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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 31 DICEMBRE 2024

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L’Italia dei Professori non sia matrigna della Calabria

L’Italia dei Professori non sia matrigna della Calabria

| Il 13, Mag 2012

Oreste Romeo: “L’attualità rende non ulteriormente differibile un intervento che sappia ridurre e colmare la distanza che, principalmente nel resto d’Italia, separa le Istituzioni dalla gente comune”

L’Italia dei Professori non sia matrigna della Calabria

Oreste Romeo: “L’attualità rende non ulteriormente differibile un intervento che sappia ridurre e colmare la distanza che, principalmente nel resto d’Italia, separa le Istituzioni dalla gente comune”

 

 

REGGIO CALABRIA – A mò di naturale e suggestivo complemento delle centinaia di chilometri di costa che rendono la Calabria un sublime e suadente ricamo del Padreterno, esiste un patrimonio montano, parimenti incantevole, sino ad oggi esaltato solo in marginale misura, essenzialmente, a causa della endemica disattenzione della politica, la cui azione, nel corso dei decenni, si è rivelata insopportabilmente invasiva nel momento in cui la stessa, tradendo la propria funzione, ha investito, quando non franato, assecondando scriteriatamente le aspirazioni dei singoli, oggi destinate ad apparire nulla di più che velleità anacronistiche e fuori dal mondo.

Valorizzazione ed esaltazione delle specificità di un territorio sono legittime ed irrinunciabili esigenze di una comunità che volesse stare al passo con i tempi, la cui realizzazione, per ragioni a tutti note nella loro effettiva genesi, oggi è condizionata dalla capacità della classe dirigente di coniugare slancio e rigore nell’adozione di politiche al servizio dei bisogni della gente.

Il che significa non lasciare spazio alla pur labile idea che le scelte alle quali è chiamata la politica possano destare presso l’opinione pubblica la pur minima percezione di esse alla stregua di risultato di manovre a beneficio di saltimbanchi della politica da consegnare in tutta fretta agli archivi della storia.

Insieme alla genia di prenditori ed alla MONTAGNA, questa volta si, di sprechi che essi hanno sistematicamente generato: nella Sanità, come nel Turismo.

L’attualità rende non ulteriormente differibile un intervento che sappia ridurre e colmare la distanza che, principalmente nel resto d’Italia, separa le Istituzioni dalla gente comune e dalla volontà che la stessa esprime.

Appare dunque un fuor d’opera pretendere di imporre ai governi locali scelte calate dall’alto, concepite all’interno di un ministero, le cui chiavi, come è noto, non si sa fino a che punto siano salde nelle mani di un arido burocrate, ancor più se costretto ad una brusca sospensione dell’impegno universitario al quale era dedito sino a sei mesi addietro.

Al Professore di turno sia, quindi, consentito ricordare qualcosa che non è accaduto molto tempo fa.

Mentre la Calabria si apprestava a voltare pagina, qualcuno, l’odierno oggetto del desiderio, a meno di due mesi dal voto del 2010, rendeva manifesta la propria estraneità al cambiamento voluto dalla gente comune, intento com’egli era ad assicurare fedeltà e resistenza al progetto del governatore del tempo, il quale, dal suo canto, rapito dall’estasi di una “corrispondenza d’amorosi sensi”, ne riempiva il già nutrito carnet con una nomina a sottosegretario regionale al porto di Gioia Tauro.

Oggi, capita di leggere sulla stampa locale di un’altra folgorazione sulla via di Damasco.

Vero è che solo l’imbecille non è disposto a cambiare idea, ma non si può fare a meno di cogliere la singolare coincidenza che trova ampio risalto nei quotidiani locali, cui non ci si sente di rimproverare la malignità di avere assimilato al più sicuro ed efficiente trampolino di lancio verso la presidenza del Parco d’Aspromonte il rispettabile 0,64% conferito all’affermazione, in Catanzaro, di un progetto politico di grande serietà, la cui credibilità potrebbe esser messa a dura prova se non si offrisse la plastica dimostrazione di saper mettere un freno ai pur legittimi tentativi di riposizionamento di chi ha già dato alla politica, ricevendone di più!

E dunque, nel giorno in cui si celebra la più tenera tra le ricorrenze, l’auspicio non può che esser quello che l’Italia di Monti non sia una volta di più matrigna della Calabria.

Una Regione che ha il diritto di essere ascoltata, soprattutto nella selezione di uomini e donne alle quali affidare il proprio futuro.

Oreste Romeo, libero avvocato, con un’idea di Calabria diversa rispetto a quella del Ministro Prof. Clini.

redazione@approdonews.it