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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 21 NOVEMBRE 2024

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L’emergenza perpetua di essere circondati da tanti “Conte Attilio” e “Don Abbondio”, a Taurianova come altrove… In un mondo dove il motto è “tengo famiglia” come disse Longanesi, “Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee”

L’emergenza perpetua di essere circondati da tanti “Conte Attilio” e “Don Abbondio”, a Taurianova come altrove… In un mondo dove il motto è “tengo famiglia” come disse Longanesi, “Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee”

| Il 28, Set 2024

Di GiLar

C’è una riflessione che spero possa trovare riscontro in altrettanti menti di questa contemporanea condizione politica. E non è solo riservata agli “alti livelli” della politica ma anche alla nostra “porta accanto”, dove la profezia di Marx che la storia si ripete due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa, si sta sempre più avverando. Al contempo non esiste più la condizione della “dignità della morale”.
C’è un livello di “scappati di casa” che detiene il potere in mano e lo fa come se la politica non fosse un servizio, ma un “lavoro”. Un lavoro ha un salario e non una “indennità”. Al contempo abbiamo dimenticato la Carta Costituzionale all’art. 54, “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Disciplina ed onore vituperate sia a livello nazionale che a livello locale: nessuno che si dimette per fallimenti o fine della fiducia nei loro riguardi (Sic!).
Lo vedo in ogni paese della Piana, nel Reggino, così come altrove in altre province dove regna sempre più una sorta di ostentazione e di megalomani quasi al limite del “narcisismo patologico”. Si vuole apparire a tutti i costi, dall’inaugurazione di un’aiuola alla riparazione di una buca fino a “Il sindaco era presenta alla sagra della frittata in fiore…” o l’assessore con outfit in versione salsa cacio e pepe, “…è presente al convegno sull’estinzione del bradipo monaco”.
Si constata anche nei vari amministratori (specie in quelli locali), in molte occasioni (purtroppo!), il sentimento della dignità come della vergogna si trasforma in arroganza. Ma è così forte il fascino di quell’indennità? Non è imbarazzante ricoprire un ruolo istituzionale quando poi il mondo che ci circonda (comprese le massaie e i muratori con la Peroni in mano), ignora finanche l’esistenza? Se non quella degli adulatori occasionali che saranno (e sono stati) sempre tali ad ogni potere che cambia? Potere non persone né rispetto personale ma rispetto (?) genuflesso del potere.
Siamo circondati da “Conte Attilio” e “Don Abbondio” che tessono la loro tela con tripli salti carpiati e con la codardia di uomini mediocri, quelli indispensabili e inutili, come ci ricordava Leo Longanesi dove la “forza sta nel rendere indispensabile la sua inutilità”.
Tutto questo scenario è stato ridicolmente accertato in diverse occasioni ludiche e ahimè culturali neri vari paesi della Piana dove si è avuto modo di toccare con mano gli eventi.
Noi scriviamo da Taurianova, siamo in questo momento una “Capitale Italiana del Libro” e lo saremo fino al prossimo maggio quando si dovrà fare il passaggio delle consegne alla prossima designata “Capitale”.
Abbiamo deciso di non parlare (per ora) di quanto sta accadendo e delle polemiche nate per delle frecciate da parte dell’opposizione politica, chi parla di “fallimento” (?), chi di “grande successo” (?), noi siamo solo osservatori fino al bilancio finale e fino a quel che sarà augurando il successo che merita la divulgazione della lettura. Purtroppo e lo diciamo con rammarico, l’uso della critica in questo periodo vuole dire essere catalogati e impressi come una “lettera scarlatta” per “detrattori”, “nemici della città” e chi più ne ha più ne metta, ma nulla ci sta impedendo di “raccogliere” atti, osservare i fatti, certificare gli atteggiamenti e poi dire la nostra!
Ma quello che ha posto in evidenza in questa splendida avventura è stata la “rivelazione delle identità”, le maschere pirandelliane intercambiabili e le varie condizioni di “personaggi in cerca d’autore” che nel loro anonimato ci hanno pure contattato in privato “perché non posso espormi visto che ho scritto un libro” (sic!).
A dire il vero non c’era bisogno della “Capitale” per conoscere la “Città d’arte (e dell’ignavia)”, è storia vecchia come il mondo, tra beneficiati e avventisti d’antan, siamo sempre in braccio a Maria, ma prima o poi anche Maria si stancherà ed anch’essa “cadranno le braccia”!