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Le mani della ‘ndrangheta su terremoti Aquila ed Emilia

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La ‘ndrangheta, in piena sintonia con il clan dei Casalesi radicato a Modena, tentò di accaparrarsi appalti nei lavori di ricostruzione dopo i terremoti dell’Aquila e in Emilia. Nel primo caso, nel 2009, furono personaggi di primo piano della cosca a spendere il loro nome per procurarsi i contatti, mentre nel 2012 agirono tramite altri soggetti, non direttamente riconducibili al sodalizio criminale.

Il tentativo di infiltrazione fu però bloccato dalle interdittive antimafia emesse da alcune Prefetture, in particolare quella reggiana, contro le aziende in odore di mafia. A portare alla ribalta mediatica queste vicende inquietanti è stato il nuovo testimone del processo Aemilia, Emilio Veroni, maresciallo del nucleo investigativo dei Carabinieri di Modena, presente questa mattina in udienza nell’aula speciale del tribunale reggiano. Veroni si è occupato tra l’altro di ricostruire il quadro emerso dalle operazioni “Idra” e “Barracuda” della Procura di Reggio, che rappresentano a loro volta la prosecuzione di “Edilpiovra”. La prima inchiesta, cioè che già nel 2000 aveva iniziato a mostrare le evidenze di una cellula della ‘ndrangheta in Emilia. Proprio questo “salto nel passato” e’ stato oggetto di contestazione da parte degli avvocati della difesa e di alcuni imputati, secondo cui le vecchie indagini non sono attinenti con il processo.