Ucciso in un agguato mafioso il 9 agosto del 1991

Magarò ricorda il giudice Scopelliti

Ucciso in un agguato mafioso il 9 agosto del 1991

Riceviamo e pubblichiamo:

Venti anni fa, su una strada assolata e solitaria, moriva, in una agguato deciso dalla mafia siciliana e dalla ‘ndrangheta calabrese, il giudice Antonio Scopelliti. Restano ancora oscuri i mandanti e gli esecutori di quella barbara esecuzione, ma ciò che non deve e non può oscurarsi, è il ricordo di un uomo che ha saputo, nel silenzio delle mura della Procura, lontano dai riflettori e dalla ribalta della notorietà, dare un contributo decisivo alla lotta contro la criminalità organizzata. Abbiamo nei confronti del giudice Scopelliti  e in generale nei confronti di tutti gli operatori di giustizia, uomini e donne, che hanno perso la vita nel compimento del proprio lavoro , il dovere  di coltivare la memoria. La memoria del loro impegno, la ricostruzione delle loro esistenze: sobrie, pacate, oneste. Quella normalità degli uomini buoni e giusti che, in un tempo di eccessi, diventa l’eccezione e trasforma la  dedizione al lavoro e l’onestà dei comportamenti in gesta eroiche, in esempi da cancellare, da uccidere. E invece di questi eroi “normali” non possiamo e non vogliamo farne a meno, affinchè  il loro estremo sacrificio possa diventare il nostro grido di ribellione e la loro morte una presenza costante e vigile nella battaglia contro la ‘ndrangheta.

Salvatore Magarò

Presidente Commissione regionale contro la ‘ndrangheta