Maltrattamenti, condannati 2 coniugi senegalesi Tribunale di Palmi, la parte offesa: Vittima o calunniatrice? L’uomo accusato da una figlia di primo letto giunta a Palmi 15 anni dopo la madre, ha sempre negato ogni addebito
Sono stati condannati dal Tribunale di Palmi (Pres. Epifanio, a latere Maione e Monforte) Fall Modou, 58 anni e la moglie Ndeye Awa, 45, cittadini senegalesi da oltre 20 anni residenti a Palmi – dove peraltro sono conosciuti e apprezzati per la loro attività di venditori ambulanti – accusati di gravi reati nei confronti della figlia di primo letto della donna , Tunkara. In particolare, a parte l’accusa di maltrattamenti rivolta ad entrambi gli imputati, Fall Modou, veniva accusato anche di un tentativo di violenza a sfondo sessuale nei confronti della allora minorenne Tunkara, da qualche tempo, all’epoca dei fatti, giunta a Palmi . La vicenda ha visto come protagonista, parte offesa e accusatrice, la minorenne Tunkara, figlia – pare di un parlamentare senegalese che dopo aver trascorso infanzia e adolescenza in Senegal con una nonna giunge in Italia a Palmi presso la madre che– in seconde nozze – aveva intanto sposato Fall Modou ed aveva altri figli. Il trasferimento in Italia, insieme al fratello ( oggi divenuto un apprezzato calciatore) si rivelò probabilmente situazione diversa e meno felice da quanto la ragazza pensasse lasciando il Senegal. La mancanza di qualsiasi conoscenza della lingua e la modesta situazione economica familiare, con i genitori costantemente protesi a tentare di vendere sui mercati le loro mercanzie, fini per trasformarsi in una sorta di aparthaid per la ragazza, che trascorreva gran parte della sua giornata fra le mura domestiche e a badare i fratelli piccoli, figli di secondo letto della madre . In questo contesto non sarebbero mancati i dissapori, screzi, segni di ribellione e le punizioni per la ragazza e – durante un periodo in cui la madre era tornata in Senegal, sempre secondo il dato accusatorio- vi sarebbe infine stato un tentativo di approccio del Fall Modou nei confronti della ragazza. Attenzioni che – ove mai effettivamente poste in essere – non si tradussero però in alcuna violenza consumata. La ragazza a un certo punto scappa via di casa e raggiunge a Davoli un connazionale che aveva conosciuto sui mercati. Viene riaccompagnata a Palmi . Qualche giorno dopo la storia si ripete. Intervengono i Carabinieri di Davoli e gli assistenti sociali e, qui fra mille difficoltà, riottosità e silenzi viene delineata una storia di violenza in ambito domestico che giustificherà l’inserimento della minore in una comunità e farà scattare l’indagine dalla quale è poi derivato il processo e la condanna. Fall Modou si è sempre , in tutte le udienze, proclamato innocente ed estraneo alle accuse. La ragione della fuga – come peraltro anche un testimone della difesa ha confermato – sarebbe stata la paura delle conseguenze personali o della punizione che la ragazza temeva dopo aver malmenato uno dei fratellastri piccoli. A Davoli, in casa dei connazionali dove si era recata, nessuno mai aveva sentito parlare di tentativi di approcci a sfondo sessuale di cui la ragazza sarebbe rimasta vittima. Di diverso avviso i servizi sociali e gli investigatori: La ragazza avrebbe riferito di una ripetuta forma di attenzione del patrigno nei suoi confronti e , alla luce di test piscologici svolti, l’affermazione parrebbe veritiera e compatibile con un vissuto di patita violenza. I due imputati assistiti dagli Avv. Luigi Mamone e Francesco Oppedisano hanno sempre negato ogni addebito. I due difensori dopo la requisitoria del PM Dott. Cappelleri che aveva chiesto le condanne a 7 anni per Modou e a 2 anni e 6 mesi per la moglie e dopo l’intervento dell’Avv. Domenica Clemenzi per la parte civile hanno evidenziato con due articolati int3rventi le regioni per le quali il dato accusatorio era inverosimile- in particolare , l’Avv. Oppedisano ha menzionato la testimonianza del fratello della ragazza che smentivano in ogni punto le affermazioni accusatorie e l’Avv. Mamone si è soffermato sull’alea di dubbio che in qualsiasi caso gravava su questa vicenda e che – favor rei- avrebbe dovuto imporre l’assoluzione degli imputati. Dopo lunga camera di consiglio, il tribunale decideva per la condanna di Fall Modou a 6 anni e 6 mesi e per la donna a 1 anno e 8 mesi oltre una provvisionale di € 20.000 in favore della parte civile. I difensori, hanno entrambi dichiarato che proporranno appello contro una decisione che non condividono e non ritengono di poter accettare. I motivi saranno depositati entro 90 giorni.