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Lamezia Terme, i candidati della provincia di Catanzaro della lista Monti per l’Italia hanno incontrato gli elettori

| Il 16, Feb 2013

Gianfranco Spinelli, Alessandro Rizzello e Giuseppe Panarello, insieme al capolista Beniamino Quintieri, hanno ribadito le linee guida essenziali della politica che la loro lista propugna

Lamezia Terme, i candidati della provincia di Catanzaro della lista Monti per l’Italia hanno incontrato gli elettori

Gianfranco Spinelli, Alessandro Rizzello e Giuseppe Panarello, insieme al capolista Beniamino Quintieri, hanno ribadito le linee guida essenziali della politica che la loro lista propugna

 

 

A due settimane dall’inizio della presentazione della lista con Monti per l’Italia, i candidati della provincia di Catanzaro, Gianfranco Spinelli, Alessandro Rizzello e Giuseppe Panarello insieme al capolista Beniamino Quintieri, hanno incontrato nuovamente la cittadinanza lametina. Al teatro Umberto, davanti ad un pubblico attento e partecipe, sono state ribadite alcune linee guida essenziali della politica che la lista guidata dal presidente Monti propugna.

Apertura affidata a Spinelli che ha sottolineato come “una informazione elettorale appiattita fa comodo a chi non vuole cambiare lo stato delle cose e portare ad uno sfacelo etico – culturale, infondendo sfiducia negli elettori e nascondendo le proprie colpe della II Repubblica. Così. A maggior ragione, Scelta Civica ha il dovere di sottolineare la diversità di proposta che ha come obiettivo la riforma dello Stato con un progetto ambizioso, ma fattibile con proposte scientifiche e non elettoralistiche che sono un vero contratto con gli italiani ma non di due pagine, bensì basato su molti punti di straordinaria impellenza e immediatezza”.

La credibilità della proposta elettorale di Scelta Civica è stata ribadita anche da Rizzello. “Condivido e ribadisco – ha detto – le parole di Spinelli. Il nostro movimento è essenzialmente due cose: storia e persone. La storia riguarda i motivi per cui è nato il Governo Monti che ha fatto sì che l’Italia non sprofondasse a causa della crisi, ha ridato credibilità al nostro paese a livello internazionale e con questa salita in campo offre una valida alternativa anche per i potenziali astensionisti. Per quanto riguarda la persone, siamo ormai stanchi di subire e quindi ci sarà un impegno porta a porta e che c’è un’alternativa credibile”. L’altro padrone di casa, Giuseppe Panarello ha incalzato subito “In queste due settimane – ha affermato – sono stati profferiti molteplici insulti all’intelligenza degli elettori italiani con dicerie e promesse improbabili. Abbiamo raccolto dati e scoperto molta disaffezione verso il voto. La Calabria fino ad oggi ha visto il precariato di intere generazioni e altre che sognano il precariato come chimera della disoccupazione. Un delirio. Nella nostra terra abbiamo una ricchezza inquinata, regalato vento agli stranieri, non abbiamo tutelato il territorio agricolo. Crotone durante i 20 anni del Pdl e la reindustrializzazione post Pertusola, ha sentito parlare solo di promesse improbabili. II milione di posti di lavoro, in realtà sono stati solo gli 800mila occupati dagli immigrati. Non ne possiamo più – ha proseguito ancora Panarello – della criminalità politica che autorizza discariche private e non pubbliche. Predomina il clientelismo. In Calabria il piano telematico e la modernizzazione non esistono, le fibre ottiche non funzionano, la sanità è tutt’altro che al passo coi tempi. Basti pensare al centro protesi di Lamezia che avrebbe potuto rappresentare un polo avanguardistico e che, invece, non funziona. Per non parlare della Biofata, inaugurata per benn due volte per disilludere in entrambe le circostanze tanta gente accorsa lì per un lavoro. Un esempio triste e degradante di una “credulandia” che proprio ieri ha visto un’altra spiacevole puntata andare in scena a Gioia Tauro, dove Susanna Camusso e Rosi Bindi hanno stretto un patto per il lavoro, ovvero le solite cose, dette e fatte senza considerare la vera storia dell’insediamento di Medicenter nel porto”.

“Gravi – ha proseguito Panarello – sono i nostri tassi di scolarizzazione e innovazione rispetto al resto d’Europa. In Calabria bisogna valorizzare i sistemi locali, le risorse territoriali e i tantissimi siti archeologici; bisogna svecchiare la classe dirigente e dare risultati concreti non vantarsi dei soldi spesi. Insomma – ha concluso – Scelta Civica deve partire da Roma ma proseguire il suo impegno nei comuni, soprattutto quando lo show elettorale sarà finito, cominciare a fare sul serio dopo il 26”.

La chiusura dell’assemblea pubblica è stata affidata al capolista calabrese, Beniamino Quintieri. Che ha parlato di “una campagna elettorale soft scelta dalla nostra formazione politica, senza polemiche, visto che è nella nostra indole politica e nel nostro partito non ci sono politici, persone condannate o rinviate a giudizio che devono essere per forza eletti. Ma in un paese che da 20 anni dice le stesse cose e fa le stesse promesse diventa un’operazione estremamente difficile. Speravamo che cambiasse la legge elettorale, ma così non è stato perché, evidentemente non conveniva a nessuno; il potere elettorale fa gola a troppi. Si è detto – ha proseguito Quintieri – che il Governo Monti abbia messo troppe tasse e gli si è chiesto di far ripartire l’Italia; ma un paese che non cresce da 15 anni a causa di una finanza “allegra”, neanche un miracolo avrebbe potuto rimetterlo in moto in così poco tempo. Piuttosto ci sono riforme necessarie da portare avanti e solo così potremo pensare di crescere e ridurre il debito pubblico. Con Monti i conti sono di nuovo in sicurezza e l’Italia ha riacquistato credibilità all’estero. La politica delle riforme vale per tutto il nostro paese, ma ancor di più per la Calabria che è il Sud del Sud. Qui è stato sperperato capitale umano, di bellezza, cultura, tradizione, turismo, ambiente. E’ stato dato eccessivo potere agli amministratori locali che si sono vantati di avere i soldi, ma li hanno distribuiti a pioggia e clientelarmente. Smontare la macchina attuale e rimontarla bene in modo da farla funzionare – ha concluso -. Non è facile e qui tempo il voto di protesta. Bisogna vivere dando un contributo alla politica, ma non vivere di politica. L’Italia deve tornare ai livelli di quella che negli anni ’50 -’60 era come la Cina di oggi. Unica nazione insieme al Giappone a crescere demograficamente ed economicamente. Dobbiamo ricreare quelle condizioni ma non con stile retrò, ma attuale. Bisogna ripristinare i valori della cooperazione politica e sociale”.