Lamezia, tributo dell’Uniter alla poetessa lametina Maria Cianflone Scaldaferri Una preghiera in musica “ Ave Maria” di Gounod, eseguita al mandolino dal professore Giovanni Cimino, ha dato inizio all’incontro
di Lina Latelli Nucifero
L’Uniter ha rivolto un tributo alla poetessa lametina Maria Cianflone Scaldaferri, recentemente scomparsa, sia per esaltarne l’umanità che la valenza poetica attraverso le sue tre opere: Ultimo sole, Sotto il segno del cancro e Tempo imperfetto. Una preghiera in musica “ Ave Maria” di Gounod, eseguita al mandolino dal professore Giovanni Cimino, ha dato inizio all’incontro scandito da musiche alternate a alla proiezione di video, alla lettura e commento di varie poesie della poetessa di cui il presidente dell’Uniter Italo Leone ha sottolineato l’originalità mettendo in luce tre diverse condizioni esistenziali aventi come filo conduttore il tempo. Maria Cianflone, docente in pensione, era nata a Nicastro dove si era dedicata con impegno e passione all’insegnamento e, nel contempo, aveva coltivato la poesia per la quale ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Le parole e i toni misurati delle liriche esprimono momenti di serenità e di riflessione, legati al valore della famiglia e alle piccole cose della vita quotidiana con evidenti richiami ad Ungaretti e Montale nel senso che la poetessa «isola in un verso una parola» ha commentato il presidente Leone. Una poesia , però, che rappresenta anche un vissuto difficile, caratterizzato da luci e da ombre, a causa di una malattia che la poetessa tentò coraggiosamente di sconfiggere. Una poesia, quindi, accostata al dramma personale che assurge a dramma universale stemperato nell’evocazione di quel mondo, ormai scomparso, di cose antiche in cui si sono cresciuti suo padre e sua madre. Ecco perché la sua poesia di Maria Cianflone risuona di miti e di nostalgia preludendo molto tempo prima il decadimento del sociale che tocca anche il pensiero. Significativi i versi della poesia “ Il mio paese”, letta dalla vicepresidente Costanza Falvo D’Urso, nei quali emerge il rapporto conflittuale ed affettivo della poetessa verso il padre: “ Devo venire un giorno a passeggiare/ sul Corso Numistrano/ quando avrò tempo/… e intanto mi chiedevi/ di tutti e d’ogni cosa. /Ed io ti rispondevo un po’ seccata/ di dovere ancora- /quasi appello di guerra – ad ogni nome/ dire: “ Presente!”. Altrettanto incisivi i versi “ A me lo specchio non dice la verità” ( Nello specchio) interpretati dal dottore Gianni Caruso secondo il quale essi richiamano un narcisismo positivo in quanto fanno riflettere su temi esistenzialisti e altrettanto importanti i versi “ Racconto parole per farne monili per i giorni di silenzio” ( Parole) letti da Giovanni Cimino secondo il quale in essi è presente tutta la poetica della poetessa Cianflone. Ma il vero testamento spirituale Maria Cianflone ce l’ha consegnato nell’ultima poesia “ Ora sono io mia madre”, letta alla numerosa platea dei convenuti, dalla sorella Adriana, visibilmente commossa.