L’inquinamento dell’aria è un killer silenzioso ma letale, che è più dannoso di
qualunque chiacchierato batterio e rimane il rischio più elevato per la salute in
Europa. Accorcia la durata della vita e contribuisce alla diffusione delle malattie
cardiache, dei problemi respiratori e del cancro. A destare l’allarme il nuovo
rapporto “Qualità dell’aria in Europa”, reso noto lunedì dall’Agenzia europea dell’ambiente
(AEA) che stima, per il solo 2012, ben 524’000 decessi prematuri, rispetto alla normale
aspettativa di vita.Gli inquinanti più pericolosi sono il particolato (PM), il diossido
di azoto (NO2) e l’ozono a livello del suolo (O3). Stime di impatto sulla salute,
associate all’esposizione a lungo termine al PM2.5, dimostrano che quest’ultimo è
responsabile di 432’000 morti premature in Europa nel 2012, un livello simile a quello
stimato negli anni precedenti. L’impatto stimato per l’esposizione a NO2 e O3 è
rispettivamente di 75’000 e 17’000 decessi prematuri. Ancor più in Italia, dove
i livelli di inquinamento raggiunti negli ultimi anni l’hanno classificata com il
Paese europeo che segna il record del numero di morti (84’400), seguito da Germania
(72’000), Francia (52.600), Regno Unito (52’430), Polonia (47’300), Spagna (33’200).
La Svizzera è al 18esimo posto di questa triste classifica con 5’490 decessi prematuri.
In particolare, i dati hanno assegnato la maglia nera all’Italia. In generale,
dunque, in Italia la maglia nera va alle città del *Nord*, tra cui *Milano*, *Monza*,
*Novara*, *Bergamo* e *Padova*, seguite da quelle del centro come *Perugia* e *Terni*
e al sud da *Siracusa* e *Taranto*. Le categorie di popolazione particolarmente suscettibili
ai rischi di esposizione ad ozono sono: i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani,
chi svolge attività lavorativa e fisica all’aperto e in particolare:i soggetti asmatici,
i soggetti con patologie polmonari e cardiologiche. Secondo Giovanni D’Agata presidente
dello “Sportello dei Diritti [1]”, è bene che queste persone evitino prolungate
esposizioni all’aperto nelle ore più calde della giornata e riducano al minimo,
sempre durante le stesse ore, lo svolgimento di attività fisiche affaticanti (passeggiate
in bicicletta, gare, attività sportive in genere) che comporterebbero un aumento
dell’impegno respiratorio. E’ opportuno svolgere tali attività nelle prime ore della
giornata (non oltre le ore 10 del mattino) oppure nel tardo pomeriggio o alla sera
(dopo le 18).