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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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L’operazione di ‘ndrangheta “Eyphemos” batte il Coronavirus Due esponenti politici di centrodestra coinvolti nell'inchiesta, il primo già agli arresti, l'altro in attesa della risposta del Parlamento per eseguire il provvedimento cautelare

L’operazione di ‘ndrangheta “Eyphemos” batte il Coronavirus Due esponenti politici di centrodestra coinvolti nell'inchiesta, il primo già agli arresti, l'altro in attesa della risposta del Parlamento per eseguire il provvedimento cautelare
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Mentre il “Coronavirus” impera tra i pensieri preoccupanti dei cittadini del Nord, in Calabria c’è qualcosa di peggio il quale non conosce antidoti ed è la “montagna di merda”. Quella piovra dai tentacoli velenosi che si chiama ‘ndrangheta. Un potere criminale che si annida tra i poteri dello Stato e delle istituzioni democratiche di questo paese.
Oggi quella ‘ndrangheta viene debellata dalla DDA di Reggio Calabria nella zona aspromontana con l’operazione denominata “Eyphemos”, dove il significato è contraddittorio con quanto è accaduto stamani, più che “benedetta” è maledetta come la terra calabrese.
Quando finirà tutto questo? Quando potremmo finalmente dire che il potere criminale mafioso è stato sconfitto per sempre? Da quello che si evince nell’ordinanza della DDA sembra ancora una meta molto lontana, se poi anche pezzi dello Stato e delle istituzioni fanno affari con i mafiosi per ottenere consensi. È tutto presunto, nessun colpevole sommario, ma le riflessioni morali sono libere, non hanno regole precostituite in quanto istinti di coscienza.
Sessantacinque persone arrestate sono un’enormità. Un numero tremendo per proporzione che non coincide con la giusta condizione di legalità. Come se quell’Aspromonte non fosse polmone verde, ma una “montagna di merda”. Non dall’aria pulita e benefica, ma pesante e dall’odore acre di quel puzzo schifoso della ‘ndrangheta.
Il 26 gennaio scorso, nemmeno un mese fa, si è rinnovato il consiglio regionale della Calabria, c’è stata la vittoria di Jole Santelli con il suo centrodestra. Una vittoria senza storia, schiacciante che ha polverizzato tutti i suoi avversari politici.
In quelle elezioni è stato eletto il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte ed esponente di Fratelli d’Italia, a consigliere regionale con oltre ottomila voti Domenico Creazzo, potenziale nuovo successore di Nicola Irto alla presidenza del consiglio regionale calabrese. Già uomo di fiducia di Mario Oliverio e dal 5 agosto 2018, cioè a partire dalla conclusione del mandato di Giuseppe Bombino, il presidente Mario Oliverio lo ha lasciato presidente f.f. del Parco nazionale dell’Aspromonte. Un favore che Creazzo ricambiò firmando la petizione pro ricandidatura di Oliverio da parte di alcuni sindaci calabresi. Creazzo è finito agli arresti domiciliari per presunto “scambio elettorale politico-mafioso”. Nell’ordinanza si legge che Domenico Creazzo mediante il fratello Antonino (marito di un ufficiale dei carabinieri, Ivana Fava figlia dell’appuntato Antonino Fava ammazzato insieme al suo collega Vincenzo Garofalo dalla ‘ndrangheta nel 1994), avrebbe stretto “accordi elettorali” con Domenico Laurendi “deputato a mantenere rapporti con altre articolazioni territoriali della ndrangheta (ad esempio coi Crea di Rizziconi, anche in ragione del matrimonio della sorella con il capo Crea Giuseppe). (…) In forza di tale patto politico-mafioso, otteneva l’impegno da parte di Creazzo Antonino di reperirgli un’occupazione lavorativa al Nord Italia e la disponibilità di immobili per intrattenere incontri riservati e segreti con altri esponenti della criminalità organizzata o soggetti ad essa contigui e più in generale la promessa di soddisfacimento di ogni esigenza dell’organizzazione mafiosa”.
Dalle intercettazioni telefoniche e da quanto si legge nell’ordinanza c’è un “miscuglio” di personaggi, di persone che conoscono ogni dinamica politica in ogni sua sfaccettatura per poi poter elargire il loro “pacchetto dei voti”. Una situazione quasi surreale, gattopardesca, come se la legalità fosse solo un miraggio fiabesco. Le stesse persone che li vedi diramare comunicati stampa intrisi di morale legalità e che invece nei loro dialoghi privati hanno un profondo disprezzo non solo della morale stessa, ma dei minimi principi cardini della legge e delle regole.
Nell’inchiesta “Eyphemos” viene coinvolto anche un senatore della Repubblica, sempre del centrodestra, di Forza Italia, Marco Siclari (fratello del sindaco di Villa San Giovanni anch’esso coinvolto in un’altra inchiesta giudiziaria. E che in questi giorni si è insediata la commissione d’accesso antimafia), per il quale è stata richiesta al Parlamento l’autorizzazione a procedere per l’arresto. Il senatore prima ancora di ballare la tarantella per la vittoria di Jole Santelli, ha un’ipotesi di reato è scambio elettorale politico-mafioso. A mettere in contatto il parlamentare con Domenico Laurendi, sarebbe stato Giuseppe Galletta Antonio, medico ed ex consigliere provinciale di Forza Italia a Reggio Calabria, stipulando in concorso tra loro “un
accordo relativo ad uno scambio elettorale politico-mafioso”. Il sen. Marco Siclari, allo stato attuale risulta solo indagato in attesa della risposta del Parlamento. Ovviamente per tutti vale la presunzione di innocenza costituzionale.
La Calabria dimostra se alcun inequivocabile dubbio che il problema del Coronavirus è prettamente secondario rispetto ad altre problematiche le quali sono dei cancri in metastasi.