Le minacce dei Facchineri, Chemi, Raffa e del cinquefrondese Michele Raso all’imprenditore Giuseppe Tropiano
redazione | Il 22, Dic 2011
Aosta, dopo gli arresti i particolari della operazione dei carabinieri
Le minacce dei Facchineri, Chemi, Raffa e del cinquefrondese Michele Raso all’imprenditore Giuseppe Tropiano
Aosta, dopo gli arresti i particolari della operazione dei carabinieri
AOSTA – “Non posso venire lì. Non ha capito allora. Non è che posso venire a prendermi un caffé in ufficio. Sono un sorvegliato speciale”. Così il sedicente avvocato Silente rispondeva al telefono alla richiesta di spiegazioni dell’imprenditore aostano Giuseppe Tropiano, a cui lo stesso aveva indirizzato quattro lettere al fine di estorcergli denaro (il 3% del maxi appalto per la ristrutturazione e trasformazione dell’ex residence Mont Blanc di Aosta). E’ quanto si legge in un’intercettazione telefonica inserita nel decreto di fermo per indiziato di delitto, firmato dai pm Daniela Isaia della procura di Aosta e Stefano Castellani della Dda di Torino, nei confronti di quattro personaggi legati alla criminalità organizzata calabrese. Spedite da Bologna a maggio, luglio, settembre e dicembre 2011, le missive – la seconda ‘corredata’ da due proiettili – sono tutte dello stesso tenore e sono sempre state seguite da telefonate “per assicurarsi che siano state recapitate e che il messaggio sia stato compreso, oltre che per sondare le intenzioni della vittima”. Tropiano aveva denunciato di aver ricevuto tali minacce il 23 agosto scorso in Questura. Autori delle lettere – si legge nei capi di imputazione – sono Giuseppe Facchinieri, di 51 anni, di Marzabotto (Bologna), i suoi cognati Giuseppe Chemi, di 51 anni, di Castel d’Aiano (Bologna) e Roberto Raffa, di 36 anni, di Aosta, e Michele Raso, di 49 anni, di Cinquefrondi (Reggio Calabria), tutti sottoposti a fermo giudiziario. Facchinieri, Chemi e Raffa sono anche accusati in concorso di “aver esploso o aver fatto esplodere due colpi di imprecisata arma da fuoco calibro 12 contro l’abitazione della moglie del fratello di Tropiano”. I reati estorsivi sono stati commessi – si legge nel decreto – “mediante ricorso a sistematiche minacce tali da ingenerare un clima di intimidazione e omertà, ingenerando nelle vittime la convinzione che la minaccia provenisse da un gruppo delinquenziale organizzato di stampo mafioso”. Inoltre Facchinieri e Chemi come mandanti e Raffa come esecutore sono accusati di “aver appiccato il fuoco ad una pala meccanica Vernieri n.635, di proprietà della Archeos, l’11 settembre scorso a Quart”. Era seguita una telefonata al titolare dell’impresa, Luigi Monteleone (i carabinieri hanno accertato che il gruppo utilizzava vari telefoni e numerose schede per evitare di essere individuato): “ascolti un attimo…io vi volevo chiedere…se voi volete lavorare da adesso in poi…dovete pagare avete capito? allora vi dico una cosa: non vi rivolgete a persone che ritenete ‘ndranghetisti, insomma persone dell’ambiente, perché perdete tempo”. Per entrambi i tentativi di estorsione i pm ritengono si tratti di “atti diretti in modo non equivoco a procurarsi un ingiusto profitto con relativo danno per Giuseppe Tropiano e Luigi Monteleone non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà”, ovvero l’intervento delle forze dell’ordine