Mangialavori (CdL) critica il processo di riorganizzazione delle rete ospedaliera di Scura "Il provvedimento del commissario Scura depotenzia in maniera considerevole e significativa, in tutto il comprensorio vibonese, l’assistenza e la cura delle patologie oncologiche"
“Il processo di riorganizzazione della rete ospedaliera del commissario ad acta, Massimo Scura, mette in atto un inaccettabile ridimensionamento del diritto alla salute dei calabresi”. Lo afferma in una nota in consigliere della Casa delle Libertà Giuseppe Mangialavori.
“Sono molti i punti che presentano criticità. Sull’argomento, la politica e la più alta rappresentanza istituzionale regionale non possono più tergiversare. Urge ampio dibattito, approfondimento e un’azione coerente, efficace tesa a concretizzare uno standard di assistenza sanitaria adeguato e appropriato ai tempi. Suscita estrema preoccupazione – sottolinea ancora Giuseppe Mangialavori – il documento di riorganizzazione della rete ospedaliera presentato, proprio pochi giorni fa, al Tavolo “ex Massicci”, ovvero l’organismo ministeriale che vigila sul Piano di rientro della sanità calabrese. Un primo rilievo va mosso con riferimento alle strutture vibonesi preposte alle cure oncologiche mediante trattamenti di chemioterapia. Il provvedimento del commissario Scura depotenzia in maniera considerevole e significativa, in tutto il comprensorio vibonese, l’assistenza e la cura delle patologie oncologiche. Specie in ordine ai servizi resi dal Presidio ospedaliero di Tropea che utilizzava – evidenzia Mangialavori – anche i cinque posti letto multidisciplinari diurni di quello di Serra San Bruno. Il dato colpisce per tre ragioni. Prima di tutto, in quanto tale grave depauperamento, interessa, di fatto, solo il Vibonese e sarà fonte di disagi umani e materiali per i cittadini dell’intera provincia. In secondo luogo perché ciò originerà una prevedibile emigrazione sanitaria, con considerevole esborso economico da parte della Regione Calabria. Infine, in quanto a fronte della crescita di tali patologie – conclude Giuseppe Mangialavori – si sopprime il relativo servizio di cura. Insomma, la “razionalizzazione” della spesa pubblica si traduce, ancora una volta, in una negazione dei più elementari diritti dei calabresi. L’auspicio è che gli altri consiglieri vibonesi si esprimano e si attivino per scongiurare l’impoverimento dei servizi oncologici in questione”.