Lettera aperta a Silvio Berlusconi
redazione | Il 20, Set 2013
Scritta dal nostro opinionista Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione contro tutte le mafie e di Tele Web Italia
Lettera aperta a Silvio Berlusconi
Scritta dal nostro opinionista Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione contro tutte le mafie e di Tele Web Italia
Sig. Presidente, sono Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso.
Diverso, perché, nell’informare la gente dell’imperante ingiustizia, i
magistrati se ne lamentano. E coloro che io critico, poi, sono quelli che mi
giudicano e mi condannano. Ma io, così come altri colleghi perseguitati che
fanno vera informazione, non vado in televisione a piangere la mia
malasorte.
Pur essendo noi, per i forcaioli di destra e di sinistra, “delinquenti” come
lei.
Sono un liberale, non come lei, ed, appunto, una cosa a Lei la voglio dire.
Quello che le è capitato, in fondo, se lo merita. 20 anni son passati. Aveva
il potere economico. Aveva il potere mediatico. Aveva il potere politico.
Aveva il potere istituzionale. E non è stato capace nemmeno di difendere se
stesso dallo strapotere dei magistrati. Li ha lasciati fare ed ha tutelato
gli interessi degli avvocati e di tutte le lobbies e le caste, fregandosene
dei poveri cristi. Perché se quello di cui si lamenta, capita a lei,
figuriamoci cosa capita alla povera gente. E i suoi giornalisti sempre lì a
denunciare abusi ed ingiustizie a carico del loro padrone. Anzi, lei,
oltretutto, imbarca nei suoi canali mediatici gente comunista genuflessa ai
magistrati. Non una parola sul fatto che l’ingiustizia contro uno, siffatto
potente, è l’elevazione a sistema di un cancro della democrazia. Quanti
poveri cristi devono piangere la loro sorte di innocenti in carcere per
convincere qualcuno ad intervenire? Se è vero, come è vero, che se
funzionari di Stato appartenenti ad un Ordine si son elevati a Potere, è
sacrosanto sostenere che un leader politico che incarna il Potere del popolo
non sta lì a tergiversare con i suoi funzionari, ma toglie loro la linfa che
alimenta lo strapotere di cui loro abusano. Ma tanto, chi se ne fotte della
povera gente innocente rinchiusa in canili umani.
“Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama
bugia, è un delinquente”. Aforisma di Bertolt Brecht. Bene. Tante verità
soggettive e tante omertà son tasselli che la mente corrompono. Io le cerco,
le filtro e nei miei libri compongo il puzzle, svelando l’immagine che
dimostra la verità oggettiva censurata da interessi economici ed ideologie
vetuste e criminali. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai
potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e
proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa
dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici.
Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo
apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri
avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere
diverso! Ha mai pensato, per un momento, che c’è qualcuno che da anni lavora
indefessamente per farle sapere quello che non sa? E questo al di là della
sua convinzione di sapere già tutto dalle sue fonti? Provi a leggere un
e-book o un book di Antonio Giangrande. Scoprirà, cosa succede veramente in
Italia. Cose che nessuno a lei vicino le dirà mai. Non troverà le cose
ovvie. Cose che servono solo a bacare la mente. Troverà quello che tutti
sanno, o che provano sulla loro pelle, ma che nessuno ha il coraggio di
raccontare.
Può anche non leggere questi libri, frutto di anni di ricerca, ma
nell’ignoranza imperante che impedisce l’evoluzione non potrà dire che la
colpa è degli altri e che gli altri son tutti uguali.
Ad oggi, per esempio, sappiamo che lo studio di due ricercatori svela: i
magistrati di sinistra indagano di più gli avversari politici; i magistrati
di destra insabbiano di più le accuse contro i loro amici e colleghi. E poi.
Parla l’ex capo dei Casalesi. La camorra e la mafia non finirà mai, finchè
ci saranno politici, magistrati e forze dell’ordine mafiosi. Inutile
lamentarci dei “Caccamo” alla Cassazione. Carmine Schiavone ha detto: Roma
nostra! “Ondata di ricorsi dopo il «trionfo». Un giudice: annullare tutto.
Concorsi per giudici, Napoli capitale dei promossi. L’area coperta dalla
Corte d’appello ha «prodotto» un terzo degli aspiranti magistrati. E un
terzo degli esaminatori”. O la statistica è birichina assai o c’è qualcosa
che non quadra nell’attuale concorso di accesso alla magistratura. Quasi un
terzo degli aspiranti giudici ammessi agli orali vengono infatti dall’area
della Corte d’Appello di Napoli, che rappresenta solo un trentacinquesimo
del territorio e un dodicesimo della popolazione italiana. Un trionfo.
Accompagnato però da una curiosa coincidenza: erano della stessa area, più
Salerno, 7 su 24 dei membri togati della commissione e 5 su 8 dei docenti
universitari. Cioè oltre un terzo degli esaminatori. Lo strumento per
addentrarsi nei gangli del potere sono gli esami di Stato ed i concorsi
pubblici truccati.
Bene, dr Berlusconi, Lei, avendone il potere per 20 anni, oltre che
lamentarsi, cosa ha fatto per tutelare, non tanto se stesso, i cui risultati
sono evidenti, ma i cittadini vittime dell’ingiustizia (contro il singolo) e
della malagiustizia (contro la collettività)?
Quello che i politici oggi hanno perso è la credibilità: chi a torto attacca
i magistrati; chi a torto li difende a spada tratta; chi a torto cerca
l’intervento referendario inutile in tema di giustizia, fa sì che quel 50 %
di astensione elettorale aumenti. Proprio perché, la gente, è stufa di farsi
prendere in giro. Oltremodo adesso che siete tutti al Governo delle larghe
intese per fottere il popolo. Quel popolo che mai si chiede: ma che cazzo di
fine fanno i nostri soldi, che non bastano mai? E questo modo di fare
informazione e spettacolo della stampa e della tv, certamente, alimenta il
ribrezzo contro l’odierno sistema di potere.
Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia