Lavoro: avvicendamento padri-figli, per Nucera è possibile
redazione | Il 20, Apr 2012
“Però con alcuni distinguo”
Lavoro: avvicendamento padri-figli, per Nucera è possibile
“Però con alcuni distinguo”
(ANSA) – REGGIO CALABRIA – “Ricambio generazionale? E’ possibile, ma con alcuni distinguo”. E’ quanto afferma il segretario questore del Consiglio regionale in ordine al dibattito scaturito dalla proposta del Governatore Giuseppe Scopelliti di sostituire il personale della Regione di età superiore ai 55 anni con i figli. “Ho aspettato qualche giorno, prima di intervenire nel dibattito – sostiene Nucera – non tanto per amplificare una proposta avanzata, (in forma di provocazione?), dal residente Scopelliti ma per evidenziare che in una regione come la Calabria, la drammaticità della questione lavoro non può e non deve subire momenti di stasi, ma anche per ribadire e rilanciare una nostra idea con la quale è possibile costruire un’opportunità occupazionale che non richiede particolari e approfonditi elementi di studio o di formazione. Ci sono settori, infatti in cui non sono possibili ricambi di personale attraverso il semplice avvicendamento padre-figlio. Per lavorare in un Ente locale, e comunque in un Ente pubblico, per il quale la Costituzione prevede solo ed esclusivamente l’ingresso attraverso la procedura del concorso pubblico, sono necessarie competenze, professionalità, cultura che non possono essere tramandate per via generazionale, o all’interno di una famiglia, ma richiedono l’acquisizione di sapere e conoscenze che si possono acquisire solo attraverso lo studio e la partecipazione, con profitto, ad articolati corsi scolastici o universitari, ed al superamento di esami e verifiche affidati ad organismi indipendenti”. “Ci sono, invece, settori – prosegue Nucera – nei quali è possibile ipotizzare ed introdurre una sorta di avvicendamento generazionale. Ed è ciò che ho già fatto con una apposita proposta di legge riguardante il ‘pre-pensionamento dei lavoratori idraulico-forestali della Calabria, con determinati requisiti contributivi e di eta’ anagrafica, da sostituire con la contestuale assunzione dei figli, in età da lavoro, per essere avviati in questo tipo di attivita”. Sarebbe un modo per assicurare e garantire la presenza e l’operatività degli operai idraulico-forestali nelle aree più interne e marginalizzate della nostra regione, dove resta sempre alto il rischio del dissetto idrogeologico del territorio. Una scelta che si offrirebbe anche un eccezionale strumento per il contrasto allo spopolamento delle nostre montagne e dei centri più interni, in un processo di riantropizzazione virtuosa e di grande impatto sociale, per la quale la Regione Calabria è impegnata, in altri versanti, per esempio nella tutela del patrimonio culturale e linguistico di specifici comprensori, con la programmazione comunitaria per valorizzare e promuovere cultura e tradizioni tipiche del nostro territorio”.
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