Il lungometraggio è stato proiettato durante i festeggiamenti della Madonna del Soccorso. Di Taurianova il giovane regista
di ALESSANDRO CRUPI
“Liberarsi: figli di una rivoluzione minore”: i Moti di Reggio in film
Il lungometraggio è stato proiettato durante i festeggiamenti della Madonna del Soccorso. Di Taurianova il giovane regista
I Moti di Reggio del ’70 ai raggi x attraverso il film “Liberarsi – figli di una rivoluzione minore” del giovane regista di Taurianova Salvatore Romano. Il lungometraggio (realizzato nel 2007), che ha per oggetto uno dei periodi storici più controversi e rilevanti della storia della città dello Stretto, è stato proiettato nel campo della chiesa del Soccorso nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna del Divin Soccorso. Il film uscì nei cinema durante il 2008 e racconta la storia di Pietro (interpretato da Roberto Zibetti), giornalista televisivo italo-canadese, che giunge a Reggio per seguire un’indagine sui rifiuti tossici. Durante la sua esperienza scoprirà che questa sua inchiesta si lega alla morte del padre (Giuseppe Zeno) proprio durante i cosiddetti “Moti di Reggio” del 1970. Sarà la figlia del sindaco, Alba (Daniela Fazzolari) a fornirgli un aiuto per chiarire la vicenda. Il film è stato girato, per intero, a Reggio e provincia e condensa diversi elementi della storia reale di quei giorni. Dopo la proiezione del film c’è stato il momento del dibattito con lo stesso regista Romano, uno degli attori Giacomo Battaglia, don Giorgio Costantino (che ha proposto l’iniziativa) e due uomini che hanno vissuto in prima linea la rivolta come Natino Aloi e Domenico Raffa oltre a diversi rappresentanti del mondo politico reggino come il consigliere regionale Gianni Nucera e il consigliere comunale Giuseppe Eraclini. «I Moti degli anni ’70-’71 nella loro riproduzione filmica sono una storia che mai nessuno ha avuto il coraggio di raccontare», osserva Romano. «Proiettiamo il film proprio qui in quanto sono molto legato a questo rione e a questa parrocchia proponendo a don Giorgio Costantino di inserire nella festa una traccia della storia».
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