Libano, al canto “bella Ciao”, a coprire l’eco infame delle bombe israelite Il drammatico racconto della guerra in corso dalla sua casa di Beirut
redazione | Il 06, Ott 2024
Vincenzo Speziali: “Le notti nella mia Beirut, dove vi sono sempre i bagliori della morte”.
E si continua…
Si continuano incessanti, devastanti, massacranti, i bombardamenti, su questa ‘mia’ Beirut martoriata, eppure indomita, adamantina, rassegnata ma resistente.
E resiste Beirut, assieme a tutto il Libano, con ogni libanese, pur di tornare alla vita, scacciando la morte, la quale bussa alle porte di ciascuno.
Resistere, già resistere, nei confronti di una aggressione vile, ignobile, foriera di caos che i nemici del Paese cercano, fomentano, si augurano, ma, fortunatamente non avviene, né vi sarà, poiché il Libano, ha quali ‘partigiani’ i migliori e i più credibili o i più puri del mondo, ovvero i giovani, a loro volta inno sano alla convivenza pacifica, ormai convinti più di quanto si possa credere, nel superamento del ‘confessionalismo costituzionale’.
Resistere, resistere sempre, con sullo sfondo di ogni strada, il canto di ‘Bella ciao’, a coprire l’eco infame delle bombe israelite fino a farmi scoppiare il cuore di gioia e di orgoglio, a fronte di una canzone simbolo di un’altra Resistenza, anch’essa vincitrice, ovvero quella italiana, che si batte`, vincendo, avverso l’oppressione anti nazifascisti, con noi democristiani a guidare il sussulto del popolo italiano.
Ecco, è uno dei motivi, per i quali io non torno, perché anche la sola presenza, fa si che un gesto di testimonianza, propria da parte mia -ultimo epigone di tale storia democristiana, cioè la più bella del mondo- beh…diventa un balsamo dell’anima, al punto tale da riuscire a dare significato per un’esistenza intera.
Signora Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni, lei è donna, è cristiana, è madre, lo dice e lo ripete sempre, così come dice e ripete sempre di essere democratica, giusta, a tratti antifascista: lo dimostri, lo dimostri con i fatti, almeno una volta!
So bene, On. Presidente, che la Destra Italiana, quella del MSI per intenderci, non era in afflato sincero e intimamente commista, con rigurgiti mussoliniani, poiché, semmai fu parte del giusto ‘sentinellismo atlantico’ e qualora non lo sapesse, glielo dico io, eterno giovame DC, conoscendo la storia vera della nostra Italia.
Epperò, parimenti a tutto ciò illustratole, aggiungo pure quanto il sottoscritto è a conoscenza -più di lei certamente, ma dicendoglielo sommessamente- persino di un altro aspetto non da poco, ovvero di come i vertici del Partito da cui Ella discende, fossero tutti pro Israele, a differenza della vostra base, a loro volta ideologizzata da un viscerale antisioismo becero, inumano ed antistorico.
Noi no! Noi democristiani fummo elemento equilibratore e moderatore, ma soprattutto o principalmente, ci rifiutammo sempre di vederci complici di un massacro lordo di sangue innocente.
Signora Presidente, a queste latitudini nelle quali mi trovo con i miei familiari, il massacro è in atto, perciò, benché nel mio piccolo, resto qui, lo faccio pure per smentire l’indifferenza Sua e del Governo che presiede e mi creda, tale indifferenza è tanto più insopportabile quanto è codarda, nei confronti di chi aggredisce militarmente il Libano, in piena violazione del Diritto Internazionale.
Una cosa è sdradicare Hezbollah, epperò allorquando si era giunti a far accettare la tregua, proprio a loro di suddetta organizzazione, non si può poi bombardare proditoriamente, strumentalmente un Paese sovrano. Lei come lo giudica tutto ciò?
Qui non c’è più nulla da bombardare, in quanto abbiamo solo morte indiscriminata, strutture distrutte, frontiere violate, vite spezzate.
Ma il Libano resiste, pronto a risorgere al pari dell’Araba Fenice, pur in mezzo alle notti dove il bagliore spegne il respiro e non illumina la vita.
Certo, persiste la forza, la dignità, la determinazione, il coraggio, la coerenza, di chi continua sotto codesto cielo a combattere per difendersi, confidando nel proprio Dio e sperando nell’aiuto in terra di chi dovrebbe e potrebbe far qualcosa, senza timore di essere ‘politicamente scorretto’, nei confronti di un altro Paese, intento a ‘genocidiare’.
Signora Presidente del Consiglio so bene che Lei non è Moro (nessuno di noi, d’altronde, potrebbe assurgere a suddetta subliminalita` non solo politica) e non è De Gasperi, Fanfani, Andreotti, Cossiga o Forlani (tanto per fare esempi eccelsi) e neanche un altro grande, del campo laico, ovvero Craxi, ma costoro e con costoro, tutti gli altri e noi con essi, abbiamo dimostrato di ‘avere la schiena dritta’ e di onorare sia le istituzioni sia l’umano buon senso, quindi Lei che si è definita come Le ho ricordato, dica una parola giusta e di coraggio, rispetto a siffatto martirio in corso.
La dica, in luogo a far sentire la voce di ogni credibile madre, non foss’altro che per, veramente, pacificare, con questo conflitto in corso, persino la nostra nazione.
W l’Italia e con essa il Libano che continua a combattere, essendo vittima e non aggressore.