L’Ugl interviene sull’istituto penale di Arghillà e sulla chiusura degli ospedali psichiatrici
redazione | Il 26, Gen 2013
“Ospitare le persone che lasceranno l’Opg nella casa di reclusione ormai chiusa di Laureana di Borrello”
L’Ugl interviene sull’istituto penale di Arghillà e sulla chiusura degli ospedali psichiatrici
“Ospitare le persone che lasceranno l’Opg nella casa di reclusione ormai chiusa di Laureana di Borrello”
Riceviamo e pubblichbiamo:
Ora che stiamo per arrivare al traguardo sembra inopportuno continuare a parlare di ritardi, mancate promesse o future circostanze critiche, sulla costruzione del nuovo carcere di Arghillà, che ha conosciuto, è vero, gravissimi e colpevoli differimenti, ma che ora è giunta al traguardo.
Il Carcere è di imminente consegna a cura del Commissario straordinario, Prefetto Sinesio, che tra qualche giorno consegnerà definitivamente l’immobile all’Amministrazione Penitenziaria. L’istituto penitenziario sorge su un’area di circa 13 ettari e ha una capienza regolamentare di nr. 300 soggetti che possono usufruire di di un’area per le lavorazioni di oltre due ettari. E’ prevista, a breve, la realizzazione di un ulteriore padiglione detentivo da almeno 250 posti, un edificio per laboratori, un campo sportivo, una caserma agenti, un edificio per gli alloggi demaniali, oltre ad aree ricreative per il personale.
Questa volta si è fatto sul serio e bisogna dare merito al Ministro Severino che con un’energica presa di posizione ha fatto inserire il completamento dell’opera nel piano carceri, in un primo momento escluso.
Ciò che ci preoccupa, sia nella qualità di sindacato che come singoli cittadini che pagano le tasse, è comprendere con quale sinergia, risorse e strumenti operativi si affronterà la questione del funzionamento della struttura nonché in quanto tempo avverrà la procedura. Al momento, gli stessi rappresentanti dell’Amministrazione carceraria nazionale e della circoscrizione regionale non hanno fatto conoscere le modalità operative per dare inizio al funzionamento vero e proprio. Infatti, oltre all’annunciata visita del Ministro Severino per la fine del mese, lo stesso dicastero della giustizia non ha anticipato nulla sui provvedimenti che il Governo intende assumere per dare concreta capacità operativa alla struttura.
Occorrono uomini, risorse finanziarie, diligenza direzionale e dedizione. Tutti aspetti inerenti l’efficienza ed l’efficacia di cui la struttura ha bisogno per perseguire la complessa mission istituzionale che ricomprende l’accoglienza e l’ospitalità dei detenuti con posizione giuridica di “condannati”, cioè con pena definitiva da scontare.
“Chi ben comincia è a metà dell’opera”, così un vecchio detto popolare. Il problema, però, dell’attuale fase politico-sociale ed amministrativa del Paese, ed in particolare le difficoltà economiche della finanza pubblica, non lasciano sperare nulla di buono. Tuttavia, l’impegno di coloro che sono chiamati a dare direttive tecnico-operative e logistiche, quelli addetti alla “governace” della nascente struttura, deve tendere ad invertire la rotta e recuperare in positivo le mille occasioni di spreco che ogni giorno si consumano sotto i nostri occhi. Dunque, razionalizzazione della gestione del personale, disponibilità finanziarie, beni e strumenti disponibili e reperibili con disegni e progetti lungimiranti, sono gli elementi essenziali per partire con il passo giusto e proseguire con successo la tenuta dell’istituto.
La struttura deve fondamentalmente avere vocazione alla riabilitazione del soggetto affidato, attivando da subito le condizioni e le sinergie necessarie, anche nel solco di una proficua collaborazione tra la stessa Amministrazione da una parte e dall’altra gli Enti Locali, associazioni e istituzioni religiose e del mondo del volontariato. Il lavoro al primo posto. Creare opportunità occupazionali all’interno della struttura ben predisposta a ciò, dovrà caratterizzare l’obiettivo comune di Operatori e Istituzioni. Solo impegnando la giornata in attività lavorativa, il soggetto si sentirà parte attiva di un processo di recupero e riabilitazione per rispondere alla responsabilità individuale di cittadino appartenente ad una Comunità, ai propri congiunti, alle vittime del delitto e alla società che ha offeso commettendo il reato.
Ed a proposito di cattedrali nel deserto che rimangono inutilizzate e strutture, ahinoi, “dismesse” nonostante il discreto andamento produttivo, ci pare si auspica di non proseguire nel consueto uso, tutto italiano, di considerare la cosa pubblica “terra di nessuno” con grave pregiudizio per le scarne risorse finanziarie dell’Erario. Lo Stato, da un lato sostiene ingenti spese di investimenti per i bisogni essenziali della collettività, dall’altro vede tracciare solchi di inettitudine e noncuranza gestionale che determinano intollerabili depauperamenti ed impoverimenti delle già ridotte disponibilità di beni e servizi pubblici.
Tra qualche giorno 1500 internati lasceranno gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani e per molti di loro si rinnova il “calvario” dell’approssimata sistemazione presso strutture che sotto il profilo normativo dovrebbero essere già state identificate dal Servizio Sanitario Nazionale con assegnazione delle risorse alle Regioni che dovranno provvedervi.
Ecco, la nostra sigla sindacale, in particolare la sezione della Funzione Pubblica, è sensibile ai bisogni degli utenti sociali tanto quanto a quelli dei suoi iscritti, lavoratori della pubblica amministrazione che tali bisogni debbono tutelare e soddisfare con i migliori mezzi a disposizione.
E’ questa un’occasione per invitare al dialogo, alla collaborazione, i rappresentanti del Ministero della salute, della Giustizia e le Regioni. A queste spetta il compito di realizzare le strutture destinate ad accogliere le persone cui sono applicate le misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell’assegnazione a casa di cura e custodia, affinché si giunga rapidamente ad un accordo per reperire le risorse strumentali e finanziarie per dare una dignitosa sistemazione ai soggetti dimessi dopo il 31 marzo 2013 dagli Ospedali Psichiatrici.
Suggeriamo una proposta di progetto a cui ci sentiamo di dare, se ritenuto utile, il nostro contributo insieme alle altre sigle sindacali.
La Casa di Reclusione appena chiusa di Laureana di Borrello (RC), in uso governativo all’Amministrazione penitenziaria, che possiede già buone condizioni igienico-sanitarie e imponenti spazi all’aperto, laboratori e infrastrutture di sicurezza per ospitare i soggetti più “attenzionati” insieme al nuovo complesso ospedaliero di Gerace (RC), costruito circa 10 anni or sono ma mai attivato, possono essere destinati al ricovero sanitario del resto delle persone che lasceranno l’OPG.
Con questi buoni propositi speriamo di poter dimostrare che si ha voglia veramente di cambiare rotta nella gestione e amministrazione delle risorse pubbliche.
Il coordinatore regionale comparto penitenziario
– Giuseppe Giusta –