L’intervista a Teresa Timpano: “Pasifae è tutte quelle donne che oggi lottano contro i pregiudizi” Prodotto da Scena Nuda, al Globo Teatro Festival. Domani, alle 20.30 al Globo Teatro Festival, nella Galleria di Palazzo San Giorgio a Reggio Calabria
È un atto estremo quello di “Pasifae”, moglie di Minosse re di Creta, che si intensifica ancora di più nello spettacolo in programma venerdì 13 marzo alle 20.30 nell’ambito del Globo Teatro Festival. Sarà la brava Teresa Timpano a portare in scena una storia mitologica lontana eppure drammaticamente attuale che vede una donna lottare contro i pregiudizi e la morale comune, andando incontro alla propria passione. Un reading coinvolgente, prodotto dalla compagnia Scena Nuda in una nuova scrittura di Filippo Gessi che col suo scritto trascende l’eroina umanizzandola, ripulendola da ogni contaminazione di sortilegio e lasciandola sola con la propria carnalità. Ce lo racconta proprio Teresa Timpano, attrice calabrese che vanta preziose collaborazioni con numerosi maestri del panorama teatrale internazionale.
Quanto è importante, oggi, prendere le parti di questi personaggi femminili per difendere la loro storie diventate simbolo, anche estreme, della lotta al pregiudizio?
È una scelta chiara, la mia, quella di schierarmi dalla loro parte. Una scelta che ho fatto diversi anni fa lavorando molto sulle differenze, sui temi dell’emarginazione, sulla diversità. In questi ambiti già delicati i personaggi femminili conquistano, purtroppo, una parte considerevole: la maggior parte di loro non gode di una vera libertà nel giustificare i propri atti, proprio perché di sesso femminile. Molte volte mi stupisco ancora a rivedere gli antichi miti, le antiche eroine, perché mi accorgo quanto sia cambiato poco nei millenni. Quasi nulla, soprattutto nell’agire in libertà in assenza di giudizio. Nell’Europa del nord è sicuramente più semplice vivere senza sovrastrutture ed è inutile nasconderlo: il nostro Paese in quanto a parità è pericolosamente indietro. Pasifae è fatta di tutte quelle donne che oggi lottano contro i pregiudizi.
Pasifae è “colei che splende per tutti” e la sua è spesso una storia percepita come scomoda. Ma spogliandola della sua parte mitica resta una donna che non accetta il rifiuto della propria comunità…
Infatti noi abbiamo lavorato molto sul concetto di “normalità” all’interno delle comunità. E siamo giunti alle conclusioni che se fossimo tutti uguali, omologati a un concetto principe e predominante di “normale” saremmo drogati, nel senso più ampio del termine. Il significato sociale della normalità risulta, di conseguenza, escludente. Anche la parte umana di Pasifae dentro la stessa comunità ci ha interessato molto: Filippo Gessi ha tenuto relativamente conto del sortilegio per il quale la dea Afrodite per vendetta aveva infuso a tutti i figli di Elios, tra cui proprio Pasifae, degli amori riprovevoli. Anche il toro, da cui lei avrà il figlio Minotauro, era presentato come una punizione del dio Poseidone. Ma così si rischiava, nella drammaturgia, che il sortilegio potesse sminuire la sua lotta di donna che rappresenta, oggi come allora, nuove forme di coraggio, di trasformazione ed emancipazione.
Nel terzo millennio, quindi, ha ancora senso lavorare sul mito al femminile? Può aiutare il nostro mondo contemporaneo e la visione della lotta per le proprie passioni? Affrontare questi temi, oggi, è come aprire il Vaso di Pandora del fallimento dell’indipendenza delle donne…
Esattamente. Attraverso questo racconto vogliamo sottolineare quanto l’uomo perda il suo capro espiatorio di gran lunga più preferito nella storia. E proprio la storia ce lo dimostra in tutte quante le epoche: per una donna che sceglie di fare arte, per esempio, è importante raggiungere uno stato libero, interiore ma anche fattivo e l’arte è passione, anche carnale. Questa inibizione si protrae inibendo ogni aspetto del proprio carattere, di conseguenza è molto più semplice, per la società, vedere la donna come un essere condizionato.
Come nasce l’idea di Pasifae a cura di Scena Nuda? Ci racconti come è maturata la scelta?
È una mia idea. Mi sono ritrovata a visionare e approfondire un testo su Fedra, la figlia. Allora ho sentito l’esigenza di avvicinarmi, volevo parlare di una donna che le fosse prossima, ma che non fosse lei. Leggendo, approfondendo, mi sono resa conto della forza di questa donna, conosciuta per lo più come la madre del Minotauro, non tanto come Pasifae. Mi ha subito affascinato quindi, questa figura che rappresenta l’emancipazione per eccellenza: sposata con tanti figli ma che insegue una storia di fuoco e passione.
Ci anticipi l’approccio che la tua Pasifae avrà con il pubblico?
Sarà un intenso racconto di emozioni. Pasifae le riporterà al pubblico rivivendole nel senso più emotivo. La nostra compagnia, Scena Nuda, conta molto su questo personaggio.