Lamezia, si è svolta l’assemblea dei sindaci del Reventino Si è discusso del futuro dell’ospedale del territorio
Catanzaro – Si è svolto negli uffici amministrativi dell’Asp
a Lamezia Terme l’incontro tra il direttore generale dott. Giuseppe Perri e una delegazione
dei 24 sindaci del Reventino, tra cui il sindaco di Soveria Mannelli Giuseppe Pascuzzi,
di Cicala Alessandro Falvo, di Decollatura Annamaria Cardamone, di Conflenti Giovanni
Paola, di Platania Michele Rizzo e il consigliere del Comune di Serrastretta Michele
Maruca in rappresentanza del sindaco, per discutere del futuro dell’ospedale del
Reventino. Presente anche il Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Soveria
Mannelli, dott. Claudio Tomasello. Perri ha subito precisato che continuerà a incontrare
e dialogare con i sindaci del territorio, in quanto sono i diretti rappresentanti
dei cittadini, quest’ultimi finanziatori del Servizio sanitario regionale e nazionale.
“Il confronto – ha evidenziato Perri – è utile oltre ad essere un dovere, in quanto
il direttore generale è l’esecutore delle politiche sanitarie decise dalla Giunta
regionale e, nel nostro caso, decise dalla struttura commissariale”.
Il dg ha poi ripercorso la storia del declino e del depotenziamento dell’ospedale
di Soveria Mannelli. “Un declino – ha detto Perri – che risale al Decreto 18 del
2010 del presidente della Giunta regionale. L’atto da cui dobbiamo partire indiscutibilmente,
nell’ambito della gestione commissariale dell’Ing. Scura, è il decreto del commissario
ad acta numero 9, un decreto preparato dalla precedente Giunta regionale: dopo pochissimi
giorni dal suo insediamento, il commissario Scura ha adottato l’atto, probabilmente
per rispondere ad una necessità dovuta ai tavoli ministeriali. Questo decreto è stato
oggetto di osservazioni da parte di questa direzione generale, che si è insediata
il 30 marzo, quindi qualche giorno prima del decreto n. 9. Le osservazioni sono
state oggetto di un’articolata delibera con un allegato, in cui abbiamo presentato
delle osservazioni per i tre ospedali, in particolare per Soveria Mannelli, e teneva
conto del territorio montano e delle condizioni disagiate, legate alla viabilità
e alle condizioni meteorologiche. Dopo l’emanazione del decreto 9 il Ministero della
Salute, in esecuzione al “Patto per la salute”, ha emanato il decreto n. 70 del 2015,
dove classifica gli ospedali secondo degli standard di popolazione e riguardo anche
alle complessità delle cure che devono erogare. Il 3 marzo il commissario ripropone
il decreto n.30, che non è stato condiviso con i direttori generali e porta solo
la firma di Scura e Urbani”.
“Per quanto riguarda Soveria Mannelli, il nuovo decreto prevede 59 posti letto, che
è un miglioramento rispetto al decreto 9, e questo grazie agli stimoli che il commissario
ha avuto dalla direzione dell’Asp e dal sindaco di Soveria Mannelli. Il decreto prevede
infatti una Medicina generale con 20 posti letto, più 20 posti letto di lungodegenza,
dove ci sarà all’interno una struttura semplice di Cardiologia e lungodegenza. Poi
ci sono 4 posti letto di Emodialisi, c’è un day hospital multidisciplinare con 5
posti letto e un ambulatorio di Oncologia, che è funzionalmente integrato alla struttura
complessa di Lamezia. Per l’area chirurgica c’è una novità importante, che è la struttura
semplice, con 6 posti letto, del day surgery multidisciplinare, che sarà aperta da
lunedì a venerdì ed è aggregata alla struttura complessa lametina. Per quanto riguarda
l’area dell’emergenza-urgenza, nell’atto aziendale daremo autonomia organizzativa
alla classificazione della struttura, in modo che il pronto soccorso sia svincolato
dalla struttura di Lamezia. Prevista infine la Medicina diagnostica e dei servizi,
con una struttura semplice con 5 anestesisti, che è legata all’ospedale di Lamezia.
Vengono inoltre mantenuti il Laboratorio analisi per i degenti, l’area dei servizi
di supporto e la farmacia ospedaliera che rimane struttura semplice aggregata alla
struttura complessa del nosocomio lametino. Noi su Soveria non dobbiamo solo organizzare
delle funzioni ospedaliere, ma anche territoriali. In quest’ottica, per esempio,
si potrebbe pensare a una pediatria territoriale garantita da una rete di specialistica,
anche perché in ospedale deve andare solo il bambino acuto. Abbiamo degli spazi nell’ospedale
montano che devono essere riempiti di contenuti, ma vanno portate avanti proposte
sensate, altrimenti non avranno esiti positivi”.
Dopo l’intervento del dg Giuseppe Perri hanno preso la parola alcuni sindaci. In
particolare, il sindaco di Cicala Falvo, delegato da tanti sindaci del Reventino
“catanzarese”, nel ringraziare il Dg Perrio per la sensibilità dimostrata nell’ascoltare
i territori e i vari disagi in materia sanitaria, ha auspicato un forte impegno nel
garantire un servizio pediatrico di qualità come quello attualmente in essere e più
in generale una rivisitazione del servizio di medicina di base e della continuità
assistenziale con particolare riguardo alle zone montane disagiate.
Il sindaco di Soveria Mannelli Pascuzzi ha sottolineato come la serrata dialettica
tra Comune, sempre in rappresentanza della rete dei 24 sindaci del comprensorio,
con la dirigenza aziendale e con tutti i vertici istituzionali, della struttura commissariale
e della Regione, ha consentito di mantenere vivo il confronto sul fondamentale ruolo
dei nosocomi di area montana disagiata e sulla necessità di una loro concreta valorizzazione.
“Siamo riusciti a mantenere attivi alcuni importanti servizi – ha spiegato Pascuzzi
– ora però occorre fare quadrato con l’Asp: tutti i sindaci chiederemo alla struttura
commissariale, alla Regione e al Ministro Lorenzin una deroga all’attuale normativa.
È assolutamente necessario derogare ai principi dell’analisi dei costi posti in capo
all’Azienda, tenendo fuori dall’analisi gli ospedali di zona disagiata montana, altrimenti
attraverso questo meccanismo, in futuro, se ne potrà disporre l’ulteriore dimensionamento
in ragione dell’abbattimento dei relativi costi. È chiaro che il mantenimento dei
presidi di zona montana rispondono all’esigenza di garantire le più adeguate prestazioni
sanitarie in favore di porzioni di popolazione disagiata, in ossequio ai principi
costituzionali, e non possono viceversa rispondere meramente a logiche di ottimizzazione
e taglio delle spese aziendali”.
“Solo disponendo che l’analisi dei costi aziendali non investa i nosocomi di area
disagiata, si potrà realmente continuare a garantire il futuro di questi fondamentali
presidi. Questa azione dev’essere spinta con forza in direzione del commissario Scura
chiedendo l’immediato sblocco del turnover, perché si possano integrare gli organici
ed attivare tutti i servizi e le funzioni ospedaliere ed ambulatoriali che sono previste
nei vari atti programmatici. In difetto molte cose rimarranno inevitabilmente solo
su carta. Continueremo a ragionare e a discutere con l’ottima direzione aziendale,
affinché si prosegua con la necessaria determinazione nell’azione di riorganizzazione
del presidio di Soveria Mannelli, ricercando le migliori soluzioni possibili nell’ambito
degli standard definiti con il Patto per la salute. Tutti i 24 sindaci del Reventino
continueranno a chiedere al ministro Lorenzin di potenziare il modello ospedaliero
di zona disagiata montana, peculiarmente e in deroga, perché il diritto alla salute
dev’essere tutelato per tutti i cittadini e non solo per coloro che hanno la fortuna
di abitare in contesti meno periferici. Non crediamo che il problema del disavanzo
sanitario in Italia sia dipeso dalle poche e piccole strutture di area disagiata,
ma che i veri problemi risiedano altrove”.