Lotta al regime: 14 morti. Caos in Libia e Bahrein
redazione | Il 17, Feb 2011
Scontri durante manifestazioni dell’opposizione. Almeno 9 vittime nel paese del nord Africa
Lotta al regime: 14 morti. Caos in Libia e Bahrein
Scontri durante manifestazioni dell’opposizione. Almeno 9 vittime nel paese del nord Africa
(ANSA) Tutti in piazza in Libia, nella giornata della collera, dove alle manifestazioni contro il regime trentennale di Gheddafi si oppongono quelle filogovernative. I siti antigovernativi hanno parlato di almeno 9 morti negli scontri della scorsa notte ad Al Beida, ma altre fonti hanno smentito. Dalla Ue un nuovo appello perché vengano prese nella giusta considerazione “le legittime aspirazioni del popolo”. La situazione e’ grave in Bahrein: almeno 5 i morti, una sessantina i dispersi; i blindati presidiano la piazza dove si svolgono le manifestazioni. I capi delle diplomazie del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) sono oggi riuniti nella capitale per una strategia a sostegno del paese. Continuano le manifestazioni anche in Algeria, dovesi susseguono gli scioperi. E mentre in Egitto non si hanno novita’ sulla salute dell’ex presidente Mubarak, dalla Tunisia arriva la notizia che il deposto presidente tunisino ben Ali e’in coma dopo un ictus.
GIORNATA COLLERA, ANCHE PRO-REGIME IN PIAZZA – Gli oppositori del regime di Muammar Gheddafi hanno lanciato un appello a manifestare in tutta la Libia nella “giornata della collera”, ma gli elementi di dissuasione messi in campo dal governo sono molteplici, e gli scontri ad Al Beida, terza città nel Paese, dove nella notte ci sarebbero stati diversi morti, evocano il rischio di un duro confronto. Le organizzazioni dei diritti umani hanno messo in guardia contro i rischi di una dura repressione da parte delle forze dell’ordine, in un Paese che è poco abituato alla libera espressione del malcontento popolare. La reazione delle forze di sicurezza libica, secondo quanto riportano siti di opposizione questa mattina, si è fatta sentire anche nella nottata, soprattutto nell’est del Paese e a Beida dove ci sarebbero stati tra i “9 ed i 13 morti fra i manifestanti”, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, che avrebbero messo in campo anche gli elicotteri, che avrebbero poi fatto fuoco. Intanto, la televisione libica ha trasmesso solo immagini di manifestazioni di supporto a Gheddafi e la stampa, anche la più riformista, non ha citato gli scontri di ieri a Bengasi. Piuttosto, è stato ricordato il quinto anniversario, che cade oggi, dell’attacco al consolato italiano di Bengasi nel 2006 da parte di un gruppo di libici per protestare contro le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, giudicate offensive per i musulmani. Gheddafi, per rimarcare il fatto, ha ricevuto nei giorni scorsi le famiglie delle vittime che ha definito “martiri”. Altro elemento di dissuasione è costituito dai sostenitori del regime organizzati dai Comitati rivoluzionari, spina dorsale del sostegno al leader libico. Ieri, dalle prime ore del mattino fino a tarda notte, in diverse città della Libia, da Tripoli a Bengasi, passando per Sirte e Sebha, si sono svolte delle grandi manifestazioni popolari di giovani, donne e bambini che sventolavano drappi verdi, immagini del leader e gridavano slogan di supporto a Gheddafi e al sistema basato sul potere alle masse, dichiarandolo come una “scelta storica e strategica non rimpiazzabile”. E ieri la giornata del colonnello libico si è conclusa con un gran bagno di folla al momento del’inaugurazione del nuovo sport club della squadra di calcio libica Al Ahli, dove più di 15.000 tifosi hanno gridato a una sola voce il loro supporto al colonnello.
USA, GHEDDAFI RISPONDA ALLE ASPIRAZIONI DEL POPOLO – Gli Stati Uniti, dopo gli scontri fra manifestanti e polizia in questo paese stretto fra Tunisia ed Egitto, hanno incoraggiato la Libia a rispondere alle aspirazione del suo popolo. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha ricordato che ”i Paesi della regione stanno affrontando le stesse difficolta’ in fatto di demografia, aspirazioni popolari e bisogno di riforme”. ”Noi – ha aggiunto – incoraggiamo questi paesi ad adottare misure specifiche che rispondano alle aspirazioni, ai bisogni e alle speranza dei loro popoli. La Libia appartiene senza alcun dubbio a questa categoria. BAHREIN, MORTI IN SCONTRI – Decine di blindati dell’esercito hanno preso posizione ai bordi della piazza delle Perle di Manama, capitale del Bahrein, ove le forze governative hanno disperso questa notte manifestanti contro il regime causando, secondo l’ultimo bilancio fornito da al Jazira, cinque morti. Secondo un deputato dell’opposizione almeno 60 persone sarebbero disperse dopo gli scontri a Manama. L’esercito ha lanciato un appello invitando gli abitanti di Manama ad evitare le strade centrali della capitale. Il capo dell’opposizione sciita del Bahrein, lo sceicco Ali Salman, ha detto che l’assalto delle forze di sicurezza contro i manifestanti a Manama avrà conseguenze “catastrofiche”. “L’attacco è stata una decisione sbagliata, che avrà ripercussioni catastrofiche sulla stabilità del Bahrein”, ha dichiarato il capo del movimento politico al-Wefaq.
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