Lamezia Terme: i pellegrini tornano da Medjugorie ricaricati interiormente e rafforzati nella fede
redazione | Il 30, Ago 2011
Sette giorni di preghiera accompagnati dal parroco don Pino Latelli
Lamezia Terme: i pellegrini tornano da Medjugorie ricaricati interiormente e rafforzati nella fede
Sette giorni di preghiera accompagnati dal parroco don Pino Latelli
Sono tornati con più forza interiore i fedeli partiti dal lametino alla volta di Medjugorie spinti dalla devozione a Maria, Regina della Pace. Il pellegrinaggio, organizzato dall’insegnante Teresa Notaro, in sinergia con Mimmo Marra, è stato guidato dal sacerdote don Pino Latelli. I pellegrini hanno condiviso momenti di preghiera e fraternità con altri gruppi di Lamezia e del lametino incontrati a Mediugorie e precisamente con il gruppo organizzato da Aurora Taurino, guidato da don Pino Fazio, con quello della Parrocchia di Martirano Lombardo, guidato dal parroco Giovanni Masi e con quello della Missione Belen di Lamezia Terme, guidato dai missionari Maria, Andrè e Paolinjo. Nell’arco di sette giorni molti, dunque, sono stati i momenti di preghiera che hanno suscitato nei fedeli profondi sentimenti cristiani avvicinandoli alla Regina della Pace.
«Quando sono partita per Medjugorie – ha testimoniato Licia di Amantea – avevo il cuore chiuso, chiuso al Signore, chiuso alla speranza, chiuso all’amore. Grazie Maria, Madre mia, perché dopo Medjugorie torno a casa col cuore aperto a Dio colmo del suo amore e della sua grazia». Man mano che trascorrevano i giorni i fedeli lametini hanno vissuto esperienze di una bellezza interiore indescrivibile nelle fasi del loro peregrinare quando, per esempio, sono saliti sul Podbrdo, Monte delle apparizioni, recitando il Santo Rosario e dove, secondo le testimonianze, apparve per la prima volta la Madonna il 24 giugno 1981. Momenti di altrettanta intensa serenità e fede sono stati quelli vissuti dai fedeli nel salire sull’impervio Krizevac, Monte della Croce, meditando le stazioni della via Crucis o quelli della visita al santuario di Tihaljna. Tanta è la pace che è possibile trovare a Medjugorie, il paesino della ex Jugoslavia, situato alla base delle colline Krizevac e Podbrdo, il cui nome significa proprio “fra i monti”, dove dal 1981 sei ragazzi affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenta con il titolo di “Regina della Pace, una figura femminile luminosa sul Podbrdo” con un bambino fra le braccia. Da allora ad oggi, secondo i veggenti, la Signora, invita alla conversione, alla preghiera, alla pace nel suo significato più ampio: con Dio, con gli uomini, ma anche interiore, indicando che la si può raggiungere con cinque strumenti: la preghiera, l’Eucarestia, la lettura della Bibbia, il digiuno, la confessione mensile. Sono stati sufficienti pochi giorni perché questi strumenti riaccendessero e ravvivassero la fede nei pellegrini che, veramente soddisfatti, hanno manifestato il desiderio di ritornare a Medjugorie per rivivere la gioiosa esperienza che scaturisce dallo stare insieme nella preghiera alla presenza di Maria.
«A Medjugorie – ha osservato Maddalena Cimino, responsabile dell’ufficio pastorale del turismo religioso di Platania, – si riesce a cogliere la sovrabbondanza di grazia e si ritorna a casa con una forza interiore che prima non si conosceva» mentre Teresa Notaro, responsabile del Gruppo di preghiera Maria della Pace di Lamezia Terme, ha aggiunto che «senza nulla togliere ad altri luoghi, Medjugorie rimane unica in quanto in essa si avverte la presenza di Maria che parla al cuore dei fedeli, specie alla salita al Monte delle apparizioni, un cammino penitenziale attraverso il quale Maria chiama alla via lunga e faticosa della conversione». Sulla stessa linea Don Pino Latelli, secondo il quale «le persone, che normalmente sono lontani dalla chiesa e dai sacramenti, a Medjugorie si avvicinano alla fede e riscoprono i valori della vita cristiana perché si avverte la presenza della Madonna nella vita di ciascuno con la tenerezza e l’amore di una Madre che sa di cosa ha bisogno il figlio. Qui l’uomo sperimenta la propria fragilità ma soprattutto il sentirsi amato da Dio nonostante un’esistenza di miseria, lontananza e peccato. Una esperienza dunque forte, che cambia la vita in modo radicale dando ad essa il suo giusto significato».
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