L’associazione “Il Presepe” di Cittanova presenta la sua opera d’arte natalizia Conferenza stampa venerdì, alle 17, nei locali di Corso Italia. Murdaca: «Impegno per il recupero di una tradizione straordinaria»
CITTANOVA – Un Presepe suggestivo per rivivere ancora una volta il vero spirito della tradizione natalizia. Un impegno per il territorio, per la comunità e per la sua identità. L’Associazione “Il Presepe” di Cittanova anche quest’anno ha lavorato per restituire alla comunità locale, e della Piana, un mosaico di sensazioni e immagini infinite, che si perdono nella notte dei tempi. Pastori e animazioni, suoni e immagini uniti insieme in modo nuovo e assolutamente realistico. Il Presepe, allestito nel Corso Italia, parla di numeri importanti: oltre 50 metri quadrati di estensione, oltre 60 movimenti disseminati dentro il perimetro dell’opera, circa 100 luci utilizzate con sapienza per creare tonalità realistiche alle diverse fasi della giornata. E poi ancora i suoni e i colori dell’alba, del giorno e della notte. La pioggia e il temporale, la stella cometa in movimento. Un insieme di elementi che, per il 2014, fa del Presepe meccanico cittanovese il più grande in Calabria per le sue caratteristiche. La novità assoluta è l’utilizzo di supporti audiovisivi.
La presentazione ufficiale – Venerdì 5 dicembre, alle ore 17, nei locali di Corso Italia, l’Associazione “Il Presepe” presenterà ufficialmente l’opera. Durante la conferenza stampa i realizzatori spiegheranno le novità e i principali punti di interesse ideati per il 2014.
Identità e tradizione – «Da anni – ha spiegato il presidente de “Il Presepe”, Alessio Murdaca – lavoriamo per rielaborare in modo innovativo e credibile una delle più belle e suggestive tradizioni della nostra terra. Ci mettiamo il lavoro e la dedizione. Il nostro contributo – ha aggiunto – va nella direzione del recupero di un pezzo significativo dell’identità e della tradizione del Natale». Alla realizzazione dell’opera hanno lavorato Alessio Murdaca, Rocco Nasso, Rocco Siviglia. Contributi anche di Giuseppe Casella e Salvatore Giovinazzo.