Lazzaro, riapertura discarica Comunia: soltanto un pasticcio Dura nota del responsabile del comitato spontaneo “Torrente Oliveto”, Vincenzo Crea
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Dalla documentazione progettuale in nostro possesso riferita alla riapertura della discarica di Comunia e da quanto rilevato da alcuni Enti interessati a determinarsi in sede di conferenza di servizi, si riscontrano delle gravi anomalie (chiamiamole anomalie) che riteniamo non giustificabili visto che sono posti in essere da competenti tecnici della regione Calabria e che dovevano essere prese in considerazione in sede di conferenza di servizi.
Citiamo le anomalie riscontrate dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria -Settore 10 pianificazione ambiente e leggi speciali- ove rileva che l’elaborato proposto denominato “ piano di monitoraggio e controllo” è insufficiente ad assicurare il controllo su un impianto di discarica che deve consentire lo stoccaggio in sicurezza di 500.000 metri cubi tonnellate di rifiuti speciali, come da progetto e presenta diverse incongruenze.
La prima incongruenza del documento riguarda la presenza di un riferimento normativo non più in vigore, invece della norma attualmente vigente DM 27/09/2010. Fatto a nostro avviso molto grave e non giustificabile.
La seconda incongruenza riguarda l’inadeguatezza dei controlli preventivi sul percolato prodotto. La tabella prodotta a pagina 7 del piano non prevede le analisi sui metalli pesanti, sono assenti dalla tabella almeno i seguiti metalli: piombo, rame, mercurio, nichel, cadmio, zinco, cromo esavalente, cromo totale. A parere del predetto Ufficio il piano di monitoraggio e controllo proposto va pertanto strutturalmente riformulato, ai fini della corretta configurazione di tutti i presidi ambientali, utili alla verifica delle condizioni operative derivanti dal conferimento dei rifiuti in discarica.
Dalla disamina della relazione paesaggistica, la scrivente associazione rileva tra l’altro che per quanto riguarda le modalità di reperimento del materiale terroso e/o inerte di ricoprimento giornaliero degli strati di rifiuti da conferire in discarica sarà utilizzato previo analisi il materiale da scavo. Qualora le terre da scavo non dovessero risultare idonee o insufficienti ai fini del ricoprimento giornaliero degli strati di rifiuto rimane a totale carico dell’impresa appaltatrice l’onere per il trasporto e conferimento del materiale in impianto autorizzato, nonché l’individuazione di cave di prestito autorizzate
e certificate ove reperire le quantità di materiale necessario al ricoprimento giornaliero. Al riguardo riscontriamo che il regolamento di esecuzione e attuazione del Codice dei Contratti pubblici, prevede che:” l’offerta da presentare per l’affidamento degli appalti e delle concessioni di lavori pubblici è accompagnata dalla dichiarazione con la quale i concorrenti attestano di avere direttamente o con delega a personale dipendente esaminato tutti gli elaborati progettuali, compreso il calcolo sommario della spesa o il computo metrico-estimativo, ove redatto, di essersi recati sul luogo di esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni locali, della viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità, compatibili con i tempi di esecuzione previsti, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche autorizzate, nonché di tutte le circostanze generali e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle condizioni contrattuali e sull’esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori stessi realizzabili, gli elaborati progettuali adeguati ed i prezzi nel loro complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto””.
Dalla documentazione acquisita dalla scrivente associazione presso la Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria si riscontra la mancanza del parere archeologico e della relazione paesaggistica (successivamente redatta che va ritenuta illegittima). Nonostante la carenza documentale e le anomalie riscontrate, i lavori della conferenza dei servizi tenutasi lo scorso 25 luglio si sono chiusi con determinazione conclusiva di approvazione del progetto ai fini dell’AIA. Anche questo fatto è a nostro avviso molto grave. E’ ora che si scriva la fine a questa telenovela, che dev’essere riconducibile soltanto alla messa in sicurezza della discarica previo la relativa progettazione. E’ inutile allungare il brodo allo stato attuale perché non ci sono i requisiti per la riapertura.
Se ci troviamo in questa telenovela lo dobbiamo al Sindaco pro tempore, Paolo Laganà e alla sua Giunta, che hanno suggerito ciò che oggi la regione sta cercando di realizzare accontentando la richiesta da loro avanzata. Le responsabilità sono esclusivamente della Giunta Laganà.
Vincenzo CREA, Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” e Referente unico dell’ANCADIC