Lo sguardo ironico di Scarda sulla vita di ogni giorno Il cantautore calabrese, fenomeno del momento, sul palco delle Officine Sonore
Mario il precario, Gina, Michele il matto. Sono solo alcuni dei personaggi delle canzoni che Scarda porterà sul palcoscenico delle Officine Sonore a Lamezia Terme venerdì 16 gennaio alle 22.30. Il cantautore calabrese (al secolo Domenico Scardamaglio, nato a Napoli ma cresciuto a Vibo Valentia) è uno dei fenomeni musicali dell’anno appena trascorso. Nel giro di due anni è divenuto, grazie al tam tam sui social network, il nuovo Dario Brunori, firmando anche la colonna sonora di “Smetto quando Voglio”, il film di Sidney Sibilla e interpretato, tra gli altri, da Edoardo Leo e Neri Marcoré. Oggi Scarda si presenta al pubblico con il suo primo album, uscito circa un mese fa, “I piedi sul cruscotto”.
Un disco che, come dice l’autore, “nasce guardando i segni lasciati, tanti anni fa, da qualcuno che poggiava sempre i piedi sul cruscotto della mia auto”. Quella posizione informale, confidenziale e da ascolto in cui “Scarda” immagina gli ascoltatori della sua opera prima. E’ l’automobile il luogo più giusto per ascoltare “I Piedi sul cruscotto”, la macchina è quotidianità e queste canzoni parlano di questo: di persone normali alle prese con vite normali, personaggi che vengono dipinti dal di dentro con uno sfondo talvolta paesano, talvolta urbano, ma in ogni caso popolare. E’ un disco descrittivo, Scarda è una sorta di scrittore, inventa storie e le incastra in una griglia di versi, strofe, ponti e ritornelli. La normalità che diventa straordinarietà, storie di provincia, serenate di muratori-poeti. I Piedi sul Cruscotto è il disco di chi si lascia affascinare dalla bellezza delle cose create dagli uomini e da quelle che la natura ci ha fatto trovare così come sono. Storie di uomini normali, la semplicità che diventa storia. E’ l’amore, come sentimento universale e non particolare, il fil-rouge de I Piedi Sul Cruscotto, quell’amore che deve dare senza condizioni, istintivamente, per costruire.