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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Lampedusa, altri arrivi. Colle: “Ok linea Maroni”

Lampedusa, altri arrivi. Colle: “Ok linea Maroni”

| Il 22, Mar 2011

Sbarchi senza sosta, circa 4.800 immigranti sull’isola a fronte di cinquemila residenti

Lampedusa, altri arrivi. Colle: “Ok linea Maroni”

Sbarchi senza sosta, circa 4.800 immigranti sull’isola a fronte di cinquemila residenti

 

(ANSA) LAMPEDUSA (AGRIGENTO) Continua a Lampedusa l’emergenza migranti, legata in particolare all’eccezionale afflusso di cittadini dai Paesi del Nord Africa in seguito ai conflitti scoppiati nella zona. Oltre 5.000 gli immigrati presenti sull’isola. Stamani è prevista una riunione al Viminale tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e i rappresentati degli enti locali: il governo assicura provvedimenti “immediati” ed una lista di strutture per l’accoglienza. Nel 2011, secondo i dati del Viminale, sono già sbarcati in Italia 15 mila migranti. Il ministro Maroni avverte del rischio terroristi e criminali tra i libici in fuga dal Paese in guerra. Ancora giallo sul rimorchiatore con otto italiani d’equipaggio che naviga in acque libiche con miliziani a bordo. Dopo giorni di sbarchi e nonostante il mare calmo, sono arrivati a Lampedusa solo 137 migranti: se si guardano i numeri degli ultimi due giorni – 1.200 sabato, 1.300 domenica – è una buona notizia. L’unica, però: sull’isola ci sono 5.400 stranieri, solo cento in meno di tutta la popolazione lampedusana, 2.800 dei quali accampati all’aperto lungo il molo in condizioni igieniche pessime, 230 minori che dormono per terra in una sede comunale e il resto a zonzo per le vie del paese, senza nulla da fare. Un’emergenza in piena regola, dunque, che va risolta prima che si trasformi in tragedia: il porto di Zarzis, in Tunisia, è assediato dai clandestini e chi conosce il mare assicura che i prossimi due giorni sarà piatto come una tavola. Lampedusani e migranti, inoltre, cominciano a guardarsi a brutto muso, con i primi che chiedono di non esser prigionieri in casa loro e i secondi che cominciano a non poterne più di “stare in carcere senza aver fatto nulla”. Oggi alcuni hanno rifiutato il cibo, domani potrebbero decidere proteste più eclatanti. Senza contare che si è aperto un altro fronte, anche questo molto preoccupante: nel catanese sono sbarcati un centinaio di immigrati dicendo di essere libici. Alla fine si è accertato che erano egiziani, ma il segnale che dalla Libia in guerra possano cominciare a partire, lo hanno capito tutti. Ecco perché il Consiglio dei ministri ha affrontato l’emergenza Lampedusa subito dopo la crisi libica, con l’obiettivo di risolvere la situazione prima possibile. La priorità è decongestionare l’isola, visto che con il ponte aereo anche oggi non sono partiti più di 300 immigrati: il governo ha assicurato provvedimenti “immediati” e dall’incontro in programma domani con Regioni, Province e Comuni al Viminale Maroni conta di uscire con una lista di strutture per l’accoglienza, messe a disposizione dalle regioni. Qualcuno, dopo l’appello di Napolitano, si è già fatto avanti – il presidente della Toscana Rossi e anche quello della Lombardia Formigoni, anche se “eventualmente”e per “un tempo limitato” – ma l’obiettivo è quello di avere il maggior numero di posti disponibili per distribuire così i migranti e svuotare il Centro di accoglienza al collasso. In quest’ottica è previsto per le prossime ore l’arrivo di nave San Marco a Lampedusa: servirà a trasportare nelle altre regioni un migliaio di extracomunitari. L’altro intervento messo a punto dal governo riguarda invece una serie di misure per compensare gli abitanti dell’isola dei “pesanti disagi” subiti con lo sbarco, dall’inizio dell’anno di quasi 15mila immigrati. “Il governo – ha spiegato il ministro dell’Interno – ha deciso di farsi carico del grave disagio dei lampedusani, definendo misure compensative di carattere economico e strutturale per compensare l’isola di quanto sta subendo”. “Dal Consiglio dei ministri – ha aggiunto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano – è arrivato un messaggio chiaro: Lampedusa non è sola”. Si vedrà nelle prossime ore se si tratta solo di promesse, come sostiene l’opposizione parlando di governo “incapace” a gestire l’emergenza. Quel che è certo è che bisogna fare presto prima che la situazione degeneri. L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, solitamente molto pacato nelle dichiarazioni, oggi in una nota ufficiale ha chiesto che vengano avviati “urgentemente” i trasferimenti dei migranti. Ed ha espresso “grave preoccupazione” per una “situazione insostenibile, nonostante gli sforzi degli operatori”. Una situazione in cui si registrano “condizioni igieniche critiche” e “l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi”. Ancora più preoccupato il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. “C’é il rischio di un’epidemia – dice – mancano le condizioni igieniche e di sicurezza, c’é carenza di acqua potabile”. Insomma, “l’isola é in crisi”. E oggi sono arrivati ‘solo’ in 137.

NAPOLITANO: OK LINEA MARONI, LA CONDIVIDO – A Varese, con al fianco il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha fatto un pubblico riconoscimento dichiarando di apprezzare e condividere la sua linea rispetto alla gestione dei flussi migratori che si stanno riversando sulle nostre coste in seguito alla crisi libica. “Dobbiamo concorrere insieme – ha detto – alla massima coesione sociale e politica anche a dinamiche complesse e problematiche come queste”. In questa ottica, ha spiegato Napolitano, va affrontata la questione “dei flussi migratori, dell’accoglienza di chi arriva, della vigilanza rispetto a tutto quello che si può mescolare di torbido negli sbarchi verso le nostre coste”. “Ho apprezzato in questo frangente – ha aggiunto – l’impegno del ministro Maroni. Lavoriamo in piena sintonia, per quanto le mie responsabilità non sono quelle di governo. Nei giorni scorsi, in quanto presidente del Consiglio Supremo di Difesa, ho dato il mio doveroso contributo ad una linea di condotta che credo sia corretta, e sia la sola che possiamo tenere in questo momento”.

MARONI: PERICOLO TERRORISMO,OCCHIO A ISLAMISTI – C’é il rischio che terroristi entrino in Italia infiltrati nei flussi di migranti clandestini. Per questo motivo i controlli su chi arriva si sono fatti più stringenti. E dopo l’intervento militare in Libia, è stato anche intensificato il monitoraggio sugli ambienti del fondamentalismo islamico. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che oggi in Consiglio dei ministri ha illustrato le misure per rafforzare la sicurezza nel Paese. Da parte sua, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha rimarcato che il rischio per l’Italia non è aumentato con l’azione militare in Libia. E’ stato deciso, ha spiegato Maroni, “di aumentare la vigilanza sugli obiettivi sensibili in Italia, intensificare attività informative ed investigative ed è stato convocato in seduta permanente il Comitato analisi strategica antiterrorismo(Casa). E’ stato infine intensificato – ha sottolineato – il monitoraggio di soggetti che hanno evidenziato in passato contiguità con ambienti del fondamentalismo islamico”. Gli appelli di Gheddafi contro i crociati rischiano infatti di trovare accoglienza nelle comunità islamiche più radicali e dagli imam di moschee e luoghi di culto potrebbero arrivare sermoni e messaggi di tipo estremista. L’attenzione da parte di servizi segreti e Antiterrorismo è dunque alta. Il questore di Roma, Francesco Tagliente ha spiegato come il ‘Casa’, di cui fanno parte le forze di polizia e gli apparati di intelligence, in seduta permanente consente “di valutare in tempo reale le informazioni su eventuali minacce di natura terroristica” e di “assicurare il livello di sicurezza in relazione all’evolversi degli eventi”. Dunque, occhi puntati soprattutto sugli elementi radicali già presenti in Italia. Il ministro dell’Interno, inoltre, ha messo in guardia dalla possibilità che ci siano terroristi infiltrati tra le migliaia di migranti sbarcati a Lampedusa provenienti dalla Tunisia. Questo, ha fatto sapere Maroni, “é uno dei motivi per cui le operazioni di controllo su chi sbarca hanno una durata maggiore rispetto al passato. E’ stata anche – ha aggiunto – rafforzato il rapporto di collaborazione con i servizi segreti europei, da cui ci sono sono arrivate segnalazioni su rischi di questo tipo. L’attenzione è dunque molto alta sulla possibiltà che tra coloro che arrivano da Tunisia ci sa qualcuno legato al terrorismo o anche alla criminalità organizzata”. Per La Russa, “la nostra partecipazione alla coalizione militare che sta intervenendo non ha aumentato il rischio di ritorsioni contro l’Italia, perché in ogni caso dopo la risoluzione Onu, la necessità di offrire le nostre basi era evidente e ciò avrebbe comportato lo stesso il rischio di reazioni ipotetiche che non ci auguriamo e – ha aggiunto – non avremmo neanche avuto la maggiore solidarietà della comunità internazionale”.

DA UE SOLIDARIETA’ A ITALIA E PIU’COLPITI – Solidarietà e disponibilità a dare il necessario sostegno ai Paesi più ‘colpiti’ dai flussi migratori è stata espressa oggi dall’Ue in occasione della riunione dei ministri degli Esteri svoltasi a Bruxelles. L’ Unione e i Paesi membri – si legge nel comunicato diffuso al termine del Consiglio Esteri – sottolineano ancora una volta la loro solidarietà nei confronti dei Paesi più direttamente colpiti dai movimenti migratori e ribadiscono la loro disponibilità a fornire il sostegno necessario in base all’evolversi della situazione”.

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