Lamezia, potenziare il servizio vaccinazioni E' quanto chiede Nicolino Panedigrano
Ma il Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro cosa aspetta a potenziare il servizio vaccinazioni di Lamezia Terme: che arrivi il caso eclatante o, peggio, che ci scappi il morto?
Sono ritornato nell’ambulatorio di Sambiase con le mie figlie per i richiami dei vaccini ed ho trovato una situazione ancora peggiore di qualche mese fa. Maggiori carenze di organico, locali sempre più angusti e conseguente calca di utenti costretti ad aspettare ore e ore in piedi o addirittura per strada.
Non solo mancano medici e infermieri, ma i pochi che ancora resistono sono costretti a lavorare in minuscoli stanzini, alcuni dei quali ricavati ingegnosamente da loro stessi, “alzando muri” di vecchi armadi metallici. Non hanno né computer, né archivi informatici. Sono ovviamente sotto tiro di mugugni e proteste di utenti esasperati. Ed è, quindi, già un miracolo che riescano a mantenere self control, impegno e motivazione nello svolgimento scrupoloso del loro lavoro.
In molte parti d’Italia e della stessa Calabria prima che scada il tempo di copertura delle vaccinazioni i genitori vengo convocati per eseguire i richiami. Nel distretto sanitario di Lamezia e dei 21 Comuni del lametino si tratta di un miraggio da libro dei sogni. Ma è facile capirne il perché. Dati anagrafici ed anamnestici e prestazioni ambulatoriali vengono tuttora inseriti nelle schede personali rigorosamente a mano, con correzioni continue e con grafia incerta, quando non incomprensibile. Non vi è quindi traccia di archivi automatici e interattivi che possano consentire una periodica e costante convocazione dei genitori e comunque degli utenti per fare i richiami delle vaccinazioni obbligatorie. E questa è diventata la causa primaria dei ripetuti casi di rigurgito nel comprensorio lametino di alcune malattie che, come il morbillo, sembravano definitivamente sconfitte e che invece vanno colpendo adolescenti, adulti e perfino anziani.
Non si tratta di un fatto da poco, perché ad esso se ne innestano altri due che potrebbero rivelarsi ancora più dirompenti. Da un lato un Ospedale che è stato disgraziatamente privato del reparto di Malattie Infettive. Dall’altro l’abbandono da parte del Comune di Lamezia del servizio sociale di tutoraggio ed accompagnamento a scuola dei cittadini di etnia rom che da allora hanno praticamente smesso di eseguire le vaccinazioni obbligatorie.
Una bella bomba sanitaria che rischia di deflagrare da un momento all’altro. Non si capisce perciò come il Direttore Generale dell’ASP possa stare tranquillo. Io, al suo posto, dormirei sonni parecchio agitati.
Nicolino Panedigrano