Lsu-Lpu, Siclari scrive a presidente della Repubblica Il senatore di Forza Italia chiede un intervento urgente per la Calabria
«Ho deciso di scrivervi per chiedere un intervento immediato per l’emergenza sociale calabrese che vede a rischio quasi 6.000 posti di lavoro nelle prossime ore tra il settore della sanità privata convenzionata ed i lavoratori dell’ ex bacino LSU-LPU». Il senatore Marco Siclari ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Ministro dell’Interno Matteo Salvini, al Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Ministro del Lavoro Luigi Di Mai, al Ministro delle Salute Giulia Grillo al Ministro dell’Economia Giovanni Tria e al Commissario ad acta per il piano di rientro della Regione Calabria per chiedere un intervento urgente per le emergenze in Calabria: sanità e lavoro.
«Gli artt. 3 e 32 della Costituzione, in Calabria, ad oggi sono e continuano ad essere calpestati – ha scritto Siclari – Le strutture sanitarie convenzionate, che erogano prestazioni sanitarie e quindi un servizio pubblico, a causa del c.d. decreto Scura, che ha tagliato con effetto retroattivo i budget, saranno costrette nelle prossime ore alla chiusura con il licenziamento di 1.500 dipendenti. Il contratto dei lavoratori dell’ex bacino LSU-LPU scadrà il prossimo 31 dicembre ed il Governo ha proposto la proroga solo fino al 31.10.2019; in assenza di stabilizzazione entro tale data, questi lavoratori, ben 4.500, perderanno il posto di lavoro. E già si sa che la stabilizzazione non sarà possibile per tutti, se non per pochi, stante lo stato finanziario degli enti locali che dovrebbero stabilizzarli. Insomma si tratta di salvare migliaia di lavoratori che non potranno trovare altra occupazione. Non è possibile restare inermi di fronti a questo dramma sociale che colpisce gli ultimi degli ultimi. Vi chiedo, quindi, ciascuno per quanto di Sua competenza, di attivarsi per evitare di dare l’immagine di un Paese poco solidale e soprattutto di un Paese che non solo non è in grado di creare occasioni di lavoro e che stenta in molte regioni a fornire un’assistenza sanitaria adeguata, ma che addirittura smantella posti di lavoro esistenti e cancella strutture sanitarie funzionanti», ha concluso il senatore azzurro.