Lavoratori in mobilità: è giallo sulle risorse a disposizione Per la Regione ammonterebbero a 66 milioni, ma per l’Inps sarebbero solo 6. Il consigliere regionale Gallo: «Migliaia di lavoratori in bilico: urgente fare chiarezza»
Per le politiche attive del lavoro, secondo la Giunta regionale, la Calabria potrebbe contare ancora su 66 milioni di euro, da spendere per finanziare i nuovi bandi per i tirocini formativi. Ma l’Inps non è d’accordo, ed offre un’altra verità: i fondi a disposizione sarebbero pari solo a 6 milioni.
Il dato contrastante, e allarmante, è emerso nel corso del confronto tra i lavoratori già percettori di indennità di mobilità, i loro rappresentanti ed i vertici regionali dell’Inps. A portarlo in cronaca è il consigliere regionale Gianluca Gallo. «Il 30 Gennaio scorso, rispondendo in Aula ad una mia interpellanza sull’argomento – ricorda il capogruppo della Cdl – il presidente della giunta regionale Mario Oliverio garantiva che la Regione, per i bandi da emanare, avrebbe potuto far affidamento su un tesoretto di 66 milioni. Oggi questa sua affermazione viene posta seriamente in dubbio dai conti forniti dall’Inps, che fermano a 6 milioni la disponibilità residua». Una discrepanza non da poco, che porta Gallo a dire che «qualcuno non dice la verità, o non sa fare bene i conti. In un caso o nell’altro, quello che serve, e con urgenza, è un supplemento di chiarezza: migliaia di lavoratori in mobilità che da mesi attendono la pubblicazione dei nuovi bandi per tirocini formativi non possono essere lasciati nell’incertezza. Non lo meritano, non fosse altro che per i sacrifici sin qui sostenuti». Motivo per il quale il capogruppo della Cdl invita «la giunta regionale e l’Inps a fugare ogni ombra sulla questione: sarebbe grave che si fossero ingenerate aspettative alla vigilia di un appuntamento elettorale importante come le Politiche del 4 Marzo. Ancor più grave sarebbe la mancanza di fondi per assicurare nuovi tirocini, spesso e volentieri unica fonte di sostentamento per decine di migliaia di persone e le loro famiglie. Ci rifiutiamo di credere che le cose stiano così e confidiamo in chiarimenti netti, doverosi, rassicuranti».