Lamezia, polemiche su apertura centro protesi Inail Panedigrano duro nei confronti di Talarico
Talarico è in crisi di astinenza. Dopo averlo inaugurato una decina di volte, ora non si spiega perché il centro protesi dell’Inail non venga subito aperto. E magari lui venga invitato come veterano delle inaugurazioni all’ennesimo battesimo a vuoto.
Se fosse lucido, la risposta potrebbe trovarla facile facile, leggendo finalmente il decreto 9/2015 approntato da Scopelliti e firmato da Scura, dove sta chiaramente scritto che il decreto di apertura di quel centro si potrà avere solo “previo rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione, dell’autorizzazione all’esercizio, dell’accreditamento istituzionale e della sottoscrizione dell’accordo contrattuale” e quindi solo dopo che il centro sarà stato completamente attrezzato, saranno stati definiti i ruoli di Inail e ASP, sarà stata chiarita la sua forma giuridica e sarà stato concesso quell’accreditamento che nel gennaio 2014 Talarico e il suo fido Mancuso propagandavano come già concesso.
Se non vuol passare per lo smemorato di Collegno, il nostro ci dica invece che fine ha fatto la loro promessa (sua e di Mancuso) di un centro che oltre a costruire e impiantare protesi e a riabilitare i protesizzati, doveva fare anche ricerca sulla cosiddetta mano bionica. E già che c’è ci dica se è sicuro che saranno realmente approntate (e quando) le officine per la costruzione delle protesi e dov’è finito il decreto da lui sbandierato di accreditamento dei 40 posti di riabilitazione dell’ASP.
Il guaio è che con i loro giochetti preelettorali Talarico, Scopelliti e la loro longa manus Mancuso hanno ormai ridotto quel centro ad un misero “Polo integrato” di riabilitazione, che per come è previsto nel Decreto commissariale 9/2015 avrà questa configurazione: un modulo di 40 posti di riabilitazione ospedaliera a gestione ASP e un modulo di 36 trattamenti pro die di riabilitazione non ospedaliera a gestione INAIL.
Un mostro a due teste, ASP e Inail, del quale si sa cosa spetterebbe fare all’azienda sanitaria, e cioè gestire con proprio personale aggiuntivo un centro di riabilitazione, ma non cosa dovrà fare esattamente l’Inail e con quanto personale. Con il bel risultato che mentre prima aveva compiti più ampi e costi a carico dell’Inail, dopo le modifiche partorite da Talarico, Scopelliti e Mancuso l’ormai ex centro protesi è stato di fatto rifilato a carico delle finanze regionali.
La città ha allora interesse a che venga chiarito sia l’aspetto giuridico di questa nuova entità, sia l’aspetto funzionale, sia soprattutto chi paga. E noi che siamo teste dure proporremo alla rete civica di associazioni con le quali collaboriamo su questi temi di organizzare un pubblico convegno al quale invitare il presidente Oliverio e le autorità che sono state di recente nel sito del centro protesi al fine di fare una volta per tutte chiarezza su questa ventennale bufala.