L’Amministrazione comunale di Palmi celebra la Polizia locale
redazione | Il 18, Mag 2013
Stamattina, sulla parete all’ingresso dello storico palazzo San Nicola, sede del Municipio, è stata posta un’opera in bronzo, altorilievo e bassorilievo su marmo a simboleggiare la presenza costante delle guardie comunali a tutela della sicurezza e delle leggi ed a salvaguardia dell’Istituzione municipale
L’Amministrazione comunale di Palmi celebra la Polizia locale
Stamattina, sulla parete all’ingresso dello storico palazzo San Nicola, sede del Municipio, è stata posta un’opera in bronzo, altorilievo e bassorilievo su marmo a simboleggiare la presenza costante delle guardie comunali a tutela della sicurezza e delle leggi ed a salvaguardia dell’Istituzione municipale
PALMI – E’ stato intendimento dell’Amministrazione comunale di Palmi valorizzare l’operato della Polizia locale e fornire un segno tangibile di riconoscimento per la dedizione, troppo spesso misconosciuta, che anima gli operatori di quel comparto in ogni Comune d’Italia.
Tale sentimento è nato dalla constatazione che, contrariamente a quanto avviene in favore di altri organi o corpi di polizia, non risultano presenti tributi monumentali a perenne memoria del sacrificio delle vittime dei Corpi di Polizia locale, seppur presenti in numero considerevole e non troppo sovente ricordati.
In quest’ottica la città di Palmi si è affidata allo scultore Achille Cofano, prestigioso artista di fama, il quale ha realizzato un’opera in bronzo, altorilievo e bassorilievo su marmo che, stamattina, in una Piazza Municipio gremita di Gonfaloni di decine e decine di città da tutta Italia e di Autorità civili, religiose, militari, centinaia di poliziotti municipali in alta uniforme, è stata collocata, su parete all’ingresso dello storico Palazzo San Nicola, sede del Municipio della città di Palmi, a simboleggiare la presenza costante delle “guardie comunali” a tutela della sicurezza e delle leggi ed a salvaguardia dell’Istituzione municipale, che renda perenne la memoria del sacrificio degli uomini e delle donne che indossano quella gloriosa uniforme.
Presenti i capoluoghi di provincia, la città di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, Vibo Valentia, con le rispettive delegazioni di Polizia Locale e rappresentanze Istituzionali.
Presenti:
− la città di Milano, con il Gonfalone civico accompagnato da Comandante di Zona della Polizia Locale e da una delegazione di agenti in alta uniforme storica; erano inoltre presenti i familiari dell’agente Niccolò Savarino;
− la città di Firenze, rappresentata dal Capitano Alessandro Guidotti del Corpo di Polizia Locale
− la città di Campobello di Licata (AG), che ha dato i natali all’agente Niccolò Savarino, con il Gonfalone civico ed il Sindaco, Gianni Picone;
− la città di Barletta, con il Gonfalone civico accompagnato dal Comandante della Polizia Locale e da una delegazione;
− i familiari dell’agente Giuseppe Macheda ucciso a Reggio Calabria;
− i familiari dell’agente Giuseppe Marino ucciso a Reggio Calabria;
− il Comune di Calanna (RC) con il Gonfalone civico ed il Sindaco;
− il Comune di Praia a Mare con il Gonfalone civico, il Presidente del Consiglio Comunale, i familiari dell’agente Bruno Mammì, recentemente scomparso e ricordato durante la cerimonia.
Ma soprattutto si è rivolto un pensiero ed un tributo al valoroso agente Nicolò Savarino, appartenente al Corpo della Polizia locale milanese, la cui dedizione, votata all’estremo sacrificio, ha colpito l’Italia tutta; il suo nome, così come quello delle decine di caduti in servizio appartenenti ai Corpi di Polizia locale d’Italia, anche per mano della criminalità comune o delle consorterie mafiose, è scolpito in una stele che affianca il monumento eretto nel nostro palazzo municipale. Accanto al suo nome sono incisi sulla stele in marmo i seguenti nomi, così che tutti i cittadini possano trarre da essi il più fulgido esempio di senso del dovere e attaccamento alle Istituzioni:
Eccidio di Barletta, 11 vigili urbani trucidati, 12.09.1943
Pietro Stefanini – Firenze, 02.08.1944
Attilio Mazzoni – Firenze, 11 marzo 1944
Guido Pescini, Firenze, 11 agosto 1944
Michele Bova – Roma, 20.01.1954
Ferdinando Danesi – Brescia, 03.07.1970
Orazio Cammisa – Alberobello, 13.06.1974
Renato Stucchi – Pioltello, 03.12.1976
Paolo Ruggeri – Paderno Dugnano, 22.01.1977
Vincenzo Ugga – Milano, 09.03.1977
Walter Procaccini – Roma, 06.11.1977
Salvatore Castelbuono – Villafrati, 26.09.1978
Bartolomeo Mana – Druento, 13.07.1979
Angelo E. Nobile – Solaro, 17.06.1980
Luciano Raffa – Milano, 26.05.1981
Bruno Montesi – Roma, 24.11.1981
Giuseppe Macheda – Reggio Cal, 28.02.1985
Giuseppe Rattà – Catanzaro, 24.12.1986
Aurelio Zaghini – Savignano sul Rub., 27.10.1987
Roberto Bussi – Torino, 31.03.1988
Guglielmo Miserocchi – Ravenna, 05.02.1989
Ivano Pasi – Ravenna, 05.02.1989
Angelo Versaci – Calanna, 04.09.1990
Giuseppe Marino – Reggio Cal., 16.04.1993
Carlo Salerno – Trezzano sul Nav., 29.05.1993
Alessandro Ferrari – Milano, 27.07.1993
Giovanni Fazio – Palma di Mon., 22.09.1997
Valter Mollo – Orbassano, 06.07.2000
Nicolò Savarino – Milano, 12.01.2012
Numerose le Autorità presenti:
il Senatore Maurizio Saia, promotore e firmatario della proposta di legge di riforma della Polizia Locale
Presenti i vertici nazionali e regionali del Sindacato Unitario dei Lavoratori di Polizia Municipale (SULPM), Dr.Claudio Mascella (Segretario Generale), Dr.Franco Fadini (Segretario Generale Vicario), Dr.Mario Assirelli (Segretario Generale Vicario), Dr.Paolo Sarasini (Segretario Regionale Emilia Romagna), Dr.Mario Giaccheri (Segretario Regionale Toscana), Dr.Francesco Spadaro (Segretario Regionale Sicilia), Dr.Antonio Bonfilio (Segretario Regionale Calabria), nonché il Comandante della Polizia Locale di Altopascio (FI) Dr.Domenico Gatto.
Presente il Presidente dell’Associazione Nazionale Comandanti ed Ufficiali di Polizia Municipale (ANCUPM) Colonnello Diego Porta, nonché vice Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale ed il Presidente Regionale Colonnello Gianpiero Scaramuzzo, Comandante della Polizia Locale di Cosenza.
La giornata è iniziata alle ore 09:00 con un incontro – convegno presso la sala convegni del Grand Hotel Stella Maris, nel quale si è dibattuto sulla riforma della Polizia Locale e sulla proposta di legge Regionale in materia di Polizia Locale; alle ore 11:30 ci si è spostati in P.zza Municipio ove vi è stato:
− schieramento picchetto e banda musicale del Comune di Seminara
− schieramento gonfaloni e delegazioni comunali
− ricezione familiari caduti in area riservata
− ricezione ed onori alla Autorità
inizio cerimonia – apertura con inno polizia locale italiana
saluti e brevi interventi:
Comandante Dr.Francesco Managò
Sindaco dr.Giovanni Barone
Ass.cultura e legalita’ Dr.Eduardo Lamberti Castronuovo
On.Giovanni Nucera, consigliere-questore Consiglio Regionale Calabria
Assessore Regionale Luigi Fedele
Senatore Maurizio Saia
Si è data poi lettura dei nomi caduti
Il momento più toccante è stato segnato dal conferimento riconoscimenti e ricordi ai familiari dei caduti presenti ed alle delegazioni in rappresentanza con lettura delle motivazioni e delle circostanze della morte dei valorosi colleghi (“crest” in ceramica realizzati dall’Istituto d’Arte “Guerrisi” di Palmi, scultura personalizzata per i familiari dell’agente Savarino, crest ricordo per i familiari dell’agente Bruno Mammì, recentemente scomparso a Praia a Mare)
I RICONOSCIMENTI SONO STATI CONSEGNATI A:
BARLETTA – 12 settembre 1943 – I tedeschi entrarono a Barletta con 400 uomini della divisione “Goering” ed un reparto di SS, con l’incarico di riportare ordine e di scovare i responsabili della morte di due soldati in Piazza Roma. I nazisti si recarono presso il Comando dei Vigili Urbani, al fine di ottenere i nomi di colpevoli dell’agguato ai tedeschi del giorno precedente. Il maresciallo dei vigili urbani Francesco Capuano, prima che i tedeschi facessero il loro ingresso, ordinò ai suoi uomini di non reagire per evitare qualsiasi rappresaglia contro la cittadinanza. I Vigili Urbani pagheranno con la vita il loro senso del dovere. Vennero portati fuori dal Comando e messi contro il muro dell’edificio che ospita la direzione delle Poste. Nell’ordine da sinistra ci sono i vigili Antonio Falconetti, Pasquale Del Re, Luigi Gallo, Vincenzo Paolillo, Gioacchino Torre, Pasquale Guaglione, Michele Spera, Francesco Gazia, Sabino Monteverde, Michele Forte e Francesco Falconetti. Lì fu sparata la prima raffica di colpi. Feriti in modo più o meno grave, i dodici martiri, si strinsero l’uno all’altro per cercare una futile protezione. La seconda raffica di colpi non lasciò nessun superstite. I segni di quell’infausto giorno sono ancora visibili, nel muro dell’Ufficio Postale. I buchi lasciati dai proiettili, non sono mai stati ricoperti in perenne ricordo di quel tragico avvenimento e del sacrificio di 11 vigili urbani che non si piegarono all’arroganza nazista sacrificando le proprie vite per salvaguardare l’incolumità della popolazione.
FIRENZE – 02 agosto 1944 – Pietro Stefanini, maresciallo dei vigili urbani fiorentini, ardente oppositore dei nazisti ai quali mai volle piegarsi, veniva da questi scovato intorno alle ore 11:30 e condotto presso la chiesa di San Clemente a Panzalla, dove veniva giustiziato a mezzo fucilazione;
FIRENZE – 11 marzo 1944 – Il brigadiere dei Vigili Urbani, Attilio Mazzoni, sprezzate del pericolo si prodigava a prestare soccorso alla popolazione fiorentina duramente colpita dall’incursione aerea in corso nel viale Belfiore, cadeva eroicamente sotto i bombardamenti
FIRENZE – 11 agosto 1944 – Il vigile Guido Pescini, nonostante vi fossero cecchini tedeschi appostati ovunque, noncurante del pericolo tentava ugualmente di raggiungere i cittadini di un rione fiorentino rimasti isolati, minacciati da truppe naziste, per portare loro assistenza; durante uno scontro veniva però falciato da una raffica di mitragliatrice cadendo eroicamente al suolo
ROMA – 20 gennaio 1954 – il vigile urbano Michele Bova, sprezzante del pericolo e con altissimo senso del dovere, tenta di fermare un’ Alfa Romeo che veniva inseguita da una pattuglia della polizia di Stato; nonostante il pericolo tangibile non esita dal tentare di arrestare la corsa dell’auto ma viene travolto ed ucciso dai criminali;
ROMA – 6 novembre 1977 – il vigile urbano Walter Procaccini, di 28 anni, nel Corpo di Polizia Municipale di Roma da 11 mesi e sposato da soli 4 mesi, inseguiva un giovane, forse autore di uno scippo, che si dava a precipitosa fuga a bordo di motociclo. Dopo un tortuoso inseguimento riusciva a raggiungerlo ma, affiancatolo, veniva colpito dal malvivente che sferrava un calcio alla ruota del motociclo di servizio, facendo cadere a terra il vigile che riportava ferite mortali, spirando tragicamente in ospedale poche ore dopo;
ROMA – 24 Novembre 1981 – il vigile urbano Bruno Montesi, un anno prima della morte, in servizio nel centro urbano, notava una donna che stava annegando nelle putride acque del Tevere; noncurante del pericolo non esitava neanche un attimo e si gettava nel fiume riuscendo a salvarla ma nella circostanza contraeva il temibile morbo della leptospirosi che, dopo pochi mesi, lo portava al decesso tra grandi sofferenze. Fulgido esempio di senso del dovere portato all’estremo sacrificio.
CATANZARO, 24 dicembre 1986: il Vigile Urbano Giuseppe Rattà, durante il normale svolgimento del servizio di pattugliamento, si avvedeva di rapina appena perpetrata in danno di una gioielleria. Senza esitare si lanciava al suo inseguimento ingaggiando violento conflitto a fuoco con il rapinatore; colpito mortalmente, mentre cadeva al suolo riusciva comunque a rispondere al fuoco con la propria pistola d’ordinanza, uccidendo il malvivente e spirando poco dopo. La Bandiera, del Corpo della Polizia Municipale di Catanzaro, nel 1986 è stata insignita della medaglia d’oro al valor civile a seguito di quel tragico evento che sconvolse la città.
REGGIO CALABRIA – 28 febbraio 1985 – Giuseppe Macheda, 30 anni, sposato con Domenica Zema, di 26, incinta di sei mesi. Da sei mesi faceva parte della squadra di vigili urbani che, agli ordini del Pretore Angelo Giorgianni, controllava i cantieri edili per colpire le costruzioni abusive e quindi lo strapotere delle consorterie mafiose che detenevano il monopolio nell’edilizia. Era uno dei dieci uomini che, comandati da un maresciallo, avevano denunciato nelle ultime due settimane, non meno di cinquanta persone fra imprenditori edili e proprietari di immobili che avevano realizzato scempi urbanistici anche in zone vincolate. Interi quartieri, caotici e disgregati, erano sorti impetuosamente devastando colline di Reggio Calabria e zone di notevole interesse paesaggistico. Qualche giorno prima era stata incendiata l’auto di altro componente della squadra. Il giovedì sera Giuseppe Macheda partecipa a una riunione operativa del gruppo nella sede del comando della Polizia Municipale alla presenza del Pretore. La riunione termina dopo la mezzanotte e Macheda torna a casa. Uno spietato killer aspetta che scenda dall’auto, che parli al citofono con la moglie e si volti per risalire sulla vettura: è a un metro da lui e spara due volte con una lupara. Giuseppe Macheda, investito dalle scariche di pallettoni, si accascia al suolo e muore all’istante.
REGGIO CALABRIA – 16 aprile 1993 – La giunta e, in particolare, l’assessore al traffico e vicesindaco liberale, Amedeo Matacena, hanno deciso di far rispettare senza deroghe il divieto di transito e sosta sul Corso Garibaldi, che era diventata una strada come tutte le altre, con il traffico impazzito, auto e motorini parcheggiati in doppia e tripla fila, feriti e morti in incidenti stradali. Un impegno che si era concretizzato in un maggior controllo da parte della Polizia Municipale che aveva inasprito i controlli con multe e carri rimozione in funzione per più ore al giorno. Una rivoluzione in una città in cui applicare la legge era diventato impossibile. Nasceva da lì la decisione di dare una lezione ai vigili. E proprio in un giro di perlustrazione erano impegnati l’agente Giuseppe MARINO ed il Maresciallo Orazio PALAMARA, i quali avevano appena elevato alcune contravvenzioni e chiamato il carro-attrezzi per far rimuovere alcune auto in sosta. Un killer solitario, appostato dietro la “Fiat Ritmo” di servizio, apriva il fuoco contro gli agenti sparando quindici colpi di una pistola da guerra calibro 9×21. Tutti i colpi andavano a segno alla testa e al torace. Scattava subito l’allarme ed in pochi minuti venivano organizzati i soccorsi, ma quando Giuseppe Marino arrivava al pronto soccorso degli Ospedali riuniti ai medici non rimaneva altro che constatarne il decesso. Il collega, Orazio PALAMARA invece, veniva sottoposto a un lungo intervento chirurgico e sopravviveva.
CALANNA (RC) – 4 settembre 1990 – E’ sera e Angelo Versaci, quarantatre anni, agente di Polizia Municipale integerrimo in una realtà difficile, dopo avere passato il pomeriggio con la moglie Annamaria, dipendente dell’ufficio postale, torna in paese. Ha voglia di spensieratezza, va al bar dove ci sono gli amici. Gioca al biliardo, poi ne approfitta per una partita a carte come spesso si fa nei paesi. All’ora di cena torna verso casa. Suona al citofono ed Annamaria gli risponde e va ad aprire. Proprio in quel momento un killer, nascosto nell’oscurità, si avvicina e gli spara contro tre colpi di fucile: uno fa a segno sulla spalla, gli altri due lo centrano alla testa uccidendolo sul colpo.
MILANO – 9 marzo 1977 – Vincenzo UGGA, ”ghisa” 30enne, nell’espletamento del servizio d’istituto, interveniva con un collega in una rapina inseguendo l’autore, Vincenzo Andraus detto “il boia”, noto e spietato killer della mala milanese, con il quale ingaggiava violento conflitto a fuoco. Fatto segno di numerosi colpi l’agente UGGA cadeva esanime al suolo. Il criminale sarà condannato all’ergastolo;
MILANO – 26 maggio 1981 – l’agente Luciano Raffa, in servizio presso l’istituto scolastico di via Zurigo, notando un motociclo guidato da un tossicomane che partiva a gran velocità verso una nonna col nipotino che stavano attraversando la strada, non esitava a correre facendogli scudo con il proprio corpo e venendo travolto ed ucciso dal criminale.
MILANO – 27 luglio 1993 – il ”ghisa” Alessandro Ferrari, 30 anni, moriva nell’attentato terroristico-mafioso di via Palestro
MILANO – 12 gennaio 2012 – Nicolò Savarino, agente di quartiere della Polizia Locale milanese, 42 anni, nativo di Campobello di Licata (Agrigento). Durante la quotidiana attività di controllo del territorio a bordo del velocipede di servizio, aveva modo di assistere all’investimento di un pedone da parte di un fuoristrada, il cui conducente tentava di darsi a precipitosa fuga. Al fine di identificarlo e di scongiurarne la fuga, nonostante il manifesto pericolo per la propria incolumità, non esitava nel tentativo di sbarrargli la strada, ma veniva travolto e trascinato dal veicolo investitore per centinaia di metri, perdendo tragicamente la vita. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio. Con decreto del Presidente della Repubblica è stata conferita, alla memoria dell’Agente di Polizia Locale Nicolò Savarino, la medaglia d’oro al valor civile
Al termine, dopo che l’artista Achille Cofano ha illustrato la scultura, si è proceduto con la scopertura del monumento, accompagnata dall’inno nazionale e dalla benedizione, la deposizione corona e silenzio fuori ordinanza suonato dalla Banda.
L’EVENTO E’ STATO TRASMESSO IN DIRETTA NAZIONALE SU RAI UNO NELLA TRASMISSIONE “LA VITA IN DIRETTA” DELLE
DURANTE L’EVENTO PRESENTI RAI 3 REGIONE, VIDEO CALABRIA, TELESPAZIO CALABRIA ED ALTRI NETWORK.