Mancuso, “Sugli sbarchi in Calabria serve una strategia di contenimento degli arrivi” Sei affollati sbarchi sulle coste calabresi tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 e due durante l'Epifania (circa 800 profughi di varie nazionalità) di donne, uomini e minori in condizioni psicofisiche drammatiche
“Sei affollati sbarchi sulle coste calabresi tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e due durante l’Epifania (circa 800 profughi di varie nazionalità) di donne, uomini e minori in condizioni psicofisiche drammatiche, soccorsi dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, presagiscono un’accentuata tendenza al rialzo degli arrivi per l’anno in corso, rispetto ai numeri dell’anno precedente: 17 mila migranti nel 2022 contro gli oltre 10mila del 2021, mentre in Italia nel 2022 ne sono arrivato 90.297 contro i 57.812 di due anni prima”.
Afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso: “Queste persone, adulti e minori, con il loro carico di sofferenza, in fuga da carestie, povertà e guerre, segnalano un’emergenza umanitaria di grosse proporzioni, che pone ai territori d’approdo serie problematiche logistiche e sanitarie. Criticità che debbono indurre l’Europa – già dall’appuntamento del 9/10 febbraio del Consiglio Ue -, come chiede il Governo italiano, a pervenire a un accordo-quadro sull’immigrazione. Un accordo che fermi, quanto più possibile, gli sbarchi e imponga agli Stati aderenti di ripartire equamente le responsabilità dell’accoglienza”.
Aggiunge Mancuso: “E’ apprezzabile la decisione del ministro dell’Intero Matteo Piantedosi di far sbarcare i migranti ‘in tutti i porti italiani e non più soltanto in Calabria e Sicilia dove le strutture sono sotto stress’. In una visione di solidarietà internazionale, la Calabria, che nel 2022 si è conferma terra di sbarchi a ritmo incessante (a Roccella Ionica sono giunti 8mila profughi nel corso di 82 sbarchi), ha fatto e continua a fare la propria parte. Ma è chiaro – conclude il Presidente del Consiglio regionale – che da soli, per fronteggiare un fenomeno così complesso, Comuni, Prefetture, Croce Rossa, Protezione Civile, Capitaneria di Porto e volontari, se l’Europa non supera lo scarto tra intenti enunciati e provvedimenti concreti, non possono reggere”.