L’editore di Approdonews rompe il silenzio Dalla crisi comunale alla pioggia di contributi alle varie associazioni fino alla lotta alla 'ndrangheta
di Luigi Longo
La storia della martoriata Taurianova si ripete. Nel 1997 Biasi, contro ogni previsione, vince le elezioni comunali battendo al ballottaggio il candidato del centrosinistra Salvatore Spinelli. Per sconfiggere Spinelli, Biasi promette a Gullace un incarico di primo piano in Giunta, ma poi, costretto dagli eventi politici, non è in grado di garantire allo stesso l’ambìto ruolo politico e ripiega su un “posticino” di assessore. Scoppia il finimondo: Gullace ed Errigo non ci stanno e lasciano la maggioranza, il tutto dopo solo un mese dal voto. Roy Biasi però non si perde d’animo e convince un consigliere di minoranza, Papalia, a lasciare il gruppo dei popolari di Crea e Falleti per passare in maggioranza.
Grazie a Papalia, Biasi governa per 4 anni con una maggioranza risicata, 11 a 10. Un solo voto di scarto tra maggioranza e minoranza, tanto basta per rimanere saldamente in sella per tutta la consiliatura. Ma per Biasi la vicenda Papalia non è un errore di percorso, tant’è che anche nella consiliatura del 2001 ha utilizzato metodi e percorsi politici non proprio lineari per non far cadere la sua Amministrazione. Lo strappo della Cordopatri e di Modaffari e compagni è stato compensato in aula consiliare addirittura con il voto (per me ancora un galantuomo) dell’ex candidato a sindaco del centrosinistra Bernava. Dunque 2 consiliature in cui Biasi parte in un modo ed arriva alla fine del mandato in un altro, ossia con una maggioranza diversa rispetto alla volontà popolare.
Un consiglio voglio dare al leader degli Innamorati: non parli in aula di pagare fuori busta il quinto assessore, perché si tratta di un reato! A questo punto meglio non nominarlo affatto se si devono utilizzare metodi non trasparenti per remunerarlo. La storia sta per ripetersi a Taurianova? Scionti attualmente conta in Consiglio 7 consiglieri di maggioranza. Morabito e Lazzaro, dopo la lettera in cui annunciano la decisione di agire in autonomia, vogliono anche fisicamente posizionarsi in minoranza, chiedendo al presidente del Consiglio comunale Fausto Siclari di spostarsi dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione. Opposizione che è composta da 5 consiglieri degli Innamorati, 2 di Impresa Calabria e altri 2 che sono Cettina Nicolosi e Rocco Sposato, i quali però, a dispetto degli altri, hanno posizioni politiche differenti.
Di una cosa sono certo: la campagna elettorale di un anno fa ha lasciato strascichi, anche personali, tra gli attuali consiglieri. La demolizione politica della Nicolosi, anche sul piano personale, durante durante la scorsa campagna elettorale da parte di un candidato a sindaco, ancora è viva nel ricordo della città. Sono convinto che per alcuni conta di più la dignità personale che il resto. In modo particolare quando si tratta di professionisti affermati che nulla pretendono dalla politica.
Va anche detto che se si è arrivati a questo punto dopo solo un anno di governo, le responsabilità vanno sicuramente individuate nella titubanza politica del sindaco Scionti. Nel mio giornale lo abbiamo scritto diverse volte, Scionti è un ottimo tecnico ma come politico lascia più di un dubbio. Non si può mettere addosso un impermeabile e farsi scivolare tutto come niente fosse. Un errore politico grave. Smantellare il gruppo che lo ha sostenuto alle elezioni amministrative del novembre scorso è un altro errore imperdonabile. Non dialogare con i consiglieri comunali è da considerarsi un errore di superficialità. Non dialogare con i partiti che lo hanno sostenuto è inconcepibile. Non comunicare con i media altro errore madornale.
Non è un mistero che personalmente ho votato l’attuale sindaco. In tal senso voglio rassicurare qualche consigliere sull’espressione del mio modesto voto. Io sono abituato ad esprimere l’orientamento politico e fare alleanze politiche alla luce del sole! Lo stesso non si può dire per tanti politicanti o mestieranti di turno. Un consigliere di minoranza scopre l’acqua calda quando afferma, in consiglio comunale, rivolgendosi al sottoscritto, come di un giornalista che ha sostenuto Scionti. Di una cosa sono certo: non sono sul libro paga di nessuno. Il mio giornale non ha mai preso contributi dalla Regione, dai Comuni e tanto meno dalla Provincia. Lo stesso non si può dire di alcuni articolisti (non giornalisti) pagati dal “marketing territoriale” della Provincia in maniera profumata, attraverso contributi elargiti, in quanto amici, ad una testata televisiva.
Basta dare un’occhiata alle delibere sfornate nel Natale del 2015 dall’ultima giunta Raffa (con Roy Biasi assessore). E cosa dire dei finanziamenti a pioggia stanziati a “bollini antimafia”? “Bollino” che per trovarlo bisogna andare a “Chi l’ha visto?”. (Per non dimenticare alleghiamo gli articoli del giornalista Pantano, ai quali attendiamo ancora una risposta).
La ‘ndrangheta si combatte recandosi nelle caserme dei carabinieri e nei commissariati di polizia, a raccontare i fatti. Altro che bollini o associazioni similari. Basta con i professionisti dell’antimafia a parole, che a destra e manca prendono incarichi sulle pelle dei testimoni di giustizia o dei tanti imprenditori silenziosi che vanno a raccontare ai Pm le angherie che ogni giorno subiscono.
Approdonews vive grazie all’impegno della proprietà e degli sponsor privati. Voglio ricordare a tutti la posizione di autonomia di un quotidiano oggi tra i più importanti della Calabria. Frutto di un lavoro straordinario di tanti giornalisti sul libro paga della proprietà e non certo della politica. Mi preme sottolineare anche la linea editoriale di assoluta autonomia del giornale, da sempre infatti abbiamo dato spazio a tutti, con opinioni anche differenti all’interno della stessa redazione. In questi 7 anni è stata la nostra forza. Abbiamo dato risalto a tutti, dando voce da destra a sinistra, passando per il centro, fino ad arrivare a Forza Nuova e al Partito Comunista. Nessuno di noi si è mai sognato di censurare nessuno!
Chiudo questa parentesi per tornare alla politica di casa nostra.
La strada che Scionti deve percorrere è quella obbligata di presentarsi dimissionario, azzerare la giunta, ascoltare tutti i gruppi politici e poi tirare le somme. Una nuova maggioranza si costruisce alla luce del sole, con un nuovo progetto politico. Se ci sono i numeri si governa, se non ci sono si torna al voto. Intanto il 30 novembre si ritornerà in Consiglio comunale per ripetere la terza lettura della modifica allo Statuto. Il sindaco per quella data deve necessariamente trovare una nuova quadra politica.