Luca Gallo: “Non lascio la reggina. Troveremo una soluzione per i debiti. Tempestilli continuo ad avere rispetto per lui. Non avevamo caratteri compatibili, però” Continua il presidente della reggina : "A Giugno una rivoluzione totale del club"
Il Presidente della Reggina Luca Gallo, sul piano personale, ad inizio febbraio ha vissuto un momento delicato, tra lutto per la scomparsa della madre, malore e operazione. Al suo ritorno, la scorsa settimana, ha trovato un ambiente diverso rispetto a come lo aveva lasciato. Meglio, molto meglio, sotto l’aspetto sportivo – con la striscia di risultati positivi ottenuta dalla squadra di Stellone – ma peggio sotto quello societario e amministrativo. Le diverse istanze di arbitrato ricevute (l’ultima, quella di oggi, da parte dell’agente di Crisetig), gli screzi tra dirigenti, il mancato rispetto delle scadenze federali dello scorso 16 febbraio e la vicenda Vincenzo Iiriti, il Direttore Generale che per la seconda volta nella sua brevissima storia amaranto ha rassegnato le dimissioni. Durante Reggina-Perugia, la Curva Sud ha esposto uno striscione per chiedere al Presidente chiarezza su queste e altre vicende recenti. E così, Gallo, oggi ha parlato. Lo ha fatto dalla sala stampa dello stadio GranilloSui Direttori Generali: “Io sono a Roma e lavoro dal lunedì al sabato dalle 7 di mattina alle 20-20.30, a volte dimentico di andare anche in bagno. Mi serviva una persona di competenza e di fiducia, non ho mai trovato una crasi delle due cose, o era una o era l’altra. Tranne Vincenzo Iiriti, tutti erano esperti di calcio. Tempestilli ha dato le dimissioni lui e continuo ad avere rispetto per lui. Non avevamo caratteri compatibili, però. Mangiarano aveva un curriculum di tutto rispetto, ma ci sono state delle problematiche. Io sono a Roma e mi arrivano dei feedback. Iiriti la prima volta se n’è andato, poi l’ho incontrato in Aeroporto e mi ha chiesto se poteva rientrare, e poi sapete tutti quello che è accaduto adesso. Io cosa ci posso fare? Ho cercato di ricucire la cosa, poi venerdì scorso mi è arrivata una Pec con le dimissioni. Ho paura solo a pensare ad un nuovo Dg, ma il prossimo dovrà avere un curriculum blindato, sperando che vada bene. Che poi tutta questa gente mi è rimasta sul contratto, fino all’ultimo. Tempestilli è un signore, però: ha dato le dimissioni. E anche Iriti”Ci sarà un cambiamento totale. Fare calcio in quel modo lì, investendo in tre anni 22 milioni di euro, non ti porta troppo avanti, ma solo un pochino. Io l’ho capito solo dopo, prima non ci avevo pensato. Ho speso 734 mila euro per l’incentivo all’esodo. Gestire una società di calcio in un altro modo è anche questo, ma alla fine ci ho rimesso io perché i soldi erano i miei. E’ per questo che traccerò una linea profonda. Un esempio pratico è Giraudo, precedentemente Rivas. Sto cominciando a muovermi così. Il futuro di una squadra di calcio, di un club, passa proprio da questo ragionamento. Negli ultimi mesi me lo chiedo sempre. Se mi sono pentito di aver preso la Reggina? Mi hanno detto che ero venuto qui da Roma per prendere in giro una città intera. A questo punto dico che no, non mi sono pentito. Non ho problemi a versare soldi all’erario, lo farei con una normalissima rateizzazione, ma vediamo. Che poi quei due punti di penalizzazione sono legati al periodo del Covid in cui non c’era niente, gli stadi erano chiusi e non c’erano entrate”Sulle possibilità di cessione o nuovi soci: “Non c’è stato nessuno che si è presentato da me per dirmi che vuole entrare in società o vuole un aiuto. Nessuno. Questo lo posso assicurare. Invito chiunque l’avesse fatto, perché non l’ha fatto, a dirlo pubblicamente. Questa è la verità dei fatti. In Serie B ci sono diverse squadre che sono sostenute da fondi esteri. Ma chi investe nel calcio? Uno degli scemi sono stato io, senza l’aiuto di nessuno. Senza l’aiuto di fondi. Ce ne sono modi per investire e aumentare il proprio capitale, ma nel calcio non è possibile. Io ho investito da solo 22 milioni di euro. Quante cose avrei potuto fare con questo denaro? Ogni tanto ci penso. Io li ho messi su una squadra di calcio. Se io avessi un fratello nelle stesse condizioni gli direi: ‘lascia stare’. La prima cosa che le banche italiane ti dicono è: ‘non vogliamo investire nel calcio’. Io avrei ricevuto chiunque con educazione. Il mio impegno continua. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, per me, sono quelli che avevo da quando sono arrivato alla Reggina. Mi prendono in giro per la frase che dissi il giorno della presentazione: ‘non c’è problema di soldi’. Che problema ci può essere per uno che investe 22 milioni di euro? Allora non c’erano, poi è arrivato il Covid e sempre io da solo ho sostenuto, con i miei soldi e non con quelli del fondo svizzero, tutto. E’ un dato oggettivo che prima c’era una situazione e ora un’altra. Ci sono modi e modi di gestire una società di calcio. Quello precedente al Covid è legato ai 22 milioni di euro, ma la mia inesperienza me ne ha fatti buttare tanti, e quello successivo. Da giugno si tirerà una riga, anzi un solco, col passato. Si gestiranno le cose in maniera diversa, più oculata. Per me è un fatto positivo. Ci saranno diverse novità”Sulla penalizzazione per i mancati pagamenti del 16 febbraio: “I due punti di penalizzazione verranno comminati, anzi non so ancora perché non siano arrivati, ma faremo ricorso per essere riammessi al pagamento. La FIGC è un mondo a parte, a statuto speciale come la Valle d’Aosta, nessuno può contestare le regole. In ordine civile c’è un articolo di legge, ma bisogna vedere se per la FIGC vale. Secondo me bocceranno il ricorso, mi hanno dato solidarietà, ma poi basta. Punto. Bocceranno il ricorso. E a quel punto troveremo altre strade. Io ho mandato la richiesta per poter posticipare di qualche giorno il pagamento. Se tu mi bocci il ricorso e mi lasci i due punti, allora io mi avvalgo della facoltà di pagare come me lo consente la Legge e non come fa la Figc”.Sullo stato di salute del club: “E’ un discorso ampio. Frequentando la città in questi tre anni ho scoperto che c’è una parte sana di persone, con le quali si può discutere. E poi c’è una piccola parte che recepisce in maniera negativa qualsiasi cosa si possa dire. Mi rivolgo a quella parte sana di tifoseria. La Reggina, da bilancio pubblico, ha un debito, e questo è risaputo. Io sto qui per gestire questo debito che la maggior parte delle squadre del calcio italiano a livello professionistico ha, è acclarato. E più si sale e peggio è. La Reggina non è l’unica squadra che ha dei debiti nel calcio italiano. Il grosso del debito è con l’erario, INPS e IRPEF, derivante dal periodo del Covid. A fine dicembre è avvenuto in pagamento in un unica tranche e in quel periodo il campionato era fermo per Covid, anche noi siamo stati fatti a pezzi. Se non erro, il 75% del debito del club è quindi con l’erario. Una volta sanato, sanerà la Reggina dal grosso del debito. Ci sono tanti modi per farlo, non vedo tragedie. Tutti i modi per sanare il debito sono legali e raggiungibili. La tifoseria, o meglio la cittadinanza di Reggio Calabria, deve stare tranquilla da questo punto di vista. Il resto del debito va ad essere quantificato in pochi milioni di euro, che non credono possano essere un problema per un club che ha investito 22 milioni di euro in tre anni. Non capisco perché si possa mettere in dubbio questo genere di cose, in tre anni problemi di questo tipo non ce ne sono mai stati”Prende parola il Presidente Gallo, ha inizio la conferenza: “grazie per essere venuti qui, numerosi. Volevo ringraziare tutti quelli che si sono preoccupati per il mio stato di salute, tutti coloro che mi hanno dedicato un pensiero carino, un pensiero di sostegno. Sono qua perché mi è arrivata voce, ma ovviamente sto ironizzando, che i sostenitori della Reggina abbiano bisogno di precisazioni, di chiarimenti. E quindi sono qui per i chiarimenti di rito, quello che devo. Non sto in ottima forma, mi dovrete scusare per questo. Provengo da un intervento piuttosto complicato e forse non è ancora finita, quindi cercherò di essere più esaustivo possibile per quello che mi concerne. Sto comunque abbastanza bene per poter rispondere chiaramente”.