M5s dà aut aut al Governo sul risarcimento bancario a De Masi Dalila Nesci ha presentato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta anche da tutti gli altri deputati Cinque stelle, con cui al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia si chiede l’urgente impegno per modificare le norme sull’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria
«Il governo impedisca la chiusura delle aziende di Antonino De Masi, che ha resistito a lungo alla ‘ndrangheta ma adesso non può continuare l’attività nel porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria), a causa del mancato risarcimento da Bnl, Antonveneta e Banca di Roma, che per la Cassazione l’hanno usurato». Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci, che a riguardo ha presentato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta anche da tutti gli altri deputati Cinque stelle, con cui al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia si chiede l’urgente impegno per modificare le norme sull’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, con immediata revoca in caso di usura e l’obbligo di risarcire subito le vittime. «Da oltre un anno ci battiamo per le aziende di De Masi – ricordano i parlamentari Cinque stelle – per le quali è attivo un tavolo allo Sviluppo economico, finalizzato a trovare un accordo economico con le tre banche».
«Chi ha sbagliato – tuonano i Cinque stelle – deve pagare, perché è mafioso il principio che sta passando, per cui le banche fanno come credono, forti di una normativa di favore. Stiamo rischiando che muoia la speranza di battere la ‘ndrangheta in Calabria, poiché se chiude De Masi lo Stato perde per sempre». «Al di là della campagna elettorale e dei colori della politica – insistono i parlamentari M5s – questa vicenda chiama in causa tutte le istituzioni, tocca la tutela del risparmio prevista dalla Costituzione e va risolta entro dieci giorni».
I parlamentari M5s concludono: «In caso di silenzio e immobilismo da parte del governo, procederemo con azioni forti e continue, sia dentro che fuori del parlamento, coinvolgendo pure i nostri parlamentari europei».