Legnochimica Rende, Miceli: “Comune sotto processo” Il 19 dicembre la prima udienza sull’omessa bonifica a seguito della denuncia del M5s
Rende (Cs) – Per noi del Movimento 5 Stelle la realtà dei fatti è sempre stata evidente: la necessità di intervenire sui terreni dell’area ex Legnochimica si è manifestata nel lontano 2001, e come previsto dalla legge, nei trenta giorni successivi si sarebbe dovuto mettere in sicurezza il sito per poi, nei successivi 6-8 mesi, procedere alla bonifica. In caso di inadempienza le amministrazioni territoriali, ad iniziare dal Comune, avevano l’obbligo legislativo di attivare i poteri sostitutivi dinnanzi al soggetto responsabile che non ha voluto portare a termine la bonifica.
E invece nel 2017, nonostante le perizie e le analisi allarmanti, nonostante gli incendi disastrosi e le visite eccellenti del governatore Oliviero con le relative promesse di intervento, nonostante le inutili ordinanze, nonostante i milioni di euro fantasma promessi dal ministro piddino all’Ambiente, nonostante i miasmi tossici sparsi nell’aria della nostra città, siamo ancora all’anno zero.
Per questa ragione a febbraio 2016 abbiamo prodotto un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza e il prossimo 19 dicembre si terrà la prima udienza di questo processo, uno dei primi in Italia di questo genere. Gli organi inquirenti hanno sposato in pieno le nostre tesi e, da come si apprende dalla stampa, agli indagati sarebbe stato contestato che “pur avendo consapevolezza dell’avvenuta decorrenza dei termini procedurali fissati dall’art. 242 TUA, e pur in presenza della perdurante evidente inerzia del liquidatore della società Legnochimica Pasquale Bilotta non provvedevano, essendovi obbligati per legge ai sensi dell’art. 250 TUA, ad attivare il potere/dovere sostituto di bonifica ponendo in essere le procedure e gli interventi previsti dall’art. 242 TUA volti a risanare le acque sotterranee ai terreni interessati risultate fortemente contaminate per la presenza oltre le soglie di concentrazione consentite (CSC) equivalenti alle CSR, di metalli pesanti quali alluminio, manganese e ferro, nonché cromo, nichel arsenico e piombo”.
È del tutto inammissibile che un ente pubblico possa lasciare che la bonifica di un sito inquinato possa avvenire in tempi così lunghi tali da consentire lo sversamento, la diffusione e la polluzione degli inquinanti nelle aree immediatamente circostanti il sito. Per questo motivo abbiamo utilizzato la legge sugli Ecoreati, voluta dal M5S, per denunciare non il disastro ambientale (il cui processo è stato archiviato dopo il decesso dell’amministratore delegato della Legnochimica), ma l’omessa bonifica. Gli indagati dovranno rispondere sul perché, essendo subentrati – a vario titolo – a chi si doveva occupare della bonifica, non hanno provveduto alla stessa, mostrando un comportamento negligente. Siamo stati letteralmente costretti a denunciare anche a causa dell’atteggiamento dell’amministrazione Manna, che potremmo riassumere in: atti inutili e chiacchiere ancora più inutili.
L’ultima inutile operazione del sindaco Manna è stata quella di recarsi a Roma per coinvolgere il Ministero nelle operazioni di bonifica, sentendosi rispondere che la bonifica toccava alla Regione. A maggio 2016, però, la Regione Calabria aveva già risposto alla richiesta formulata un mese prima dal Comune di Rende per inserire il sito della Legnochimica nel Piano Regionale delle Bonifiche. La Regione ricordava che, ai sensi della Legge Regionale n.34 del 2002, la competenza in materia di bonifiche è demandata ai Comuni e che comunque bisognava iscrivere i terreni contaminati agli oneri reali (che, ricordiamo, incide in senso restrittivo sul diritto di proprietà e diminuisce la commerciabilità economica del bene, includendo nel suo valore di mercato il costo della bonifica) e costituire presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari il privilegio speciale immobiliare (che, ricordiamo ancora, comporta una preferenza del titolare del privilegio in sede di esecuzione forzata sui beni del debitore inadempiente).
Tutte azioni che, come M5S, avevamo chiesto di effettuare già da anni. E invece assistiamo da fin troppo tempo al solito scaricabarile tra Comune, Regione e Ministero senza un solo atto concreto che possa per lo meno far iniziare il percorso di bonifica. La realtà dei fatti, come ci teniamo a ribadire, è che la città di Rende continua a puzzare e i cittadini sono costretti a respirare acri esalazioni che portano occhi gonfi, mal di testa e nausee frequenti. Sappiano tutti, però, che su questa questione noi non ci fermeremo fino a quando sarà possibile, per gli abitanti della nostra città, immaginare un futuro sereno per loro e per i propri figli.