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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 17 SETTEMBRE 2024

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L’illusione della pace in Medioriente e la convention democratica americana Di Vincenzo Speziali

L’illusione della pace in Medioriente e la convention democratica americana Di Vincenzo Speziali

| Il 20, Ago 2024

‘Fenomenal old Joe’, cioè tradotto letteralmente, “è fenomenale il vecchio Joe” (Biden): ieri, smagliante per farsi così vedere a favore di telecamere, pur non avendo alcuna reale gioia per il luogo in cui si trovava -la convention democratica, cioè quella del suo partito- e, soprattuto, ‘impregnato’ di un rancore cieco, sordo e muto -vedere la sua vice soffiargli la nomination e doverla anche lui, per di più incesare, quasi fosse un masochista rimbambito- dicevo, l’attuale (uscente) Presidente degli Stati Uniti, l’ha proprio sparata grossa.
Biden dixit:” Ho, per la tregua, l’ok di Netanyahu”, come se il ‘macellaio di Tel Aviv’, fosse un uomo di pace, portatore di sentimenti umani, rispettoso della vita altrui e la sua parola valesse qualcosa, alla stregua dei grandi politici del passato e del presente, posto che Netanyahu, ciò non lo è affatto.
Con una triste e sconsolata constatazione, devo quindi far presente, che al solito ‘ci avevo visto giusto’, ovvero quanto dicevo dal 12 Agosto scorso a chiunque mi chiedesse notizie e previsioni, circa il futuribile ‘non accordo’ tra le parti, quindi Istraele da un lato e dall’altro gli Arabi (cioè Hamas, i cristiani e i musulmani sunniti, sia palestinesi ed in parte quelli libanesi, perciò pure gli sciiti di Hezbollah), assieme ai loro alleati Iraniani (i quali sono islamici ma di stirpe persiana).
Ordunque, sorgono spontanee un’osservazione e una domanda.
Primo aspetto (e mi riferisco all’osservazione): Israele da il suo assenso alla proposta di pace americana, poiché a Washington, il tutto sembra essere ‘un abito cucito su misura’ per Netanyahu, poiché viene incontro ad ogni più recondita desiderata di questo farlocco Premier, al quale degli ostaggi suoi connazionali e della pace in generale, non gliene frega proprio niente. Tra l’altro Israele si riserva di mantenere una presenza più o meno significativa nella Striscia di Gaza (perciò non un ritiro completo), alfine di poter intervenire allorquando decidesse di farlo (e su ciò gli americani non ‘chiudono la porta’, visto che il voto ebraico per le elezioni presidenziali in corso, ‘pesa molto’).
Punto secondo (cioè la domanda): questa è una mediazione credibile? Soprattuto, essa dimostra l’intenzionalita` positiva e pacifica degli Israeliani?
Lascio a chi legge ogni seria e calzante considerazione, ma purtuttavia, registro al solito, quanto sia ‘avvantaggiata’ durante qualsivoglia trattativa con mediatori internazionali, solo Israele, mentre gli altri, sono meno che paria come esseri umani.
Tra l’altro, bisognerebbe persino ‘mettere sul piatto’ un’ ulteriore ‘clausola di trattativa’ (qualora fosse seria ed autentica) la quale, concerne un altro Stato, da tempo immemore tra (e nelle) ‘mire’di Tel Aviv, cioè il Libano.
Mi spiego: ad ogni ‘sconfinanento’ israeliano nel Paese dei Cedri, proprio gli Israeliani, ‘impongono’ non si sa in base a quale Diritto Internazionale e con quale ‘autorità e autorevolezza’, una ‘zona cuscinetto’, a tutto discapito del violato territorio libanese, che -guarda caso!- coincide con il Sud del Libano e precisamente sino al fiume Litani.
Ora, persino uno scolaro di quarta elementare, sa perfettamente che Israele, differentemente dal Paese dei Cedri -e il Libano è differente pure da tutti gli altri Paesi della regione, financo per questo aspetto che immediatamente di seguito ricorderò- dicevo Israele non ha risorse idriche naturali, mentre il Libano si.
Voilà, ecco a voi tutti l’ennesima riprova del tatticismo ‘pro domo loro’, di cui l’attuale (ma precario) Esecutivo di Tel Aviv è intriso, considerando anche le inaccettabili forme di ‘pressione indebita’ nella politica interna libanese.
Difatti, già tale Paese è sconquassato, alle prese da più di tre anni con una crisi istituzionale senza precedenti (non si riesce a eleggere il Presidente della Repubblica, le cui funzioni sono svolte dal Presidente del Consiglio dei Ministri e collegialmente assieme all’intero Governo, anch’esso dimissionario, perciò in carica per il disbrigo degli affari correnti), oltre a dover subire una drammatica emergenza sociale, sanitaria e finanziaria ed economica (è vacante, financo, la figura del Governatore della Banca Centrale, benché le funzioni, al momento sono svolte, ad interim, dal Vice in regime di ‘prorogatio’).
Poi vi sono le ‘frizioni’ tra le varie etnie religiose, essendovene in Libano ben diciotto e ad ognuna viene riservata la sua ‘rappresentanza’ nelle istituzioni: ai Cristiani (Cattolici) Maroniti il Presidente della Repubblica, Il Capo di Stato Maggiore della Difesa e il Governatore della Banca Centrale; ai Musulmani Sunniti il Premier, mentre a quelli Sciiti la Presidenza del Parlamento; per quanto riguarda la composizione della platea dei Deputati, il cinquanta per cento è assegnato ai Cristiani di tutte le liturgie, mentre l’altro ai Musulmani (tra i quali vi sono i Drusi, cioè una ‘setta religiosa’ che riconosce Allah).
Si badi bene, spesso, tale convivenza, viene messa a dura prova dagli ‘zuama’, sarebbero i ‘capi’ delle varie comunità etnico/religiose e politiche, poiché qui la politica e compenetrata dalla e nella scelta di culto, pur se i giovani di oggi, desiderano superare siffate anacronistiche frammentazioni.
Ma, comunque, resta il fatto che la situazione libanese, rimane quindi una polveriera, su cui Israele, per suoi cinici e inumani calcoli, vuole innescare un’ulteriore miccia, dalla quale non si sa proprio cosa potrebbe scaturire.
O meglio, io l’idea l’ho ben presente, per questo motivo avevo indicato per tempo (sin dal Febbraio 2023) soluzioni appropriate, che l’attuale Governo Italiano, non ha inteso comprendere, poiché fatte salve qualche giuste e debite eccezioni di figure personali, in riferimento a qualche positivo e proficuo ministro in carica, per il resto mi sembra di assistere alla ‘Corrida’, cioè ‘dilettanti allo sbaraglio’.
E, purtroppo, allo sbaraglio, stanno portando, soprattutto, la credibilità e il giusto ruolo che il nostro Paese dovrebbe avere.
Sic (non) transit gloria mundi!