti coloro che lavoro a questo progetto va la mia solidarietà e il mio sostegno. Chi ha voluto incendiare quella struttura non ha nulla a che fare con la nostra città, con la sua identità profonda di comunità solidale e accogliente.Diamo tutti una mano, come amministratori e come cittadini, anche con piccoli gesti, per ricostruire ciò che è stato distrutto e proseguire nella realizzazione di un progetto che esprime il volto vero di Lamezia:la Lamezia della solidarietà, dell’accoglienza, dell’impegno concreto per non lasciare nessuno solo.
ARTURO BOVA
“Lascia francamente sbigottiti il gesto inqualificabile e violento contro i container della Caritas di Lamezia Terme destinati a ricovero temporaneo per i senza tetto e i bisognosi”.
Lo afferma in una nota il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova.
“La Diocesi lametina e la Caritas di quella città, insieme ad altre organizzazioni, sono da tempo duramente impegnate per stare vicino ed assistere persone particolarmente svantaggiate. Un’opera di misericordia – dice Arturo Bova – stupidamente e drammaticamente interrotta senza ragione. L’intimidazione non è stata diretta soltanto alle strutture della Caritas, alla Diocesi di Lametia Terme, ma a tutti quei cittadini, soprattutto i giovani, che quotidianamente spendono significativamente il loro tempo dedicandone una parte agli altri, a chi manifesta più bisogno e necessità. Gesti così brutali e, allo stesso tempo, incomprensibili e irrazionali, sono un segnale pericoloso di protervia di chi crede che la società civile e lo Stato possano tirarsi indietro in questa battaglia che, definire di civiltà, è davvero troppo poco. A noi, alla politica – conclude Arturo Bova – tocca agire di conseguenza rinvigorendo l’impegno e la solidarietà non solo verso chi è indietro nella società, ma per tutte quelle persone e quelle organizzazioni di servizio, come la Caritas, la cui presenza sui nostri territori è ammirevole per l’assistenza continua e l’aiuto verso coloro i quali non hanno i mezzi per proseguire una vita dignitosa”.
ENZO BRUNO
“Definire vergognoso il gesto ignobile che ha colpito il cuore operoso e solidale della società che si dedica agli altri, con impegno civile e sociale, è riduttivo. A nome mio e del Consiglio provinciale di Catanzaro esprimo sincera vicinanza e solidarietà alla Diocesi di Lamezia Terme, al vescovo Mons. Luigi Antonio Cantafora ed a tutti i volontari della Caritas che operano con dedizione a sostegno dei più deboli”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, nell’apprendere dell’incendio che ha distrutto i moduli abitativi che sarebbero dovuti servire per avviare un progetto di accoglienza ad opera della Caritas nella città di Lamezia Terme. “Siamo certi che le forze dell’ordine faranno chiarezza in tempi brevi su quanto accaduto – afferma ancora il presidente della Provincia –. Infatti, dalle prime indagini, volte a identificare i responsabili, sembra che all’interno di uno dei container sarebbe stata trovata una bottiglia con tracce di liquido infiammabile. Questo non fa anche incrementare la rabbia per un gesto che con le fiamme sembra voler cancellare ogni speranza di inversione di tendenza, di ribellione alla prepotenza criminale che si nutre del bisogno e della povertà di chi per necessità si piega alle logiche mafiose. E’ il momento di reagire – conclude il presidente Bruno – facendo quadrato attorno alle forze sane della società che si ribella e afferma la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e della legalità”.