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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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L’Aspromonte da barriera a patrimonio in scena a Scilla in passerella

| Il 10, Ago 2014

Dall’incontro alla Terrazza “Le Sirene” un messaggio di ripartenza. Bombino: «Superare l’alternativa mare-monti per uno sviluppo organico del territorio»

L’Aspromonte da barriera a patrimonio in scena a Scilla in passerella

Dall’incontro alla Terrazza “Le Sirene” un messaggio di ripartenza. Bombino: «Superare l’alternativa mare-monti per uno sviluppo organico del territorio»

 

 

«Sull’Aspromonte, in un periodo storico determinato, si sono consumati numerosi insulti al nostro territorio. Ma paradossalmente il fatto che sia stata per molto tempo un’area interdetta ai più, consente oggi di godere di un patrimonio naturalistico incontaminato da cui poter ripartire»: così Giuseppe Bombino, presidente del Parco, a #Calabriaoltre l’Aspromonte, terzo appuntamento di “Scilla in passerella”, l’evento organizzato dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni. Il massiccio aspromontano da barriera ad opportunità: questo il tema della serata moderata da Marisa Larosa e Filippo Teramo in un affollata terrazza dell’hotel Le Sirene. Serata che si è aperta con i suoni della zampogna a moderna di Filippo Spanò, giovane virtuoso che incrocia le innovazioni estemporanee con le passate, melodie ipnotiche della tradizione: «Esistono due tipi di zampogna nella nostra provincia», ha precisato Spanò, «quella ‘a paro’, con due canne uguali, e quella ‘a moderna’, in cui si alternano due suoni, uno acuto e uno grave».

Un’alternanza tra episodi problematici e potenzialità che si è riflessa negli interventi dei relatori: Cosimo Sframeli, carabiniere e scrittore, autore con Francesca Parisi del libro A ‘ndrangheta, protagonista in prima linea durante il periodo dei sequestri, ha ripercorso quella drammatica stagione non trascurando di evidenziare la ricchezza della cultura grecanica, che negli anni ha imparato a riconoscere ed apprezzare: «Per combattere i comportamenti scorretti non basta la legalità ma ci vuole la giustizia, che si ottiene con la forza di dire no incentivando l’arte e la cultura». Anche Fausta Rigoli e Rocco Lupini, madre e figlio sequestrati negli anni ’80, seppur ricordando come «i sequestrati non sono riconosciuti come vittime di mafia», hanno riaffermato la necessità di andare oltre il dolore per continuare a vivere come abitanti di un Aspromonte che vuole rinascere: «Ognuno ha la propria storia», ha sottolineato Lupini, «io ho deciso di andare via e poi tornare a fare l’imprenditore perché credo nelle possibilità di questa terra». Una ripartenza possibile se costruita dal basso: «La questione meridionale è stata trattata come questione criminale» ha evidenziato Bombino «nessuno aveva mai chiesto a quelli che vengono considerati come gli abitanti per eccellenza del Parco, i pastori, quali erano le loro esigenze, le loro necessità: noi lo abbiamo fatto, utilizzando il loro patrimonio esperienziale per aiutarci nell’avvistamento degli incendi, stimolando il senso di appartenenza alla montagna». Non dimenticando che, per andare oltre, occorre superare l’alternativa mare-monti «l’Aspromonte è il suo mare, arriva fino alle sue coste».