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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 GENNAIO 2025

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Lo Slai Cobas entra alla Malgara Chiari e Forti (ex Paf) di Avio

Lo Slai Cobas entra alla Malgara Chiari e Forti (ex Paf) di Avio

| Il 23, Nov 2012

“L’obiettivo è distaccarsi dalla deriva perdurante. Ultimamente tutto ruotava intorno alla lotta intestina e dannosa tra le sigle sindacali, che non vedeva affatto d’accordo i lavoratori, presi da ben altre problematiche che la cronaca degli ultimi mesi ha abbondantemente riportato”

Lo Slai Cobas entra alla Malgara Chiari e Forti (ex Paf) di Avio

“L’obiettivo è distaccarsi dalla deriva perdurante. Ultimamente tutto ruotava intorno alla lotta intestina e dannosa tra le sigle sindacali, che non vedeva affatto d’accordo i lavoratori, presi da ben altre problematiche che la cronaca degli ultimi mesi ha abbondantemente riportato”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Negli ultimi anni i dipendenti della Malgara C. e F. hanno visto scorrere sotto i loro occhi (sindacalmente parlando) uno strano fenomeno regressivo.

Come tutti i lavoratori a conoscenza della liturgia classica che il movimento sindacale propugna da sempre a proposito di “sindacalizzazione delle aziende”, loro malgrado hanno subito il manifestarsi del fenomeno contrario noto come “aziendalizzazione del sindacato”.

Purtroppo per loro, la logica di vere e proprie aziende con gerarchie e risultati da raggiungere, nel tempo ha attecchito anche in quelle compagini che per statuto si prefiggevano ben altri percorsi all’inizio del ventesimo secolo.

All’interno di queste organizzazioni, con un bel pò di coraggio, questo fenomeno viene detto “modernizzazione”.

Ma purtroppo, anche chiamandolo come lo si vuole, alla fine sono i lavoratori a pagare il dazio di questo passaggio, con la perdita a cascata di diritti e sopratutto d’incisività nei confronti del sistema padronale.

Allora è successo che nel marasma più totale, stufi dell’attesa di ricevere comprensione a proposito delle loro problematiche irrisolte, una decina di questi lavoratori si è rivolta altrove.

Sull’onda di un fenomeno in chiara espansione (un numero che ruota intorno alle ulteriori 15 unità) staccandosi sopratutto da CGIL e UIL, hanno convogliato i propri quesiti e la loro partecipazione verso lo SLAI COBAS, sindacato autonomo intercategoriale noto in provincia per le nitide posizioni.

La ricetta è semplice, si delega ai lavoratori l’organizzazione della vita sindacale aziendale senza imposizioni politiche o secondi fini legati a meri giochini di tessere.

Tra l’altro, avendo aderito l’RSU in carica Massimo Barletta, fuoriuscito dalle fila della CGIL, lo SLAI COBAS ha la possibilità di entrare direttamente e porre le basi per rinnovate relazioni industriali che pongano al centro le aspettative dei lavoratori.

L’obiettivo è distaccarsi dalla deriva perdurante. Ultimamente tutto ruotava intorno alla lotta intestina e dannosa tra le sigle sindacali, che non vedeva affatto d’accordo i lavoratori, presi da ben altre problematiche che la cronaca degli ultimi mesi ha abbondantemente riportato. Per farla breve, la situazione riguardante i ritardi cronici nell’accreditare stipendi e soprattutto l’abbondante ammanco dei versamenti Laborfonds.

In particolare la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un incontro chiesto dalla stessa RSU, tenutosi nei mesi scorsi alla presenza dell’assessore OLIVI, che nelle intenzioni dei lavoratori avrebbe dovuto avere come unico obiettivo la redazione di un piano di rientro di tutte le pendenze in essere. Purtroppo, come spesso succede, il tutto si era tramutato velocemente in una vetrina politica pilotata, passata in pompa magna sui giornali locali, con il solo obiettivo di sponsorizzare la ripresa aziendale ed il buon operato dell’apparato provinciale. Tutto ovviamente a discapito delle questioni poste dai lavoratori, finite nel dimenticatoio.

Allora questi hanno detto semplicemente basta e con fare positivo si sono rimboccati le maniche per la costruzione di un nuovo corso, che possa essere di sostegno alla lotta fondamentale per la conservazione di diritti acquisiti, senza propositi bellicosi nei confronti di alcuno, ma tenendo ben presente che per il futuro prossimo non può più passare quello che da qualche tempo era diventata la regola, quella litania mortifera riassumibile in “accontentiamoci perché c’è chi sta peggio di noi”. Per questo motivo e per altro i lavoratori in questione hanno posto fine ad una conclamata inefficacia ed al fallimento di un sistema.

Massimo Barletta resp. RSA ed RSU Slai Cobas

Sebastiano Pira resp. Coordinamento Slai Cobas del Trentino