L’Italia del Meridione si riorganizza e promette battaglia Il leader Orlandino Greco a Gioia Tauro: "sui licenziamenti, MCT avrebbe dovuto fare le valigie ma la politica è debole". E sull'inceneritore: "si faccia affidamento o si chiuda. A breve usciremo con una proposta".
GIOIA TAURO – Passa anche dal capoluogo pianigiano la riorganizzazione del movimento “L’Italia del Meridione” che, partendo da una difesa strenua del territorio, intende proiettare i grandi temi che assillano la regione in un’ottica nazionale e su questi fare battaglia: l’obiettivo è quello di costruire un nuovo soggetto che prenderà il nome di “Unione delle Autonomie”, in una logica di partito federata e fuori dalle appartenenze politiche per un’ Italia decentrata che dia più potere ai sindaci. Ad annunciarlo il leader Orlandino Greco, capogruppo in Regione della lista “Oliverio Presidente” che ha anticipato la fase di tesseramento che porterà in autunno ai congressi provinciali e a quello regionale per arrivare preparati alle elezioni nazionali, senza vincoli di mandato o di coalizione. Insieme a lui, al tavolo, il direttivo provinciale con Antonio Romano, l’ex consigliere comunale Totò Parrello ed Enzo Savo. “Oggi rivendichiamo una nostra linea direttrice – ha esordito Greco. Iniziando con il chiedere se il porto di Gioia interessa o meno al Paese Italia. Siamo stati due anni a spingere attraverso proposte importanti, gli unici a presentare una mozione per batterci tutti i consiglieri di destra e sinistra affinché venisse data centralità allo scalo. Il problema vero è che Gioia non è appetibile per le tasse ancoraggio, la questione legata alla ZES che da sola non risolverà le difficoltà, il fatto che molte aziende del nord che sono in Calabria utilizzano altri porti; tutto ciò ci rende deboli. Rispetto al Gateway, ad esempio, è inutile che ancora si prenda in considerazione la possibilità di fare un’alta velocità che non si realizzerà mai per l’imbuto che c’è nella zona di Sapri. La nuova autostrada ferroviaria deve partire da Gioia fino a Siderno e, da qui, arrivare a Bari: solo così vi sarà una tratta veloce in grado di portare le merci al centro dell’Europa”. Ma per l’ex sindaco di Castrolibero, sviluppo e ricchezza passano soprattutto da un turismo di qualità realizzando infrastrutture secondo criteri di alta sostenibilità e, a tal proposito, ha ribadito l’importanza della “legge sul golf” che consentirebbe di edificare resort con indice agricolo e di quella sull’export per valorizzare con nuovi brand i prodotti locali, passando dal riconoscimento della dieta Mediterranea di Nicotera. “Bisogna attrarre investitori attraverso sicurezza e celerità cominciando dalle P.A., dai tempi di concessione delle autorizzazioni”, mentre sul POR evidenzia: “il limite è quello di finanziare la qualunque anziché premiare quei Comuni in cui la politica investe in piani particolareggiati, per realizzare dei veri borghi attrattivi”. Mentre sulla lotta all’abusivismo e agli scarichi abusivi Greco ha ricordato che la Regione da sola può far poco, se i sindaci non hanno il coraggio di adottare le dovute ordinanze: “occorre cominciare dal rispetto delle regole e dal metodo” – ha precisato. Poi, un passaggio sulla questione inceneritore: “è un tema che stiamo approfondendo – ha detto – da qui a 10 giorni usciremo con una proposta: fatta fuori “Veolia” c’è la necessità di trovare una soluzione che passi dall’affidamento o dalla chiusura definitiva. E, intanto, fare gara in tempi congrui per un revamping ma soprattutto avviare un discorso di un piano regionale che azzeri le discariche”. Greco conclude affermando: “il problema è politico, siamo una regione in regime di commissariamento: dalla Sanità alla (a breve) depurazione. E da MCT che sul porto ci detta le regole del gioco, senza una classe politica che dica: “se metti fuori alla porta 400 dipendenti, comincia a far le valigie”. Il passaggio cruciale è la liberazione dai commissariamenti: si deve rompere il muro di sudditanza che per troppo tempo ha schiacciato la Calabria su sé stessa. In queste condizioni, con MCT non bisognava neanche sedersi al tavolo, si metta il porto di Gioia in un circuito di libera concorrenza e vedrete …”.