Lamezia Multiservizi, interviene il sindaco Gianni Speranza
redazione | Il 04, Mag 2012
Dopo la decisione della società di interrompere il trasporto pubblico locale
Lamezia Multiservizi, interviene il sindaco Gianni Speranza
Dopo la decisione della società di interrompere il trasporto pubblico locale
LAMEZIA TERME – In questi giorni alcuni lavoratori della Lamezia Multiservizi addetti al trasporto pubblico locale, violando ripetutamente le leggi in materia di sciopero nei servizi pubblici, hanno interrotto il trasporto pubblico incuranti dei danni e dei disagi causati a quella parte della popolazione più debole ed esposta e che per i suoi spostamenti in città dipende dagli autobus della Multiservizi.
Ancora più irresponsabile, sia nei confronti dei lavoratori esposti in questo momento a tutte le conseguenze di legge, sia nei confronti di tutta la popolazione lametina, risulta la condotta di una parte sindacale che unilateralmente ed in maniera strumentale, senza alcun accordo con gli altri sindacati aziendali, ha convinto alcuni lavoratori a violare tutte le norme a garanzia del diritto di sciopero e contestualmente dei diritti dei cittadini, a tutela dei quali la Lamezia Multiservizi ha chiesto già ieri l’intervento del Prefetto per le azioni di sua competenza.
Altrettanto grave è che alcuni ambienti politici della città, anche loro strumentalmente, strizzino l’occhio, incuranti delle violazioni di legge e dei danni arrecati alla città, a queste azioni e a questo modo di fare sindacato.
E’ inoltre assurdo e vergognoso che mentre in questi mesi non si sia mosso un dito, né fatto alcun atto nei confronti della Regione Calabria, nonostante i ripetuti allarmi lanciati dalla Lamezia Multiservizi e dall’Amministrazione comunale, per la macroscopica disparità di trattamento che subisce la nostra città rispetto alle altre da parte della Regione ( basti ricordare l’incontro promosso dal sindaco il 22 dicembre 2011 con i consiglieri regionali eletti in città proprio su questo tema) alcuni esponenti politici, invece che rendere conto delle loro inerzie coprano comportamenti demagogici e strumentali scaricando le proprie responsabilità. Come già a suo tempo denunciato Lamezia ha ricevuto nel 2011 per il trasporto pubblico da parte della Regione solo 1 milione e 600 mila euro mentre Reggio Calabria ha ricevuto 10 milioni e 800 mila euro, Catanzaro 6 milioni e mezzo di euro e Cosenza 5 milioni e 700 mila euro. In pratica la Regione Calabria ha speso nel 2011 per il trasporto pubblico locale 69 euro per ciascun abitante del Comune di Cosenza, 68 per ciascun abitante di Catanzaro, 60 per ciascun abitante di Reggio Calabria e solo 21 euro per ciascun abitante di Lamezia e a questo occorre aggiungere che la Regione ad oggi non ha mai finanziato la Lamezia Multiservizi per il rinnovo del parco macchine, come invece avvenuto per le altre città.
L’Amministrazione comunale di Lamezia che è sempre stata disponibile al dialogo e al confronto con tutti i sindacati e tutti i lavoratori, nonché con tutti i cittadini, non può in alcun modo avallare comportamenti illegittimi e violazioni palesi di legge, ed è disponibile a confrontarsi solo quando queste avranno termine. L’amministrazione infine fa presente che è stato suo impegno permanente garantire il funzionamento della Lamezia Multiservizi, mentre una dopo l’altra sono tutte saltate le analoghe aziende presenti nella Regione, salvaguardando i servizi fondamentali per tutti i cittadini e l’occupazione e i diritti dei lavoratori impiegati nella società. E questo anche in un momento gravissimo per la finanza pubblica, con la drastica riduzione dei trasferimenti dello Stato agli Enti locali, e in presenza di una crisi economica ed occupazionale drammatica nella quale è stato precipitato il nostro Paese. Alla luce di questa situazione e di queste gravi condizioni in cui versa il Paese risulta ancora più offensivo nei confronti dei tanti disoccupati e dei tantissimi senza diritti e senza tutele della nostra città, e che quotidianamente devono fare i conti con la loro drammatica situazione, non valutare il proprio posto di lavoro e la proprio azienda come un patrimonio da tutelare e salvaguardare facendo prevalere invece logiche miopi e corporative.
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