Lo “Sportello dei Diritti” contro i produttori di macchine agricole
Giovanni D'agata | Il 14, Mag 2014
Migliaia di feriti e tantissimi decessi ogni anno tra coltivatori e appassionati della campagna e di giardinaggio
Lo “Sportello dei Diritti” contro i produttori di macchine agricole
Migliaia di feriti e tantissimi decessi ogni anno tra coltivatori e appassionati della campagna e di giardinaggio
L’11 maggio scorso una tragica notizia, la terribile morte di un amico dello “Sportello
dei Diritti [1]”, il funzionario dell’Università del Salento, Michele Linciano,
schiacciato dalla propria motozappa mentre “coltivava” una sua passione, dedicarsi
alla cura del suo orto, ha riportato alla ribalta un problema annoso che non riguarda
solo coloro che vivono del ricavato dai prodotti della terra, ma anche migliaia di
appassionati che praticano l’hobby del giardinaggio e della cura della propria campagna.
Sono migliaia infatti, ogni anno, gli infortuni in agricoltura mentre una recente
statistica riportata dalla Coldiretti pugliese ha precisato che nel settore si conta
la media di un decesso ogni 32 ore, contro le 39 ore per gli incidenti automobilistici.
In questi tragiche cifre, però non vengono riportate le decine e decine di vittime
tra i “non professionisti”. Il maggior numero di incidenti, lo dicono le statistiche,
è causato dalle macchine agricole, in particolare dal loro ribaltamento con conseguente
schiacciamento del conducente, ma migliaia sono i casi di gravi infortuni determinati
dal semplice utilizzo di motozappe, trattori, tosaerba, decespugliatori e falciatrici.
Mentre molti decessi potrebbero essere evitati con soccorsi più efficienti e tempestivi,
anche se, a dire il vero, il ritardo é soventemente determinato dal tempo che trascorre
dal sospetto da parte dei familiari delle vittime che sia potuto accadere qualcosa
al proprio congiunto, alla chiamata al pronto intervento. Dagli anni ’50 ad oggi,
per arginare il fenomeno del ribaltamento dei trattori con conseguenze mortali sono
state introdotte strutture per la protezione del conducente come roll-bar e cinture,
anche se tali dispositivi non impediscono il ribaltamento del mezzo, mentre ancora
troppo pochi passi avanti sono stati fatti per introdurre sistemi di sicurezza più
adeguati per quanto riguarda le macchine agricole più piccole che utilizzano, per
esempio, lame rotanti. É difficile credere, in tal senso, che con l’evoluzione della
tecnologia molte macchine mantengano standard di sicurezza ancorati a concetti della
meccanica di quaranta, cinquant’anni or sono o anche più indietro nel tempo. Ecco
perché, alla luce dei fatti quotidiani che si leggono sulle cronache di ogni provincia
italiana che riguardano questa “piaga”, lo “Sportello dei Diritti [2]” intende
farsi portavoce presso il governo di una campagna per l’obbligatorietà per legge
di dispositivi di sicurezza migliori di quelli attuali, mentre valuta la fattibilità
di azioni di responsabilità contro i produttori di macchine agricole che non migliorano
la sicurezza e che così hanno contribuito a causare incidenti a danno non solo di
coltivatori o contadini, ma anche di coloro che sono appassionati dell’hobby dell’agricoltura
e del giardinaggio e di terzi, fra cui molti bambini. É ovvio che spetta comunque
anche a coloro che si cimentano nelle attività bucoliche, specie nella bella stagione
che ci porta a stare a maggior contatto con la natura – rileva Giovanni D’Agata,
presidente dell’associazione -, cercare di adottare tutti gli accorgimenti utili
e ogni tipo di attenzione per ridurre al minimo le possibilità di procurarsi un
danno a se o agli altri.